Lega contraria all'espulsione dall’Italia dei 30 diplomatici russi
Salvini silente, Fontana fuori dal coro. Lega, dai diplomatici espulsi al caso Savoini: quando la Russia è indigesta.
Diplomatici russi espulsi dall'Italia, Lega voce fuori dal coro rispetto all'atteggiamento condiviso che sta caratterizzando gli stati membri dell'Unione Europea.
Come ormai noto in base anche a quanto ha spiegato il ministro degli Esteri del M5S, Luigi Di Maio nelle scorse ore si è concretizzata l’espulsione di 30 diplomatici russi, giudicati “persone non grate”.
Un provvedimento spiegato come misura di sicurezza nazionale di fronte all'invasione russa in Ucraina.
Vaccini, green pass, esteri quando la Lega è bastian contraria
Ma, come accaduto più volte di fronte a provvedimenti presi recentemente dal Governo (di cui peraltro è componente corposa e autorevole), una voce fuori dal coro è arrivata dalla Lega, attraverso l'attuale numero due del partito, il vicesegretario Lorenzo Fontana.
Un orientamento che non è passato inosservato. In primo luogo per la scelta di far commentare il provvedimento al vicesegretario (Fontana è però capo dipartimento Esteri della Lega) e non attraverso il leader Matteo Salvini, in secondo luogo per la posizione leghista, appunto fuori dal coro e con quell'atteggiamento da "bastian contrario" che più o meno recentemente sta caratterizzando il pensiero leghista, basti pensare alle posizioni prese su vaccini, restrizioni, green pass, tanto per fare gli esempi più eclatanti di questi ultimi mesi.
Da parte sua nel commentare l'espulsione dei diplomatici russi, Fontana è stato tranciante:
“La Farnesina avrà fatto le sue valutazioni, di certo, la storia insegna che la pace si raggiunge con il dialogo e la diplomazia e non espellendo i diplomatici”
Non è la prima in realtà che su temi spinosi (e in particolare su Esteri) Salvini, peraltro reduce recentemente dall'incidente diplomatico in Polonia con il sindaco di Przemysl, lascia la parola al suo vice.
Ma è chiaro che il suo è un silenzio che pesa.
Il capitolo Cremlino-Lega: dai diplomatici espulsi alla richiesta di dimissioni del "filorusso" Savoini
Ironia del destino, proprio ieri, martedì 5 aprile 2022, il capitolo Cremlino-Lega ha visto un'altra puntata che non è certo passata senza scossoni.
Nel pomeriggio di ieri, infatti, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione dove si chiedono le dimissioni dell'attuale vicepresidente del Corecom (il Comitato regionale per la comunicazione), Gianluca Savoini.
Il Pirellone ha approvato con voto segreto una mozione che chiede le dimissioni del leghista "filo-Putin".
Voto segreto, esito a sorpresa
La mozione era stata presentata da Michele Usuelli di Più Europa (firmata anche dagli altri gruppi di opposizione) ed è passata con 34 vpti a favore e 32 no.
Nel documento si "esprime il dissenso rispetto alla permanenza di Gianluca Savoini - per sua stessa ammissione, incondizionato ammiratore di un regime nemico della libertà di stampa e della verità - tra i componenti dell'autorità regionale che ha il compito di garantire e controllare la libera informazione in Lombardia e lo invita pertanto a rassegnare le dimissioni".
Savoini è il fondatore dell'associazione culturale Lombardia-Russia.