Salvini ospita Le Pen a Roma: "Da soli contro immigrazione clandestina. A qualcuno conviene guerra continui"

Un fronte sovranista che si ricompatta, in nome della “sovranità nazionale” e contro “l’Europa dei tecnocrati e dei lobbisti”. Matteo Salvini e Marine Le Pen, leader rispettivamente della Lega e del Rassemblement National, si sono ritrovati a Roma per dare nuova linfa all’alleanza dei cosiddetti “Patrioti per l’Europa”.

Un incontro scandito da un doppio appuntamento simbolico e politico: la partecipazione congiunta al Regina Caeli di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro e l’intervento di Le Pen alla scuola di formazione politica della Lega, dove è stata accolta come ospite d’onore.

Un nemico comune

Il nuovo pontefice, definito da entrambi “portatore di un messaggio disarmante di pace”, è stato il punto di partenza per un discorso più ampio, nel quale Salvini e Le Pen hanno collegato le crisi internazionali – dalla guerra in Ucraina all’instabilità energetica – a una presunta “strategia cinica” dell’Unione europea.

Secondo la leader francese, “la Commissione sfrutta con cinismo abietto ogni crisi, che sia migratoria, sanitaria o geopolitica, per sottrarre potere agli Stati sovrani”. Accuse pesanti, che trovano eco nelle parole di Salvini: “A qualcuno a Parigi, Berlino o Bruxelles conviene che le guerre proseguano”.

Il nemico comune resta l’attuale leadership europea, in particolare la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, bersaglio privilegiato delle critiche dei due leader. Le Pen non ha usato mezzi termini.

“Stiamo assistendo a una deriva antidemocratica. La Commissione vuole ora ingerire direttamente nei processi elettorali degli Stati membri”.

Per Salvini, il Green Deal promosso da Bruxelles è un “suicidio economico e ambientale” che rischia di compromettere l’industria e il potere d’acquisto dei cittadini europei. Le Pen rincara: “È il decreto di morte per agricoltori, industrie e famiglie”.

"Obiettivo una sola formazione sovranista"

Nonostante le divergenze con la premier italiana Giorgia Meloni – accusata velatamente per il suo sostegno a von der Leyen – Le Pen ha voluto riconoscere i risultati ottenuti dalla leader di Fratelli d’Italia sul piano economico e diplomatico: “Non è una sorpresa. Abbiamo differenze, ma ha saputo ottenere risultati importanti”. Un’apertura anche in vista di possibili alleanze future: “Non perdo la speranza che i sovranisti possano evolvere in una sola formazione”.

Un passaggio significativo, questo, che lascia intravedere la volontà di costruire un blocco compatto delle destre euroscettiche in vista delle elezioni europee e, nel caso francese, della corsa all’Eliseo del 2027.

Salvini non ha nascosto il proprio sostegno: “Marine Le Pen è una delle donne più importanti del continente e ha tutto il nostro appoggio per affrontare da vincitrice le prossime presidenziali”.

Salvini: "Da soli contro immigrazione clandestina"

A margine dell’incontro, non sono mancati gli attacchi a Emmanuel Macron. La leader del Rn ha messo in dubbio le reali intenzioni del presidente francese: “Non è la prima volta che cerca soluzioni, ma sempre senza successo. Mi chiedo se voglia davvero la pace o stia invece preparando la guerra”.

Salvini ha poi rivendicato la necessità di potenziare la difesa nazionale con risorse italiane, ma si è detto contrario all’idea di fare “nuovo debito per acquistare tre carri armati in Germania o due sommergibili altrove”.

“Meglio spendere per poliziotti, carabinieri, videocamere e taser – ha aggiunto – l’invasione da est non c’è, quella che affrontiamo è un’immigrazione clandestina che l’Europa ci ha lasciato soli a gestire”.

 “L’Unione europea è sempre più contestata dai popoli”, ha dichiarato poi Le Pen. “Noi patrioti porteremo avanti la grande impresa di ripristinare l’orgoglio e la sovranità nazionale nel mondo”.

Parole che hanno ricevuto l’applauso convinto della platea leghista, mentre Salvini ha concluso il suo intervento con un auspicio: “Viva l’Italia, viva la Francia, viva i Patrioti per l’Europa e viva l’Europa delle nazioni”. Un incontro che segna una tappa significativa nell’asse tra le destre nazionaliste europee e che potrebbe influenzare gli equilibri a Bruxelles dopo le elezioni del prossimo giugno.