Un nuovo attacco

Salvini esulta per il rinvio delle scadenze sul Green Deal, che ribadisce essere "un ragionamento sovietico"

“Se due grandi potenze come Stati Uniti e Cina vanno in una direzione e l’Europa, con i suoi 450 milioni di cittadini, segue una strada opposta, ci sono solo due possibilità: o siamo dei geni o ci stiamo facendo del male da soli”

Salvini esulta per il rinvio delle scadenze sul Green Deal, che ribadisce essere "un ragionamento sovietico"
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Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo a un convegno ad Assolombarda, torna ad attaccare il Green Deal europeo:

"E' un ragionamento sovietico, "tu devi comprare l'auto elettrica o ti multo", il problema non e' Trump o la Cina perché i dazi ce li stiamo auto-imponendo da anni con regolamenti e vincoli che arrivano da Bruxelles".

Il leader leghista si è inoltre felicitato per il cambio di rotta annunciato dall'Ue negli scorsi giorni scorsi, introducendo una maggiore flessibilità nelle politiche ambientali per supportare le imprese e garantire la competitività economica.

Salvini contro il Green Deal

Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso nuovamente la sua forte contrarietà al Green Deal europeo durante un intervento a un convegno organizzato da Assolombarda. Secondo il leader della Lega, l’intera strategia dovrebbe essere azzerata e ripensata completamente, piuttosto che semplicemente ricalibrata nei tempi di attuazione.

Contestualmente, il leader leghista, si era felicitato della notizia che, la Commissione europea, andrà a rivedere la legge per la messa al bando delle auto a benzina e diesel dal 2035:

"Un’altra vittoria: dopo il rinvio delle multe per le case automobilistiche che non si adeguano alle eco-follie del Green Deal, oggi la Commissione europea annuncia che rivedrà già quest’anno la legge per la messa al bando delle auto a benzina e diesel dal 2035, come fortemente voluto dalla Lega. Nonostante i disastri di Von der Leyen (che preferisce spendere centinaia di miliardi per le armi anziché sostenere lavoratori e imprese), siamo sulla strada giusta. Meglio tardi che mai".

Fra le novità principali, si prevede un’estensione delle deroghe sugli aiuti di Stato, permettendo agli Stati membri di continuare a sostenere finanziariamente la produzione di tecnologie pulite fino alla fine del decennio.

Confronto con le politiche internazionali

Salvini ha sottolineato come il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insediatosi il 20 gennaio, abbia impiegato solo un mese e mezzo per firmare quasi cento ordini esecutivi, tra cui uno dei primi dedicato proprio alla cancellazione del Green Deal.

“Se due grandi potenze come Stati Uniti e Cina vanno in una direzione e l’Europa, con i suoi 450 milioni di cittadini, segue una strada opposta, ci sono solo due possibilità: o siamo dei geni o ci stiamo facendo del male da soli”, ha dichiarato.

Il ministro ha poi espresso scetticismo nei confronti delle politiche europee sui dazi, sostenendo che il vero problema non sia tanto la minaccia di misure protezionistiche da parte di Trump, quanto l’autolimitazione dell’Europa con strategie come la transizione ecologica forzata.

La questione dell’auto elettrica: un’imposizione poco efficace

Parlando del settore automobilistico, Salvini ha criticato quello che ha definito un approccio “sovietico” dell’Unione Europea, secondo cui i cittadini sarebbero obbligati ad acquistare auto elettriche, pena sanzioni.

“Su 40 milioni di vetture circolanti in Italia, l’auto elettrica rappresenta solo il 4% del totale, nonostante gli incentivi. O gli italiani sono sciocchi e non si curano dell’ambiente, oppure i conti non tornano. Se un’auto costa di più e offre meno garanzie, è ovvio che si continui a preferire benzina e diesel. Infatti, rispetto all’anno scorso, abbiamo più immatricolazioni di auto a combustione rispetto a quelle elettriche, con un rapporto di dieci a uno”, ha aggiunto.