"Il fatto non sussiste"

Ruby ter: Berlusconi e tutti gli imputati assolti. Emilio Fede: "Solo io ho perso tutto"

Anche i 29 imputati risultano tutti assolti, qualcuno prosciolto per prescrizione per le posizioni minori, all'interno del processo

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Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 15 febbraio 2023, è stato assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese sul caso Ruby ter.

Anche i 29 imputati risultano tutti assolti, qualcuno prosciolto per prescrizione per le posizioni minori, all'interno del processo.

Oltre a Silvio Berlusconi, le assoluzioni, sempre con la formula "perché il fatto non sussiste", hanno riguardato tra gli altri Karima el Mahroug, meglio conosciuta come Ruby, e le 20 giovani ex ospiti delle serate di Arcore.

Berlusconi assolto nel processo Ruby ter

Sono bastate due ore di consiglio ai giudici Tremolada-Gallina-Pucci, della settima penale di Milano, per emettere il verdetto di assoluzione dopo 6 anni di processo. Per Berlusconi, imputato per corruzione, la Procura aveva chiesto 6 anni di reclusione e oltre 10 milioni di euro di confisca.

Prescritte, invece, solo poche imputazioni: una calunnia che era contestata a Roberta Bonasia (nei confronti di Ambra Battilana) e le presunte false testimonianze imputate a Simonetta Losi, moglie del pianista di Arcore, e Maria Rosaria Rossi, ex senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere. Disposto il dissequestro delle somme in contanti sequestrate durante le indagini.

Il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, in una nota in cui anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza , spiega che le giovani ex ospiti delle serate di Arcore, sentite nei 2 processi sul caso Ruby, "non potevano legittimamente rivestire l'ufficio pubblico di testimone", perché andavano indagate già all'epoca e sentite come testi assististe da avvocati. Non essendoci più le false testimonianze, in sostanza, cade anche la connessa accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca "l'ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi".

Il Pm mette i puntini sulle "i"

"Se tutto si basa su una lettura dei fatti nella quale dei soggetti testimoni pubblici ufficiali hanno ricevuto dei pagamenti per testimoniare il falso ma questo ruolo poi non viene riconosciuto, non viene confermato, è una questione squisitamente giuridica", ha spiegato la pm Tiziana Siciliano.

E ancora:

"Loro hanno mentito, è accertato con due sentenze passate in giudicato, questo è il presupposto".

Quando la pm parla di "squisitamente giuridico" fa riferimento alla "forma". In sostanza le ragazze soprannominate "olgettine" avrebbero dovuto essere interrogate come indagate assistite da un avvocato, non come testimoni e questo rende inutilizzabili le loro dichiarazioni nel Ruby ter.

Travaglio contro le motivazioni

A fare eco ai Pm anche il celebre giornalista Marco Travaglio, che pone l'accento sulle ragioni dell'assoluzione:

"l Codice penale vieta all'imputato di pagare sia i testimoni sia i coimputati che possono inguaiarlo. Ci sono montagne di prove che B. ha pagato 28 testimoni che potevano (e spesso minacciavano di) inguaiarlo dicendo la verità sul caso Ruby. E il Tribunale che fa? Lo assolve con tutte le testimoni prezzolate. Perché queste non andavano sentite con l’obbligo di rispondere e dire la verità. Bisognava indagarle come sue coimputate e interrogarle col diritto di tacere o mentire (in Italia mentire alla Giustizia è un diritto, nei Paesi civili è un crimine)".

Le reazioni

"Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte", ha scritto Berlusconi sui social.

La figlia dell'ex premier, Barbara Berlusconi:

"Mio padre è l'uomo più perseguitato del mondo, con 86 processi e più di 4000 udienze. Da figlia provo una doppia amarezza: oltre al danno di immagine, non tutti comprendono come i processi colpiscano l'animo, ma soprattutto la salute della persona indagata".

Anche la primogenita del leader di FI, Marina Berlusconi, non nasconde l'amarezza:

"Certo, la soddisfazione è grandissima, e il fatto che la giustizia riconosca finalmente la verità è importante, ma è una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto. Non solo per mio padre, anche per tutte le persone che lo amano e lo stimano, per i milioni di italiani che negli anni lo hanno votato. Una persecuzione del genere non si può cancellare così, con un colpo di spugna".

Anche colei che per tutti è diventata Ruby, ovvero Karima el Mahroug ha espresso una soddisfazione agrodolce:

"Ruby è stata tutta un'invenzione, il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo. Ho bisogno di tempo per assimilare ma sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori".

Non mancano le felicitazioni da parte dei compagni di partito:

"Una bellissima notizia - commenta  il ministro degli Esteri Antonio Tajani - che rende giustizia ad uomo attaccato tanto ingiustamente per motivi politici. Nessuno di noi dubitava della sua innocenza. Mi auguro che sia finita quella stagione: è stata tutta una montatura nei suoi confronti come dimostra che Berlusconi è stato assolto perché 'il fatto non sussiste'".

Anche il leader del Carroccio e compagno di maggioranza, Matteo Salvini, commenta:

"Felice per l'assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche".

Non manca la soddisfazione della premier Giorgia Meloni:

"L'assoluzione di Silvio Berlusconi è un'ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso".

L'amarezza di Emilio Fede

Ha commentato l'assoluzione anche l’ex direttore di Tg1 e Tg4, Emilio Fede, che a 91 anni, dice però anche di aver perso tutto dopo essere stato condannato in via definitiva nel 2019 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione. E anche se non ha scontato la pena in carcere, ora dice che si è fatto "otto anni ai domiciliari senza essere colpevole di nulla".

Ricostruisce così il suo ruolo nelle “cene eleganti” di Arcore:

Finivano a mezzanotte. Poi io uscivo, andavo all’edicola di piazzale Loreto a prendere i giornali, leggevo le prime pagine e telefonavo a Berlusconi per fargli il resoconto. L’ultima volta è stata la vigilia di due Natali fa. Ero stato in ospedale dopo una caduta e mi aveva chiamato: “Ciao Emilio? Ma cosa fai? Dai, vieni qua”. Ma io non potevo, ero in carrozzella. Poi non ci siamo più sentiti".

Il giornalista ha dichiarato a La Stampa che se dovesse incontrarlo ora, gli direbbe:

"Caro presidente, con le storie di Arcore la mia vita è finita ma la mia amicizia per te sarà per sempre. Ti prego, ora che hai ottenuto una meritata sentenza, per favore, dimmi, perché sono stato licenziato".

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