VICENDA PARADOSSALE

"Roba da matti", il figlio di Bossi che prende il reddito di cittadinanza

Il rampollo dell'ex leader leghista avrà 20 giorni per produrre una memoria difensiva. E' indagato per truffa aggravata allo Stato

"Roba da matti", il figlio di Bossi che prende il reddito di cittadinanza
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Se davvero la vicenda ha queste pieghe, verrebbe da dire "roba da matti".

Quasi da crearci una sorta di "il colmo per...".

In questo caso suonerebbe davvero paradossale perché sarebbe più o meno così:

"Il colmo per il leader della Lega del tormentone Roma Ladrona? Avere un figlio che prende (indebitamente?) il reddito di cittadinanza".

Furbetti del sud? Il reddito di cittadinanza lo prende il figlio di Bossi

Altro che furbetti del sud verrebbe allora da dire se alla fine il reddito di cittadinanza lo ha preso (se indebitamente o meno lo stabiliranno i giudici) anche Riccardo Bossi, il figlio maggiore del "senatur", nato dal primo matrimonio dell'ex leader della Lega, quando era ancora Lega Nord e addirittura con la dicitura..."per l'indipendenza della Padania".

La vicenda è emersa in queste ultime ore. Il primogenito di Bossi è indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato perché, secondo l'accusa, avrebbe incassato indebitamente 12mila e 800 euro come reddito di cittadinanza nel periodo tra il 2020 e 2023.

Nella fattispecie una cifra mensile di 280 euro per 43 mensilità.

La vicenda, cosa accadrà

Il pm del Tribunale di Busto Arsizio Nadia Alessandra Calcaterra ha depositato la documentazione di chiusura delle indagini e chiederà ora che Bossi Junior vada a processo.

Nel frattempo, Riccardo Bossi avrà 20 giorni per depositare una memoria difensiva. 

Secondo l'accusa la richiesta del reddito di cittadinanza era legata al pagamento delle mensilità del canone di locazione di un appartamento dal quale però pare Bossi fosse già stato sfrattato per morosità.

Ecco perché al rampollo è contestato il reato di truffa aggravata.

Cognome "pesante", vita tormentata

Certo il cognome "pesante" non ha aiutato come spesso avviene in questi casi. Riccardo Bossi aveva lavorato senza troppo fortuna (né entusiasmo) nella segreteria della Lega (mentre il fratellastro Renzo era stato anche consigliere regionale), poi aveva cercato miglior sorte come pilota di rally e altre attività imprenditoriali.

Senza lasciare il segno.

In compenso, negli anni aveva avuto altri guai con la giustizia. Nel 2016 era stato condannato per appropriazione indebita (di fondi pubblici della Lega), nello stesso anno aveva avuto una condanna di 10 mesi per truffato dei gioiellieri, mentre nel 2020 era finito nei guai per essersi impossessato indebitamente di due moto d'acqua del valore di 30mila euro.

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