Riforma Cartabia, corsa contro il tempo per la giustizia tra scioperi dei magistrati e mal di pancia
Dopo il via libera dalla Camera su uno dei temi più discussi e controversi della nostra politica si dibatte ancora. La Lega si mantiene scettica.
Riforma Cartabia, corsa contro il tempo per la giustizia tra scioperi e mal di pancia. Ieri lo sciopero dei magistrati in attesa della discussione al Senato dove la Lega attraverso il leader Matteo Salvini ha già annunciato delle modifiche.
Il tutto mentre da Giulia Bongiorno, massimo esponente leghista in tema Giustizia sono arrivate anche poche ore fa vere e proprie picconate alla riforma portata avanti dal ministro.
Del resto, per la riforma della giustizia, un nodo spinoso che da anni divide le forze politiche di tutte le posizioni si è parlato addirittura di una vera e propria lotta contro il tempo, tanto da far discutere animosamente sulla data di oggi, 17 maggio o su quella del 24 come auspicato proprio da Salvini.
Riforma, lo sciopero dei magistrati
Sulla riforma della giustizia, dopo il via libera dalla Camera su uno dei temi più discussi e controversi della nostra politica e in attesa del voto al Senato, ieri, lunedì 16 maggio, è stata la giornata dello sciopero dei magistrati.
E come accade in questi casi, ci si è divisi non solo sulle posizioni, ma anche sui numeri.
C'è chi infatti ha bollato lo sciopero come un flop attestandolo al 48% di adesioni e chi ne ha commentato il buon risultato stimando invece la partecipazione dei magistrati a oltre il 60%.
"Ah, con Berlusconi..."
Numeri comunque che sarebbero ben lontani, come hanno fatto osservare i maligni, "da quando si scioperava contro le strategie del Governo Berlusconi, quando si raggiungevano adesioni dell'85%".
Un flop che ha avuto come casi più eclatanti le città di Roma e Torino, mentre numeri più alti ci sono stati a Bologna, Bari e Brescia.
Le picconate della Lega
Sul fronte della maggioranza, la Lega rimane in posizione vigile. Come detto Salvini ha da tempo annunciato modifiche per il passaggio al Senato e ha dibattuto fino all'ultimo anche per cambiare data proprio alla discussione al secondo ramo del Parlamento.
Ma sui contenuti della riforma, in queste ore si registra anche la bocciatura di Giulia Bongiorno, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega:
"Non serve una riforma di questo genere, io sono stra-favorevole al sorteggio. La legge è uguale per tutti, ma i giudici no, questo non è una offesa ai giudici. Ogni norma ha una parte certa e una zona di penombra in cui ciascun giudice fa opzione interpretativa. Il magistrato non è quello che ha lo zainetto con le sue idee".
E ha aggiunto:
"Il magistrato deve avere la capacità di lasciare quello zainetto delle sue idee e poi valutare correttamente se processare chi non la pensa come lui, per esempio sull’immigrazione clandestina. Il problema è l’etica di quel giudice che deve avere la volontà di lasciare quelle idee".
Il voto alla Camera di fine aprile
A fine aprile, come noto, il documento aveva avuto semaforo verde dal Parlamento, ma aveva pesato la posizione di Italia Viva, mentre il ministro Cartabia aveva commentato laconicamente:
"Il testo migliore possibile".
Per diventare legge ora il testo dovrà essere approvato anche in Senato.
Il documento proposto dal ministro Marta Cartabia introdurrà il divieto di esercitare funzioni giurisdizionali e ricoprire, in contemporanea, cariche elettive locali o nazionali e governative. Gli eletti dovranno collocarsi in aspettativa per l’assunzione dell’incarico, senza assegno nel caso di carica locale.
I magistrati che hanno ricoperto cariche elettive o incarichi di governo con mandato di almeno un anno non potranno più tornare a svolgere funzioni giurisdizionali. Diverso il caso di magistrati candidati ma non eletti, che per tre anni non potranno più lavorare nella Regione che ricomprende la circoscrizione elettorale in cui si sono candidati, né in quella dove si trova il distretto in cui lavoravano
Riforma giustizia, i nodi più spinosi
Il nuovo testo sul tema magistrati e "nuove carriere" è piuttosto esauriente. Tanto è vero che in più punti viene affrontata la questione, da tempo ritenuta, anche a livello mediatico e di opinione pubblica, una delle più spinose.
Ecco perché i redattori del documento si sono occupati in larga parte anche dei candidati non eletti: non potranno assumere incarichi direttivi e svolgere funzioni penali delicate come ad esempio quelle di pubblico ministero, di giudice per le indagini preliminari e di giudice per l’udienza preliminare.
Ancora sui candidati non eletti
Ma non solo. I magistrati che hanno svolto ruoli come quelli di capo di gabinetto, capo dipartimento e segretario generale nei ministeri, dopo un mandato di almeno un anno, dovranno restare per un anno fuori ruolo, senza svolgere funzioni apicali.
Per tre anni non potranno inoltre ricoprire incarichi direttivi. Tra l'altro, al momento sono 200 i magistrati "fuori ruolo" ammessi dalla legge. La riforma va a ridurre il limite, ma il numero preciso verrà stabilito con i decreti attuativi. Il documento prevede che i magistrati non possano essere collocati fuori ruolo prima che siano passati 10 anni dall’inizio dell’effettivo esercizio delle funzioni giurisdizionali.
Riforma giustizia, separazione delle funzioni
Il testo prevede un limite ai passaggi di funzioni tra magistratura giudicante e requirente: sarà possibile esercitare questa facoltà una sola volta. Il passaggio dovrà avvenire nei primi dieci anni di carriera, a meno che non si tratti di passaggio da pm a giudice civile e viceversa.
Nel calcolo non viene incluso il periodo di tirocinio di 18 mesi. Il limite non opera per il passaggio al settore civile, in quello dal settore civile alle funzioni requirenti e per l’ingresso in Procura generale presso la Cassazione.
Accesso in Magistratura e formazione
Si potrà accedere al concorso pubblico per entrare in magistratura direttamente dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza. Verranno così valorizzati i tirocini formativi e non ci sarà più l'obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione.
E proprio la scuola di Magistratura organizzerà corsi di preparazione al concorso che avrà tre elaborati scritti e una riduzione delle materie orali.
Riforma giustizia e Consiglio superiore magistratura
I membri del Csm (24) tornano a essere 30. Insieme ai tre componenti di diritto, il presidente della Repubblica, il primo presidente di Cassazione e il procuratore generale della Cassazione ci saranno 20 membri togati e 10 laici (dove è richiesta la parità di genere).
La bocciatura dell'opposizione, perplessità della maggioranza
A fronte del commento del ministro, sul documento (approvato con 328 favorevoli, 41 contrari e 25 astenuti) è arrivata la stroncatura dell'opposizione. Italia Viva si è astenuta, di fatto bollando il documento come una "mezza riforma, inutile".
Contrari Fratelli d'Italia e Alternativa ("Una riforma pericolosa"), mentre in vista del passaggio al Senato il ministro ha cercato addirittura di "contingentare" la discussione solo alla Camera. Proposta bocciata da Lega e Forza Italia.
Non è escluso però che al Senato il Governo chieda la fiducia per un documento (modificato ed emendato) che si attende al voto da ormai due anni.
Giustizia, i referendum di giugno
E sullo sfondo, ma forse un po' usciti fuori dai radar delle agende politiche, ci sono i referendum calendarizzati per il 12 giugno sul tema Giustizia promossi dalla Lega con i suoi gazebo di raccolta firme dei mesi scorsi.
Un'iniziativa che aveva avuto un buon successo di adesioni e sottoscrizioni, ma che poi alla conta dei fatti, dovrà confrontarsi con un'impresa titanica: il raggiungimento del quorum, considerato praticamente impossibile.
Sono cinque i quesiti su cui il partito di Salvini chiederà agli italiani di esprimersi:
- Incandidabilità dopo la condanna: il referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del Governo. Consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi.
- Separazione delle carriere: si chiede lo stop delle cosiddette “porte girevoli” impedendo al magistrato di passare dal ruolo di giudice a quello di pubblico ministero durante la sua carriera.
- Riforma Consiglio superiore della magistratura: un magistrato non debba più raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio superiore della magistratura.
- Custodia cautelare durante le indagini: si chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo.
- Valutazione degli avvocati sui magistrati: si chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità.