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Riforma della Maturità: come cambia l’esame nel 2026

Bocciato chi fa scena muta, seconda prova multidisciplinare e niente 100 senza 9 in condotta

Riforma della Maturità: come cambia l’esame nel 2026

Arriva in Consiglio dei ministri oggi, 4 settembre 2025, il decreto Scuola che introduce importanti novità sugli esami finali delle scuole superiori.

Dal 2026, infatti, la storica prova non si chiamerà più “esame di Stato”, ma tornerà ufficialmente ad essere denominata esame di Maturità. Oltre al cambio di nome, sono previste modifiche sostanziali che riguardano date, prove e criteri di valutazione.

La nuova calendarizzazione

La prima novità riguarda il calendario: la prima prova scritta di italiano si terrà giovedì 18 giugno 2026. Tradizionalmente gli esami iniziavano di mercoledì, ma la scelta del giovedì rappresenta un piccolo cambio di abitudine per studenti e scuole.

Il colloquio orale: scena muta inammissibile

Il cuore della riforma riguarda il colloquio orale, che verrà completamente ripensato. Secondo le indicazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, l’obiettivo è valutare non solo le conoscenze disciplinari, ma soprattutto l’autonomia, la consapevolezza critica e la capacità di argomentazione degli studenti.

Il nuovo orale sarà multidisciplinare e punterà a far emergere il percorso formativo nel suo complesso. Saranno valorizzati anche i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO) e l’insegnamento di educazione civica. In altre parole, conterà molto di più la crescita personale e la maturità complessiva del candidato.

Un punto particolarmente discusso riguarda l’obbligo di sostenere l’orale. Finora, in casi isolati, alcuni studenti avevano deciso di non presentarsi al colloquio pur avendo superato gli scritti, riuscendo comunque a ottenere il diploma grazie ai crediti accumulati. Dal 2026 ciò non sarà più possibile: chi rifiuterà di partecipare al colloquio dovrà ripetere l’intero anno scolastico.

Prima e seconda prova: cosa rimane e cosa cambia

La prima prova scritta di italiano resterà invariata nella struttura. Più incertezza riguarda la seconda prova, che varierà a seconda dell’indirizzo di studi, ma potrebbe subire alcune modifiche rispetto agli anni precedenti.

Condotta e ammissione all’esame

Un ruolo centrale sarà attribuito al voto di condotta:

  • per ottenere il massimo del credito scolastico sarà necessario almeno un 9;
  • chi si fermerà alla sufficienza (6) dovrà presentare una tesina orale su temi di cittadinanza attiva e solidale;
  • con un voto inferiore al 6 non si verrà ammessi alla Maturità.

Gli altri criteri di accesso restano sostanzialmente invariati: partecipazione alle prove nazionali Invalsi, completamento dei PCTO e sufficienza in tutte le materie.

Le reazioni

La riforma divide. I presidi dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp) la giudicano positivamente. Cristina Costarelli, presidente Anp del Lazio, ha sottolineato che l’esame deve riflettere la maturità raggiunta dagli studenti, premiando le competenze trasversali e la capacità di muoversi tra le discipline. Giudizio favorevole anche sulla scelta di rendere obbligatoria la prova orale.

Gli studenti, invece, manifestano forte contrarietà. La Rete degli studenti medi e l’Unione degli studenti parlano di una scuola “autoritaria e repressiva” e contestano l’assenza di dialogo con la comunità studentesca. Federica Corcione, dell’esecutivo nazionale dell’Uds, denuncia che mentre il ministro esalta l’educazione civica, nei fatti mancano reali spazi di confronto e partecipazione.

Le altre misure del ministero

Il decreto Maturità arriva dopo mesi in cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ha introdotto diversi provvedimenti per il mondo scolastico:

  • riforma del voto in condotta e delle sospensioni;
  • divieto di utilizzo dei cellulari a scuola, valido anche per gli studenti delle superiori;
  • assicurazione sanitaria per il personale scolastico;
  • pene più severe, fino all’arresto in flagranza, per genitori e familiari che aggrediscono docenti e personale;
  • possibilità di riconfermare i supplenti annuali di sostegno su richiesta delle famiglie;
  • assunzione di 1.000 docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano agli studenti stranieri.