Lo scorso 4 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato tre disegni di legge delega finalizzati a una profonda riforma degli Ordini professionali. Interessate sono, nello specifico, professioni sanitarie e altri 15 Ordini, che vanno dagli avvocati agli architetti, dai consulenti del lavoro ai geometri e ai periti, dagli attuari agli ingegneri. Rinviato, invece, l’esame del disegno di legge delega relativo alla professione di dottore commercialista e di esperto contabile.
“Un intervento atteso da anni con l’obiettivo di semplificare, sburocratizzare e valorizzare le singole professioni – afferma il movimento politico Meritocrazia Italia -.La riforma relativa all’ordinamento forense segue quella introdotta con il d.P.R. n. 137 del 2012, che già ridisegnava in maniera organica l’ordinamento delle professioni. Si punta oggi a modernizzare la figura dell’avvocato, semplificare la macchina burocratica, e rafforzarne la formazione per stare al passo di una giustizia sempre più digitalizzata. Si ribadisce il principio di libertà e indipendenza dell’avvocato attraverso il ripristino del giuramento professionale. Vengono considerate esclusive dell’avvocato le attività di consulenza e assistenza legale se svolte in modo continuativo, sistematico, organizzato e connesse all’attività giurisdizionale; vengono confermato il carattere personale dell’incarico, anche quando l’avvocato esercita all’interno di un’associazione o società professionale, e il principio della libera pattuizione delle parti e dell’equo compenso, introducendo la solidarietà nel pagamento da parte di tutti i soggetti coinvolti in un procedimento giudiziale”.
“È previsto che l’emanazione e/o la modifica del Codice Deontologico forense avvenga per mano del Consiglio nazionale forense, e viene rafforzata la disciplina del segreto professionale – si legge ancora nella nota di Meritocrazia Italia -. Il disegno di legge regola anche lo svolgimento della professione in forma collettiva, stabilendo che un’associazione possa essere qualificata come “forense” solo se la maggioranza degli associati sono avvocati; quanto alla costituzione di società tra professionisti (STP), e quindi anche tra avvocati, la delega prevede che i titolari di una partecipazione sociale corrispondente ad almeno due terzi non solo del capitale e dei diritti di voto, ma anche del diritto di partecipazione agli utili, debbano essere avvocati iscritti all’albo. Viene poi ammessa la costituzione di reti professionali multidisciplinari e all’avvocato conferita la possibilità di esercitare la professione partecipando a dette reti, ma in questo caso un contratto di rete può avere per oggetto attività forensi solo se vi partecipano almeno due avvocati iscritti all’albo”.
“Infine – prosegue il comunicato del movimento politico Meritocrazia Italia – la legge delega interviene su una tematica molto cara agli avvocati, che è quella monocommittenza e sulla collaborazione continuativa all’interno degli studi legali, classificando tale attività come prestazione d’opera professionale intellettuale, così da favorire l’accesso al mercato e preservare l’autonomia e l’indipendenza dell’avvocato e ampliare il catalogo delle attività “compatibili” con la professione di avvocato; vengono aggiunte cariche o funzioni quali amministratore unico o consigliere delegato di società di capitali, amministratore di condominio e agente sportivo, confermando, infine, la compatibilità con l’insegnamento o la ricerca in materie giuridiche”.
“La riforma delle professioni sanitarie mira a un’ampia rimodulazione dell’attuale sistema sia dal punto di vista formativo che ordinistico – si prosegue -. Il fine principale è quello di rafforzare l’attrattività del SSN e di garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure. Anzitutto sono previsti interventi a sostegno della carriera e la revisione di percorsi formativi come l’istituzione della Scuola di specializzazione per la medicina generale. Un intervento di rilievo riguarda la responsabilità medica; nello specifico, la punibilità – a valle del rispetto delle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o delle buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto – è limitata ai soli casi di colpa grave (omicidio colposo e lesioni personali colpose)”.
“Inoltre si introduce un articolo in materia di colpa nell’attività sanitaria, individuando specifici parametri sulla base dei quale il Giudice procede all’accertamento della stessa e del suo grado (ad esempio la scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, le eventuali carenze organizzative nonché la complessità della patologia del paziente). Il Governo interviene in materia di assunzione: si torna a discutere sulla possibilità, almeno in fase iniziale, di assumere i medici di base con contratti di lavoro subordinato e non in convenzione come è previsto oggi. Resta fermo l’obbligo di garantire un servizio minimo presso le case di comunità, rafforzando così il legame tra professionisti e territorio. Non mancano poi incentivi economici e la possibilità di crescita professionale. Infine si punta a favorire la diffusione dell’intelligenza artificiale in sanità, con un sistema nazionale di certificazione delle competenze per valorizzare il capitale umano e aumentare gli standard di sicurezza, produttività e qualità”.
“Quanto poi alla riforma delle altre categorie professionali (agrotecnici, architetti, assistenti sociali, attuari, consulenti del lavoro, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, periti agrari, periti industriali, spedizionieri doganali e consulenti in proprietà industriale), si rivede e riordina la normativa vigente al fine di renderla più performante e al passo con i tempi e con gli standard europei. In particolare, è oramai divenuto improcrastinabile un intervento normativo che modernizzi, digitalizzi, renda equo e inclusivo il sistema ordinistico“.
“La riforma incide insomma su diversi fattori revisione della formazione continua e del tirocinio, con l’intento di riformare e riorganizzare la disciplina del tirocinio professionale, anche in ottica di snellimento e ottimizzazione dei percorsi di accesso alle professioni; revisione della disciplina delle società tra professionisti (STP), con particolare riferimento alle modalità di iscrizione agli Albi professionali e al registro delle imprese, al fine di semplificare le procedure e favorire nuove forme di esercizio della professione”.
Le proposte di Meritocrazia Italia
Meritocrazia Italia esprime il proprio apprezzamento per l’iniziativa, ma auspica che ci sia continuità e perseguimento degli obiettivi prefissati nella legge delega al fine di rendere le professioni ordinistiche ancor più conformi agli standard europei, inclusive e sempre improntate al merito. Per tale motivo, ritiene ci siano alcuni interventi che possano essere realizzati a completamento della già strutturata e imponente riforma, e propone:
- un monitoraggio periodico (semestrale o annuale) dell’efficacia dell’attuazione della riforma, con report pubblici e accessibili, per garantire alcune concretezza e responsabilità;
- l’istituzione di tavoli consultivi permanenti con rappresentanti delle categorie professionali coinvolte – inclusi commercialisti, avvocati, tecnici, sanitari – per accompagnare e monitorare la definizione dei decreti attuativi, garantendo merito, trasparenza e ascolto territoriale;
- l’adozione di criteri trasparenti e standardizzati per l’applicazione del principio dell’equo compenso, con rappresentanza interna agli Ordini, e istituzione di organismi di audit esterno sul rispetto di tali criteri;
- la creazione di una piattaforma digitale unificata per la semplificazione dell’iscrizione alle STP (Albo + Registro Imprese) con riduzione drastica dei tempi e costi burocratici;
- la formazione e tirocinio professionalizzante, con crediti standard europei, alternanza realistica tra teoria e pratica, e monitoraggio della qualità delle sedi di tirocinio;
- programmi intergenerazionali di mentorship, con incentivi (anche fiscali) per i professionisti senior che affiancano i giovani, instaurando una trasmissione attiva di competenze e cultura professionale;
- priorità all’esame del decreto su commercialisti/esperti contabili, per evitare disparità e ritardi ingiustificati.