LE RICHIESTE

Riduzione dei titoli di studio per i ruoli tecnici del Ministero della Cultura: Meritocrazia Italia chiede una riforma stabile dell’ordinamento del personale

"La cultura è il cuore dell’identità italiana e il patrimonio storico-artistico non può essere gestito da figure senza formazione specialistica"

Riduzione dei titoli di studio per i ruoli tecnici del Ministero della Cultura: Meritocrazia Italia chiede una riforma stabile dell’ordinamento del personale

“Una recente circolare della Direzione Generale Risorse Umane del Ministero della Cultura semplificava i requisiti di accesso ai ruoli tecnici del Ministero riducendo il titolo richiesto alla sola laurea magistrale. Un allarme per il futuro della tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale colto da tante associazioni. E il provvedimento è stato revocato”, ha affermato il movimento politico Meritocrazia Italia.

“Secondo la normativa in vigore, per ricoprire incarichi importanti come funzionario archeologo, storico dell’arte, archivista o restauratore era necessario il diploma di una Scuola di Specializzazione biennale, oppure un dottorato o un master biennale. Come evidenziato da esperti del settore, una riforma del tipo inizialmente previsto avrebbe procurato la paradossale situazione in cui dirigenti del MiC, privi di formazione specialistica, avrebbero coordinato figure con competenze accademiche superiori (specializzati, dottorandi, restauratori), compromettendo autorevolezza, credibilità e competenza tecnica nei progetti di tutela”.

“In più, il Ministero della Cultura continua a dover gestire un forte deficit di personale specializzato: attualmente molti storici dell’arte rispondenti ai bandi concorsuali segnalano incertezze su assunzioni e sulla valorizzazione del proprio profilo professionale”.

Le richieste di Meritocrazia Italia

Per evitare che la recente crisi si ripeta e per garantire un futuro serio e qualificato alla gestione del patrimonio culturale italiano, Meritocrazia Italia chiede:

  •  una riforma stabile dell’ordinamento del personale MiC e di ridiscutere le qualifiche minime necessarie per i ruoli tecnici e di elevata professionalità, ribadendo l’obbligo del post-lauream (specializzazione, dottorato, master) nel lungo termine;
  • creare un fondo pubblico dedicato alle scuole di specializzazione e ai dottorati in Beni culturali, per finanziare borse di studio, strutture, laboratori e tirocini;
  • implementare un sistema di aggiornamento e valutazione professionale per i funzionari del MiC, con formazione continua su aspetti tecnici (restauro, diagnostica, archeologia) e manageriali (progettazione, pianificazione culturale).

La cultura è il cuore dell’identità italiana e il patrimonio storico-artistico non può essere gestito da figure senza formazione specialistica. Serve una visione a lungo termine: non solo per difendere le scuole di specializzazione, ma per rilanciare una strategia di valorizzazione culturale che metta la competenza al centro. Senza persone preparate, il nostro patrimonio non solo è a rischio, ma a pericolo di banalizzazione”, conclude Meritocrazia Italia.