INCHIESTA

Renzi-Open, il dado è tratto: si va in Tribunale, chiesto il rinvio a giudizio dell'ex premier

Tutti a processo è la richiesta della Procura di Firenze. Ma l'ex presidente del Consiglio rilancia e denuncia i tre giudici dell'inchiesta.

Renzi-Open, il dado è tratto: si va in Tribunale, chiesto il rinvio a giudizio dell'ex premier
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Il dado è tratto. Chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Renzi nell'inchiesta per finanziamento illecito legata alla Fondazione Open. Dopo un lungo tormentone e polverone mediatico, nelle scorse ore la vicenda ha assunto ancor più ufficialmente i contorni giudiziari: la Procura di Firenze ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di 11 persone che risultavano indagate.

Renzi-Open, chiesto il rinvio a giudizio per l'ex premier

Tra questi anche l'ex premier Matteo Renzi. Come ormai noto l’inchiesta della Procura del capoluogo toscano si era sviluppata sulle presunte irregolarità nei finanziamenti a Open, la fondazione nata per sostenere proprio le iniziative politiche dell’ex presidente del Consiglio.

L’udienza preliminare si terrà il 4 aprile prossimo.

Renzi-Open, il filone dell'inchiesta

Sotto la lente del filone investigativo sono finite le donazioni alla fondazione che ha finanziato alcune edizioni della Leopolda (la kermesse politica di Renzi) e si sono poi ripetute periodicamente nel periodo in cui l'ex sindaco di Firenze è diventato prima segretario nazionale del Partito democratico e poi presidente del Consiglio.

In buona sostanza, secondo il teorema accusatorio la Fondazione Open era diretta dallo stesso Renzi e costantemente legata a sostenere economicamente le sue attività politiche.

La prima svolta

Verso la fine dell'anno, il 19 ottobre i pm Luca Turco e Antonino Nastasi, titolari dell'inchiesta, avevano inviato un avviso di conclusione indagini a undici persone e quattro società contestando, a vario titolo, il finanziamento illecito ai partiti, la corruzione, il riciclaggio, il traffico di influenze. Per l’accusa, insomma, la fondazione agiva come articolazione di partito.

Praticamente un anno prima però l'indagine era di fatto diventata di dominio pubblico dal momento che la Procura di Firenze avviò, attraverso la Guardia di Finanza decine di perquisizioni in case, aziende e conti correnti dei finanziatori della Fondazione Open in diverse città di tutta Italia.

Gli indagati

Come detto, la richiesta della Procura è che tutte le persone finite indagate in questo quadro investigativo vadano a processo. Tra loro spicca l'ex ministro e ora deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi.

E poi ancora l'ex ministro allo Sport e ora Segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica, Luca Lotti, l’ex presidente della stessa Fondazione Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. Ma non solo. Nell’inchiesta sono coinvolte anche quattro società.

La denuncia dell'ex premier contro i tre giudici dell'inchiesta

La vicenda avrà però altri contraccolpi giudiziari. Renzi, attraverso una nota del suo ufficio stampa ha fatto sapere di aver denunciato i tre giudici che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio:

"Il senatore Renzi ha provveduto a firmare una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi. L’atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del’articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell’articolo 323 del codice penale. Renzi ha chiesto di essere ascoltato dai Pm genovesi riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro Creazzo, Turco, Nastasi"

Renzi-Open, il commento dell'ex premier

Da parte sua, davanti all'ufficializzazione della richiesta di rinvio a giudizio, Renzi ha usato parole di fuoco nei confronti dei giudici, intervenendo a Radio Leopolda:

"Io sono innocente e spero lo siano anche i giudici e per certificarlo abbiamo chiesto a dei magistrati, perché ci fidiano dei magistrati, di verificare il loro operato. Lo sanno tutti che questa vicenda finirà in un buco nell'acqua. Non c'è reato. Non faccio il berlusconiano, ma non faccio nemmeno il buonista. Saranno dei magistrati a decidere se quello che hanno fatto è corretto oppure no. Mi assumo la responsabilità di questa strategia legale".

E ancora in un altro passaggio:

"Ho indegnamente parafrasato la frase di Enzo Tortora vittima di una ingiusta detenzione e campagna di odio. Li chiamano giudici, io li chiamo persecutori perché coloro che furono protagonisti di quella indegna campagna hanno fatto carriera".

 

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