maggioranza spaccata

Regione Lombardia: scontro sul suicidio assistito della paziente lombarda. Bertolaso: "Dobbiamo dare risposte"

FdI: "Non siamo stati coinvolti". L'assessore al Welfare ha confermato la sua linea di condotta: di fronte a richieste legittime di persone che vivono una condizione insostenibile, occorre prendere decisioni chiare

Regione Lombardia: scontro sul suicidio assistito della paziente lombarda. Bertolaso: "Dobbiamo dare risposte"
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Tensioni nella maggioranza di centrodestra in Lombardia dopo il primo caso di suicidio assistito mediante il Sistema Sanitario Nazionale nella regione.

Suicidio assistito: tensioni nella maggioranza lombarda

L'assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha risposto alle polemiche interne ribadendo l'obbligo istituzionale di dare seguito alle richieste sul fine vita, ricordando che "una sentenza della Corte Costituzionale ha valore di legge" e che è responsabilità della Regione gestire queste procedure nel modo più prudente e rispettoso possibile.

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Attilio Fontana, Guido Bertolaso

Ha sottolineato come il caso di "Serena", una donna di cinquant'anni che ha scelto di porre fine alla sua sofferenza dopo una lunga malattia, sia stato trattato con la massima discrezione, come richiesto dalla famiglia. Bertolaso ha voluto rimarcare la sua lunga carriera dedicata al servizio dei cittadini, affermando che spesso ha dovuto prendere decisioni difficili, non sempre in linea con le aspettative politiche. Questa presa di posizione ha scatenato le critiche di Fratelli d'Italia (FdI), che ha manifestato malcontento per il metodo adottato nella gestione del caso.

Bertolaso nel mirino di FdI e Lega

Le tensioni sono esplose durante la riunione di giunta, dove FdI ha accusato l'assessore di aver agito senza il dovuto coinvolgimento, specialmente considerando che solo pochi mesi fa il Consiglio regionale aveva dichiarato la non competenza della Regione in materia di suicidio assistito. I meloniani hanno chiesto maggiore rispetto per le decisioni del Consiglio, sottolineando che mentre in Aula si discuteva, in parallelo si stavano già predisponendo protocolli e comitati.

FdI ha inoltre lamentato di aver appreso la notizia del suicidio assistito della donna tramite la stampa, senza essere stati consultati sul percorso seguito. Tuttavia, la Regione ha chiarito che fu la paziente stessa, attraverso il proprio legale, a chiedere che la vicenda non fosse resa pubblica. Nonostante il malumore, la posizione della Regione rimane ferma: le richieste di suicidio assistito verranno valutate caso per caso dal comitato etico regionale, secondo i quattro requisiti stabiliti dalla sentenza della Consulta.

All'interno della Lega emergono divisioni tra l'ala più cattolica e quella più laica, sebbene il partito abbia mantenuto un atteggiamento cauto, supportato anche dalla libertà di coscienza lasciata da Matteo Salvini sul tema del fine vita.  Il vicepremier ha, inoltre, lanciato un sondaggio sui sul suo profilo Instagram, chiedendo agli utenti se ritengano corretto che il Parlamento italiano approvi una normativa sul fine vita. Mostrando, di fatto, un'apertura in linea con un altro big del suo partito: Luca Zaia.

Il quesito posto dal segretario della Lega è stato:

"Sarebbe giusto, secondo te, che il Parlamento approvasse una legge sul fine-vita, per stabilire criteri, modi e tempi per permettere ai malati terminali di decidere, in piena coscienza, di porre fine alla propria esistenza?"

 

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Si stanno svolgendo riunioni per decidere il da farsi in vista della prossima seduta del Consiglio regionale. Al momento, un'eventuale mozione di sfiducia nei confronti di Bertolaso è esclusa: la Lega vuole evitare di creare fratture che favorirebbero l'opposizione. FdI, dal canto suo, sta valutando se presentare un documento critico, ma esclusivamente sul merito del tema, per ribadire la propria contrarietà al suicidio assistito. Il Carroccio assicura che non vi siano scontri in atto, bensì la volontà di restare uniti anche davanti a scelte tanto complesse.

Bertolaso ha confermato la sua linea di condotta, rispettosa delle diverse opinioni, ma decisa: di fronte a richieste legittime di persone che vivono una condizione insostenibile, occorre prendere decisioni chiare.

La morte della cinquantenne lombarda è avvenuta nella sua abitazione, senza l'intervento diretto del servizio sanitario pubblico, ma con l'assistenza di un medico di fiducia scelto dalla paziente, nel pieno rispetto delle determinazioni della Corte Costituzionale. "Siamo stati estremamente riservati" ha sottolineato Bertolaso, aggiungendo che l'evento, avvenuto a metà gennaio, è stato reso noto solo dopo giorni, con il consenso della famiglia. "Quando vogliamo fare le cose in modo serio e concreto, lo sappiamo fare. Non abbiamo voluto prevaricare nessuno".

Cosa dice la legge?

Il suicidio assistito è già possibile con la sentenza Cappato che - pur non essendo una legge - dal 2019 è permesso ai pazienti che presentano situazioni intollerabili, e previa verifica dei casi, di autosomministrarsi un farmaco letale e porre fine alle proprie sofferenze. Il nodo è piuttosto quello di fare ordine in una selva burocratica che rende una calvario per i malati il raggiungimento di un loro diritto sancito. Ovvero i famosi "tempi certi".

Il problema, dunque, non è l'attuazione di un diritto già sancito, bensì la difficoltà di garantirlo al cittadino che corrisponde a questi requisiti, mancando una legge regionale che indica modalità e tempi certi. Emblematico, in tal sento, il caso toscano di Gloria, che si è vista riconoscere il suo diritto ad accedere al suicidio assistito soltanto in seguito ad un calvario burocratico. Crudele ironia della sorte: la sentenza è giunta quando la donna si trovava ormai in punto di morte, non potendo più beneficiare di un proprio diritto.

Toscana: Centrodestra punta a bloccare la legge regionale

Il tema del fine vita non sta creando frizioni esclusivamente in Lombardia. Mentre al Pirellone andava in scena lo scontro con Bertolaso, in Toscana - prima e unica regione in Italia ad aver recentemente approvato una legge che dispone modi e tempi certi per accedere al fine vita - il Centrodestra si è mosso per bloccarla. Il Consiglio regionale della Toscana ha presentato ricorso al collegio di garanzia statuaria per la verifica di conformità, rispetto allo statuto della Regione, della legge sul suicidio medicalmente assistito.  lo hanno annunciato i capigruppo di Forza Italia, Marco Stella, di Lega, Elena Meini e di Fdi, Vittorio Fantozzi. Il collegio di garanzia ha fino a 30 giorni per esprimersi: durante questo lasso di tempo la legge non può essere promulgata.

Le altre regioni

Da sempre sensibile al tema, anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, è tornato a sollecitare l'approvazione di una legge nazionale sul fine vita. In Veneto, ha spiegato, si sta valutando l'introduzione di una circolare che "dovrebbe definire delle regole" in linea con la sentenza della Consulta del 2019.

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Mentre si attende un pronunciamento a livello nazionale, in dieci Regioni italiane la discussione sulla legge è in sospeso. In Valle d'Aosta, Lazio, Campania, Sardegna, Abruzzo, Liguria e Sicilia le proposte di legge sono già state depositate, ma devono ancora iniziare l'iter parlamentare. Analoghe iniziative ispirate a "Liberi Subito" sono state presentate anche in Calabria, Puglia e Marche.

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