Domenica 12 e lunedì 13 ottobre 2025 si vota per le Regionali in Toscana. E il primo dato che emerge – in linea con il resto del Paese – è il drammatico calo dell’affluenza. Alle 23 di domenica aveva votato il 35,7% dei toscani, il 10% in meno della precedente tornata.
Regionali Toscana, crolla l’affluenza: 35,7%
Alle 23 del primo giorno l’affluenza si ferma al 35,7%. Di fatto il 10% in meno del 45,8% del 2020, quando Eugenio Giani aveva vinto con il 48,62% e oltre 8 punti di scarto sull’allora sfidante Susanna Ceccardi, della Lega, rimasta ferma al 40,46%.
Urne riaperte: cosa succede
Riaperte le urne lunedì 13 ottobre 2025 dalle 7 fino alle 15. Immediatamente dopo la chiusura dei seggi partirà lo scrutinio nelle 3.922 sezioni. Se nessuno dei tre candidati raggiungerà almeno il 40 per cento dei voti si andrà al ballottaggio tra due settimane, domenica 26 ottobre 2025: un’eventualità che nessuna delle legge elettorali delle altre Regioni contempla.
I candidati sono tre: Antonella Bundu (Toscana rossa), Eugenio Giani (centrosinistra) e Alessandro Tomasi (centrodestra). Si vota naturalmente anche per eleggere i 40 consiglieri della Regione.
Campagna elettorale “carica”
Eppure, la campagna elettorale è stata coinvolgente. Dalla “passera” agli strafalcioni in geografia, in Toscana è stato un vero polverone.
Da Vannacci al governatore uscente Giani, passando per il candidato del Centrodestra e il “gay pride” che imbarazzo nei due schieramenti a ormai pochi giorni dal voto per le Regionali che seguirà gli appuntamenti elettorali ormai archiviati nelle Marche, in Calabria e in Val d’Aosta.
Vannacci, bomba a orologeria della Lega (e del Centrodestra)
Ma andiamo con ordine. E inevitabilmente dal “generale”.
Ancora una volta Roberto Vannacci infatti non solo sta facendo parlare di sé, ma sta riuscendo a mettere in difficoltà il suo stesso schieramento.

In piena campagna elettorale per le regionali toscane (dove a dir la verità il Centrodestra non ha probabilmente grandi velleità), il generale del “mondo al contrario” – oggi vicesegretario della Lega – ha pubblicato sui social una foto della targa di Piazza della Passera, nel centro di Firenze, accompagnata da una battuta rivolta all’assessore regionale Alessandra Nardini e al sindaco di Montopoli in Val d’Arno, Linda Vanni:
“Oggi il comizio lo faccio qui. Loro non verranno”.
Un gioco di parole che ha subito scatenato accuse di sessismo e indignazione politica.

Le due esponenti del Partito Democratico, che pochi giorni prima avevano provocatoriamente regalato al generale una copia della Costituzione invitandolo a “ripassarne i principi”, hanno definito il gesto:
“Un commento da spogliatoio e l’ennesima dimostrazione di una cultura misogina e retrograda”.
L’imbarazzo del candidato del Centrodestra e la risposta di Vannacci
E del resto, anche nel Centrodestra non sono mancate le prese di distanza.
Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, candidato della coalizione alla presidenza della Regione, ha commentato così la vicenda:

“Se il post è quello e la cosa non è stata equivocata, non lo condivido in alcun modo”.
La replica del Generale non certo all’insegna della distensione non è tardata ad arrivare:
“Tomasi si sente in imbarazzo e non condivide il mio post? Sinceramente mi imbarazza più lui che come sindaco di Pistoia dà il patrocinio al Gay Pride”.
Le mosse del Generale, Meloni vigila…(più di Salvini)
Schermaglie non di poco conto perché la Toscana, in questo momento, è un banco di prova abbastanza importante.
Non tanto per l’esito finale del voto (come detto la riconferma del centrosinistra di Eugenio Giani sembra probabile e gli addetti ai lavori pronosticano il primo successo del Centrosinistra in questa tornata per le Regionali) quanto per il peso politico che il risultato della Lega avrà sugli equilibri interni del governo.
Tanto è vero che proprio la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sta monitorando con attenzione le dinamiche toscane.

In casa FdI sono convinti che dalla performance del partito di Salvini, e in particolare dalla “corrente Vannacci” (a Viareggio tutti i leghisti della prima si sono dimessi in massa di fronte alla gestione del partito da parte del Generale), si andrà poi a pesare la forza residua del Carroccio all’interno della maggioranza.
Imbarazzo anche nel Centrosinistra, lo strafalcione del governatore in geografia
Intanto nel Centrosinistra tra ilarità e qualche imbarazzo è scoppiato il caso Giani per il suo clamoroso strafalcione in geografia rimediato in diretta durante l’ultima puntata di Un giorno da pecora su Radio 1 dove appunto era ospite.
Interrogato dai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, sui confini della Toscana il governatore uscente ha aggiunto un territorio che nulla c’entra a quelli effettivamente contigui: “Confiniamo con la Liguria, poi con la Lombardia, l’Emilia-Romagna, scendiamo nelle Marche, dalle Marche all’Umbria e dall’Umbria al Lazio”.
Alle perplessità dei conduttori, Giani ha replicato:
“La Lombardia non c’è?“.
Dopo un attimo di imbarazzo in studio, davanti alle perplessità di Lauro e Cucciari, il candidato del Centrosinistra ha cercato di mettere una toppa allo strafalcione in geografia:
“Perché l’aspirazione…“.
E Giorgio Lauro ha completato la frase: “
“Perché l’aspirazione è di confinare con la Lombardia”.
Le bacchettate di Fratelli d’Italia
Sui social lo scivolone di Giani è stato subito ripreso dalle pagine Facebook di Fratelli d’Italia che lo ha bacchettato duramente, anche se con ironia:
“Il presidente della Toscana amplia i confini regionali fino alla Lombardia. L’ambizione non manca, la geografia un po’ sì“.
Ad Aosta sindaco eletto per 15 voti
Oltre alle Regionali in Toscana, si votava anche al ballottaggio per l’elezione del sindaco della città di Aosta. Come racconta Aosta Sera, alla fine l’ha spuntata, per 15 voti, la coalizione di centrosinistra: con il 50,06% (6420 voti) Raffaele Rocco e Valeria Fadda – sostenuti dall’Union valdôtaine, dal Partito democratico, dalla lista che raggruppa Stella alpina e Rassemblement valdôtain, da Pour l’autonomie e dalla lista civica Rev – sono il nuovo sindaco e la vicesindaca di Aosta.

Hanno vinto sulla coppia Giovanni Girardini e Sonia Furci, appoggiati da Lega, Forza Italia, La Renaissance, Fratelli d’Italia, che hanno raccolto il 49,94% pari a 6405 voti. Le schede nulle sono 168 e le bianche 79.
“E’ una vittoria sul filo di lana – ha commentato Raffaele Rocco – e la dice lunga su come sia divisa la città, anche se il dato più importante è che più della metà degli elettori non è andato a votare. Io credo che noi dobbiamo impegnarci per riportare alle urne questi cittadini, anche per evitare che pochi decidano per molti“.