ELEZIONI 2024

Regionali in Basilicata, Piemonte e Umbria: il centrodestra candida i governatori uscenti. Nel "Campo giusto" scintille Calenda-Conte

Il Centrodestra trova la quadra, ma la tensione resta. L'opposizione fatica a capitalizzare l'"effetto Sardegna"

Regionali in Basilicata, Piemonte e Umbria: il centrodestra candida i governatori uscenti. Nel "Campo giusto" scintille Calenda-Conte
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Ok il candidato è giusto. Nel risiko delle Regionali il Centrodestra non rischia. O almeno così pare.

Dopo il flop in Sardegna dove Fratelli d'Italia aveva mostrato i muscoli (imponendo il suo candidato Truzzu a dispetto del governatore uscente Solinas, sostenuto dalla Lega ma nel frattempo finito indagato), Fdi, Lega e Forza Italia hanno scelto la strada della mediazione e della diplomazia in vista delle prossime tornate elettorali in Basilicata, Piemonte e Umbria.

Il via libera ai candidati governatori è dunque arrivato a pochissimi giorni di distanza dalla debacle sarda e senza nemmeno un dibattito troppo ampio che, per assurdo, avrebbe potuto esasperare i toni più che favorire discussioni serene e ponderate.

Centrodestra si (ri)compatta, ecco il tris di candidati

L'Abruzzo andrà al voto il 10 marzo 2024, la Basilicata il 21 e 22 aprile 2024, il Piemonte l'8 e 9 giugno 2024, mentre la consultazione in Umbria è slittata all'autunno 2024.

Ecco allora che la coalizione di maggioranza al Governo ha subito trovato la quadra su tre Regioni che inaspettatamente (a parte il Piemonte che già ce l'ha) potrebbero acquisire una rilevanza quasi cruciale per la tenuta del Governo e gli equilibri tra i tre partiti e i loro leader.

Via libera dunque senza più tentennamenti, tra strette di mano e qualche sorriso forzata alle candidature, quasi da "usato sicuro" per i forzisti Cirio e Bardi in Piemonte e Basilicata e per la leghista Tesei in Umbria.  

La nota congiunta di FdI-Lega-Fi-Noi Moderati

L'imprimatur al tris è stato ufficializzato attraverso una nota congiunta di FdI, Lega, Fi e Noi Moderati:

"I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali. Si tratta della conferma del presidente Vito Bardi per la Basilicata, del presidente Alberto Cirio per il Piemonte e della presidente Donatella Tesei per l'Umbria".

Cirio, Tesei, Bardi

Acqua sul fuoco dopo le polemiche, ma...

Acqua sul fuoco dunque dopo le polemiche e le tensioni all'interno della maggioranza che però non sembrano affatto "detonate".

La nota è infatti arrivata con qualche giorno di ritardo rispetto alle previsioni perché sul nome di Bardi (e qualcuno addirittura azzarda su quello di Cirio) la quadra del cerchio è stata trovata a fatica.

In questi scenari non hanno certo aiutato anche le vicende legate al terzo mandato (e in particolare la questione legata al governatore Luca Zaia) con la Lega che è intenzionata a non mollare il colpo, proprio nelle ore in cui dal Veneto il malcontento verso il leader Matteo Salvini è probabilmente ai massimi storici.

E così pure lo "scontro" nemmeno troppo a distanza tra lo stesso Salvini e il ministro della Difesa (cofondatore di Fratelli d'Italia) Guido Crosetto sul "caso Vannacci".

E gli altri? Dal "Campo largo" al "Campo giusto"

Nel frattempo, se Atene piange, questa volta Sparta (più o meno) ride. Perché nel Centrosinistra (nonostante gli inviti soprattutto di Forza Italia) a non esultare troppo, si stanno godendo la vittoria in Sardegna nata sulla forse inaspettata tenuta e rinnovata vitalità dell'asse Pd-Movimento 5 Stelle.

Ecco allora che dem e pentastellati vogliono cercare di "battere il ferro intanto che è caldo e sono più che mai intenzionati a riproporre la positiva esperienza sarda appunto anche in Piemonte, Basilicata e Umbria e addirittura cercando una disperata rimonta in Abruzzo.

Tanto che è ormai stata coniata da Giuseppe Conte, diventando praticamente mediatica e virale, l'espressione "Campo giusto" che ha "mandato in soffitta" il "Campo largo" che finora aveva sempre contrassegnato gli accordi elettorali che avevano visto le formazioni che non afferiscono al Centrodestra scendere in campo unite. 

"Campo giusto" con Calenda? Sì, ma con Conte son scintille

In realtà Conte non ha ancora sciolto le riserve e quindi c'è ancora sulla carta la possibilità che il Movimento 5 Stelle corra da solo in Piemonte e Basilicata (dell'Umbria se ne riparlerà dopo l'estate), mentre in Abruzzo - la prima tornata in arrivo - l'opposizione si presenterà per la prima volta compatta: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sosterranno Luciano D’Amico insieme ad Azione e Italia Viva (più liste civiche) contro il governatore uscente Marco Marsilio (FdI) sostenuto dai partiti della attuale coalizione di Governo.

D'Amico e Marsilio

Eppure l'orizzonte è che il "Campo giusto" possa allargarsi ancora di più, imbarcando anche Azione: proprio il leader Carlo Calenda, commentando il risultato negativo in Sardegna (dove il Terzo Polo ha fatto la corsa con l'ex governatore Soru) ha commentato:

"Mai più soli alle Regionali, per candidati terzi non c'è più posto".

Un segnale importante, anche dopo quella che era stata esattamente un anno fa la candidatura in Lombardia di Letizia Moratti.

Neanche il tempo di dare il la a nuove analisi sugli scenari politici, che Calenda ha però puntualizzato il concetto con il più classico "carico da 90":

"In realtà non ho cambiato idea su Conte, è un populista. Anzi, il Partito democratico deve cambiare passare altrimenti il M5S se lo mangia".

L'ex premier: "Calenda decida cosa vuol fare da grande"

Conte e Calenda

La reazione dell'ex presidente del Consiglio non si è fatta attendere:

"Se Calenda vuole chiamarmi, il mio numero è sempre lo stesso, decida cosa vuol fare da grande. Decida presto però perché gli elettori ci chiedono serietà e credibilità. Ad ogni modo, da noi si passa non per questioni di rapporti personali, ma per questioni di convergenza su temi e progetti".

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