Razzismo nelle Forze dell'ordine: stima e fiducia da Mattarella dopo le polemiche sul Consiglio d'Europa
Meloni interviene su X, secondo la Lega l'organismo comunitario sarebbe addirittura da sciogliere

Lo scontro tra l’Italia e il Consiglio d’Europa si accende e si allarga. Dopo la lettera con cui Roma, insieme a Copenaghen, ha criticato alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di migranti, è ora la Commissione contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) dell’organizzazione con sede a Strasburgo a sollevare nuove tensioni.
Meloni: "Accuse vergognose"
Nel suo ultimo rapporto annuale, l’Ecri ha raccomandato al governo italiano di avviare "al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nelle forze di polizia". Una richiesta che ha provocato immediate e forti reazioni dalle istituzioni italiane.
Le parole pronunciate dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, che accusano le Forze di Polizia italiane di razzismo, sono semplicemente vergognose.
Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle Forze dell’Ordine vengono aggrediti,… pic.twitter.com/Tw6YZut3ZY
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 28, 2025
A guidare la risposta è stata la premier Giorgia Meloni, che in un post sul suo profilo X ha definito le accuse "vergognose", accusando la Commissione di "pregiudizi evidenti" e di un "approccio ideologico". Ha sottolineato come le forze dell’ordine italiane operino "con coraggio, dedizione e rispetto della legge", spesso in condizioni difficili e in contesti segnati da aggressioni, anche da parte di immigrati irregolari.
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto, convocando per la mattina di giovedì 29 maggio al Quirinale il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per esprimere "la stima e la fiducia della Repubblica nelle Forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione". Una risposta istituzionale ferma, che intende tutelare l’onorabilità delle forze di polizia, finite nel mirino dell’organismo europeo.
Le reazioni da maggioranza, opposizione e sindacati
Il rapporto dell’Ecri denuncia un incremento dei casi di profilazione razziale in Europa, in particolare in Francia e in Italia, con agenti accusati di fermare persone sulla base del colore della pelle, dell’origine etnica presunta o dell’appartenenza religiosa. Tena Simonovic Einwalter, vicepresidente della Commissione, ha osservato che pratiche discriminatorie del genere "violano i valori europei". E ha citato come esempio positivo la Gran Bretagna, dove l’adozione di misure come le bodycam e una migliore raccolta dei dati ha favorito progressi.
A Strasburgo, tuttavia, l’Italia ha risposto con durezza. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha liquidato le osservazioni come "astruse e ridicole", sottolineando che le forze dell’ordine italiane sono "tra le più rispettose delle minoranze". Tajani ha anche ammonito che simili rapporti rischiano di alimentare ostilità contro chi lavora ogni giorno per la sicurezza del Paese.
Consiglio d’Europa? Altro ente inutile, da sciogliere. Giù le mani dalle nostre forze di Polizia! pic.twitter.com/4GQrxZgt0B
— Lega - Salvini Premier (@LegaSalvini) May 28, 2025
La Lega di Matteo Salvini ha attaccato frontalmente l’organizzazione: "Consiglio d’Europa? Altro ente inutile, da sciogliere. Giù le mani dalle nostre Forze di Polizia", le parole su X in un post dal profilo ufficiale del partito. Parole dure, in linea con la posizione di Fratelli d’Italia, che ha accusato l’Ecri di essere diventato "una Ong politicizzata" e "pagata con soldi pubblici".
Trovo sorprendente e inaccettabile che il Consiglio d’Europa, che dovrebbe tutelare la democrazia, i diritti umani e il dialogo tra i popoli, rivolga giudizi infondati e ideologici, come le accuse di razzismo mosse alle nostre Forze di Polizia. In passato ho ritenuto il Consiglio… pic.twitter.com/Tc1DlPfURB
— Matteo Piantedosi (@Piantedosim) May 28, 2025
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito "sorprendenti e inaccettabili" le accuse rivolte al nostro Paese, criticando l’organismo europeo per una deriva ideologica e per la scarsa utilità, spingendosi fino a chiedere una "riflessione sul ruolo e sull’efficacia" del Consiglio d’Europa.
Reazioni infuocate anche in Parlamento. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha definito le raccomandazioni "inaccettabili e vergognose". Dall’opposizione, Piero Fassino (PD) ha invece invitato a evitare "polemiche strumentali" e a leggere con attenzione le osservazioni dell’Ecri. Elena Bonetti (Azione) ha ricordato che il Consiglio d’Europa ha il compito di tutelare i diritti nel rapporto tra cittadini e governi e che le sue raccomandazioni riguardano tutti gli Stati membri.
Anche i sindacati di polizia si sono uniti al coro delle critiche. Il Siulp ha parlato di “frasi oltraggiose”, chiedendo che si renda noto da dove provengano le accuse. Il Coisp, da parte sua, ha bollato il rapporto come “un attacco ingiustificato” e una “narrazione distorta” che mina l’impegno quotidiano degli agenti contro la criminalità.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco, è intervenuto anche il segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, che ha risposto alla lettera firmata da Italia e altri otto Paesi contro alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo: “In una società governata dallo Stato di diritto, nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche”.
Il Consiglio d’Europa, fondato nel 1949 e composto da 46 Stati membri, ribadisce di voler promuovere democrazia, diritti umani e Stato di diritto. Oggi, il suo ruolo e le sue raccomandazioni sono al centro di un duro confronto politico tra Roma e Strasburgo.