"Razzismo" delle forze dell'ordine italiane? Quanta imprecisione sulla notizia della segnalazione europea
Quanti dubbi però sul report: pronto da mesi e pubblicato ora. Le fonti? Un solo quotidiano locale e le testimonianze dei fermati
L'ennesima polemica. L'ennesima tanica di benzina sul fuoco sulla politica italiana. Forse inutile, forse gonfiata, quasi a "orologeria". Di sicuro se ne sarebbe fatto a meno.
Perché su quel rapporto dell'Ecri (la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza) che taccerebbe di razzismo le nostre forze dell'ordine si è alzato un vero e proprio polverone di polemiche e probabilmente si sono scritte e dette anche tante imprecisioni.
Nel frattempo però come detto la polemica va avanti e il Ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha annunciato una protesta formale al Consiglio d'Europa.
Razzismo delle forze dell'ordine, quante imprecisioni
La vicenda non è però così chiara e definita come forse lo è sembrato in un primo momento.
Di sicuro, qualche considerazione merita di essere approfondita.
In primis, su cosa è l’Ecri e di cosa si occupa. La European Commission against Racism and Intolerance è un'emanazione del Consiglio d'Europa.
E' composta da membri indipendenti e si occupa della pubblicazione di relazioni periodiche sul diffondersi di fenomeni di xenofobia, razzismo e antisemitismo negli Stati membri del Consiglio d'Europa.
Come dunque l'ormai "famoso" rapporto sulle forze dell'ordine in Italia, ma che nulla a che vedere di fatto con l'Unione Europea dal momento che il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale per i diritti umani fondata con il Trattato di Londra e ne fanno parte 46 Stati.
Cosa dice il rapporto Ecri: le forze dell'ordine sono razziste?
Ma cosa è riportato nel documento redatto dall'Ecri? Le forze dell'ordine italiane sono davvero razziste?
No, e a dirlo non sono solo tutti i protagonisti della levata di scudi contro il dossier (praticamente tutto il Centrodestra, ma anche Carlo Calenda di Azione e addirittura il nostro presidente della Repubblica), ma probabilmente il rapporto stesso.
Perché? Perché leggendo bene tra le righe il rapporto Ecri non dice che le forze dell'ordine italiane sono razziste, ma dice che in alcuni casi (molti secondo le testimonianze che sarebbero state raccolte) avrebbero "adottato la profilazione razziale".
Cos'è la profilazione razziale?
Non razzismo dunque, ma profilazione razziale che alla fine è comunque una pratica ritenuta discriminatoria e da qui l'invito della Commissione all'Italia a normare il problema.
Per profilazione razziale si intende infatti il peso decisivo di fattori razziali o etnici nel determinare l'azione portata da parte delle forze dell'ordine nei confronti di un individuo, senza una giustificazione oggettiva o ragionevole.
Ecco perché le nostre forze dell'ordine sono finite nell'occhio del ciclone: perché secondo le testimonianze raccolte, le loro perquisizioni, richieste di documenti, accertamenti e via dicendo (sui mezzi di trasporto, nelle piazze, nelle stazioni) si indirizzerebbero per la maggior parte delle volte su individui di etnia rom o su immigrati di colore.
Le reazioni: la protesta ufficiale al Consiglio d'Europa
Come detto, dopo le reazioni della premier Giorgia Meloni e di praticamente tutto il mondo politico di Centrodestra in queste ore l'Italia ha fatto partire una protesta ufficiale al Consiglio d'Europa.
Ad annunciarlo è stato il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani:
"Ho dato mandato al nostro rappresentante permanente presso il Consiglio d'Europa di elevare formale protesta contro quello che hanno scritto sulle nostre forze dell'ordine, perché è una vergogna. Se ci sono delle forze che non sono razziste sono quelle in Italia".
L'ira della premier e la "protesta" del presidente Mattarella
La premier Giorgia Meloni non ha nascosto tutta la sua delusione:
"Le nostre forze sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni, meritando rispetto, non simili ingiurie".
E del resto, sul rapporto Ecri è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha telefonato al capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani.
"Sono stupito per le affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, ribadisco la stima e la vicinanza alle forze di Polizia".
Il rapporto Ecri, quanti dubbi...
Ma al di là della "controversia" tra razzismo e profilazione razziale, sul rapporto Ecri stanno emergendo altri punti interrogativi in questi ultime ore.
In primis, il fatto che pare che questo rapporto sia stato redatto e completato da sei mesi, ma sia stato reso pubblico solamente in questi giorni.
Ma in seconda battuta ora qualcuno sta mettendo in discussione anche le testimonianze raccolte nel rapporto.
Come detto, secondo l’Ecri, infatti, in Italia, senza citare però casi specifici, tra le Forze dell’ordine è frequente il «racial profiling», la profilazione razziale, cioè controlli e fermi di polizia basati sull’origine etnica.
Ma c'è di più. Il report sulle forze dell'ordine italiane è stato curato da due Commissari (un romeno e una bulgara) che hanno redatto il Rapporto attraverso testimonianze raccolte durante una loro visita in Italia.
Testimonianze che sembrerebbero però discutibili in quanto riconducibili agli stessi soggetti interessati da fermi di polizia.
Ma non solo. Secondo le indicazioni della Commissione, gli studi documentali si dovrebbero su numerose fonti scritte nazionali e internazionali.
Nel caso che riguarda l’Italia e che tanto sta facendo discutere, fra le fonti di conoscenza ci sarebbe un solo quotidiano, on line, che si occupa delle cronache di una sola città della Calabria.