Processo Open Arms, Salvini assolto: le motivazioni della sentenza
Non era l'Italia a dover fornire un approdo sicuro, ma piuttosto la Spagna

Il 20 dicembre 2024 il Tribunale di Palermo ha assolto il vicepremier Matteo Salvini imputato nel processo Open Arms. Oggi, 19 giugno 2025, sono state depositate le motivazioni della sentenza che spiegano il ragionamento dei giudici.
Open Arms: perché Salvini è stato assolto
Il leader della Lega era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, per avere impedito nell'agosto del 2019, quando era ministro dell'Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo della Ong spagnola Open Arms.
L'Italia, nell'analisi dei giudici, non aveva alcun obbligo di fornire un porto sicuro (Pos) ai migranti sulla nave:
"Il convincimento che nella vicenda oggetto del presente procedimento nessun obbligo di fornire il Pos gravasse sullo Stato italiano, né, dunque, sull'odierno imputato, - spiegano i giudici preliminarmente - esime evidentemente il collegio dall'affrontare analiticamente diverse tematiche prospettate ed animatamente dibattute dalle parti quali, ad esempio, quelle relative alla circostanza che la nave Open Arms avesse potuto fungere da Pos, ovvero al fatto che il primo intervento non avesse in realtà riguardato un'imbarcazione in distress, o ancora al fatto che i tempi trascorsi in attesa del Pos potevano legittimamente spiegarsi (anche tenuto conto dei considerevoli tempi ordinari di sbarco impiegati in altre operazioni di salvataggio concluse in Italia, anche in epoca diversa dalla reggenza Salvini del Ministero dell'Interno) con l'esigenza di provvedere prima alla distribuzione dei migranti fra gli Stati Europei".

I migranti non erano in pericolo di vita
Secondo i giudici i migranti non erano in pericolo di vita, e dunque non c'era la necessità di un intervento immediato:
"Invero, lo Stato italiano, inizialmente, col decreto dell'1 agosto 2019 si era limitato ad interdire l'accesso ad Open Arms (che peraltro in quel momento si trovava, in acque internazionali, ad oltre 50 miglia dalle coste italiane) nelle acque territoriali, senza con ciò respingerla verso paesi nei quali i migranti avrebbero corso il rischio di subire i pregiudizi alla propria vita sopra specificati (in tesi, verso la Libia), confidando sul fatto che i paesi direttamente 'responsabili' (Spagna e Malta), ove i migranti non avrebbero corso i rischi sopra specificati, avrebbero potuto accogliere i migranti".