A VENEZIA

Pro Pal all’Università Ca’ Foscari cacciano il dem Emanuele Fiano: “Come mio padre nel 1938”

L’ex deputato ora presidente dell’associazione "Sinistra per Israele - Due Popoli, Due Stati" avrebbe dovuto tenere un dibattito sul Medioriente

Pro Pal all’Università Ca’ Foscari cacciano il dem Emanuele Fiano: “Come mio padre nel 1938”

Tensione nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre 2025 all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove un gruppo di attivisti del Fronte della Gioventù Comunista ha impedito lo svolgimento di un incontro pubblico con l’ex deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, presidente dell’associazione Sinistra per Israele – Due Popoli, Due Stati, e con Antonio Calò, presidente della fondazione Venezia Ricerca per la Pace.

L’iniziativa, organizzata dall’associazione studentesca Futura guidata da Simone Rizzo, doveva essere un dialogo sul tema della pace in Medio Oriente. Poco prima dell’inizio, tuttavia, come riportato da Prima Venezia, alcuni giovani riconducibili all’area della sinistra antagonista hanno fatto irruzione nel campus di San Sebastiano esponendo striscioni e scandendo slogan come Fuori i sionisti dall’università, impedendo di fatto lo svolgimento del dibattito.

In un comunicato diffuso sui social, gli attivisti hanno accusato Fiano di “avanzare, con la scusa del pacifismo, affermazioni cerchiobottiste che attaccano il movimento per la Palestina e si oppongono al boicottaggio economico e accademico contro Israele”.

Fiano: “Impedire di parlare è fascismo”

L’incontro è stato quindi annullato. In una nota, Sinistra per Israele – Due Popoli, Due Stati ha denunciato “l’ennesimo episodio di intolleranza politica ai danni di chi da sempre lavora per la pace e la coesistenza tra israeliani e palestinesi”. Fiano ha raccontato di aver vissuto l’episodio come “una profonda destabilizzazione più che un pericolo fisico”.

Impedire a qualcuno di parlare è fascismo. L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel ’38, con mio padre”, ha dichiarato.

Emanuele Fiano

L’ex deputato ha ricordato infatti che il padre Nedo Fiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz e tra i più attivi testimoni italiani della Shoah, fu allontanato da scuola in seguito alle leggi razziali.

“Noi eravamo lì a parlare di pace tra due popoli. Chi non vuol sentire parlare di queste cose la pace non la vuole”, ha aggiunto.

Solidarietà bipartisan

L’episodio ha suscitato reazioni di solidarietà trasversali. Matteo Renzi ha scritto su X:

“Impedire a un nostro concittadino ebreo di parlare in un’università mi fa orrore e mi ripugna. A chi crede davvero nella causa palestinese dico: scusatevi con Fiano. E manifestiamo contro Hamas, non contro la libertà di parola”.

Messaggi di sostegno sono arrivati anche da esponenti del Partito Democratico come Piero Fassino, Simona Malpezzi e Beppe Provenzano, oltre che da Carlo Calenda e Gianmarco Centinaio della Lega.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) ha espresso “solidarietà personale” a Fiano, ma ha definito “azzardato parlare di fascismo” nel caso specifico:

“Forse riservare al fascismo le indubbie colpe storiche verso gli ebrei italiani e chiamare invece col loro nome le idee che ispirano oggi i pro-Pal sarebbe più onesto e opportuno”.

La Comunità ebraica: “Clima sempre più preoccupante”

La Comunità ebraica di Milano e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) hanno espresso “forte preoccupazione per il riemergere di episodi di antisemitismo e intolleranza”.

Il delegato alla comunicazione David Blei ha parlato di un “episodio che riporta alla mente le persecuzioni del 1938”, chiedendo al Governo e al Parlamento di “far rispettare la Costituzione, che non ammette l’odio razziale”.

Il momento è molto grave e non ammette più tentennamenti o silenzi”, ha aggiunto Blei, invitando a una “reazione politica e civile immediata”.

La condanna dei sindacati

Anche la Cisl Nazionale ha espresso “piena solidarietà a Emanuele Fiano”, condannando “qualsiasi tentativo di ostacolare il libero confronto di idee”. Per Daniela Fumarola, segretaria confederale, “la democrazia si fonda sulla libertà di espressione e sul rispetto reciproco, anche verso posizioni diverse dalle proprie”.

Il segretario generale della Cisl Venezia, Michele Zanocco, ha definito “vergognoso” quanto accaduto:

“In un’iniziativa per la pace è stato impedito di parlare a Fiano solo perché non condivideva le idee di chi lo contestava. È un insulto all’intelligenza e un atto totalitarista contro la libertà. Chi urla per zittire un altro non difende valori, ma rivela solo la propria debolezza e ignoranza”.

Zanocco ha ribadito che “Ca’ Foscari è da sempre una comunità democratica e aperta. Non può trasformarsi nel teatro dell’intolleranza mascherata da morale. Chi nega il dialogo tradisce la missione stessa della cultura”.

Il dibattito mancato

Secondo Fiano, “assieme ad alcuni studenti si doveva svolgere un dibattito sulle prospettive di pace in Medio Oriente nella logica dei due popoli, due Stati”.

Il Fronte della Gioventù Comunista aveva annunciato in anticipo la contestazione contro “i sionisti nell’università”. Dopo un primo spostamento della sede, una quarantina di attivisti ha fatto irruzione durante il dibattito, continuando a gridare slogan e impedendo il prosieguo dell’incontro fino alla chiusura dell’ateneo intorno alle 19.

“Ho provato in tutti i modi a continuare, ma hanno continuato a dire su di me falsità – ha raccontato Fiano –. Il principio fascista che hanno in mente è che chi non ha idee come le loro non deve parlare“.