Primi 16 naufraghi in viaggio verso il centro migranti in Albania. Scontro fra Meloni e Sea Watch: "Soldi sperperati"
L'obiettivo è "gestire fuori dal nostro Paese le richieste di asilo dei migranti". La "curiosità" dell'Ue, le critiche dell'opposizione
Una svolta epocale o spreco di soldi? Una soluzione funzionale o un rompicapo giuridico?
Dubbi e domande che troveranno risposta probabilmente solo col tempo.
Nel frattempo, lo stato di fatto è che nella giornata di ieri, lunedì 14 ottobre, si è dato il via in concreto all'accordo Italia-Albania sui migranti con il trasferimento dei primi 16 naufraghi verso i centri migranti realizzati a Shengjin e Gjader.
Migranti "intercettati" in mare, il trasferimento in Albania
Si tratta appunto di 16 profughi, provenienti da Bangladesh ed Egitto, che sono stati "intercettati" mentre si trovavano a bordo di alcune barche, più o meno improvvisate, in acque internazionali.
Al momento sono in viaggio su una nave militare italiana e il loro arrivo in Albania è previsto nella mattinata di domani, mercoledì 16 ottobre.
Gli obiettivi dell'accordo Italia-Albania
Come detto, si tratta dunque, dell'effettiva concretizzazione dell'accordo firmato dai premier, Giorgia Meloni ed Edi Rama.
Secondo le strategie del nostro Governo, l'obiettivo è gestire fuori dall'Italia le richieste di asilo dei migranti che hanno più probabilità di venire rimpatriati e raggiungere così di riflesso un altro obiettivo: ottenere un effetto deterrenza sui viaggi.
Dove sono i centri e come sono organizzati
I centri sono stati allestiti nel porto di Shengjin e Gjader. Nel primo caso si tratta di un centro da circa 200 posti dove i migranti completeranno l'identificazione e lo screening sanitario.
Una primissima identificazione è stata però già effettuata sulla nostra nave militare.
Vale la pena ricordare che l'accordo e le procedure che verranno adottate con il trasferimento in Albania valgono solo per le persone di nazionalità di Paesi inseriti nella lista di Paesi "sicuri".
Come appunto lo sono Egitto e Bangladesh.
Il centro di Gjader si trova invece a 20 km di distanza in una vecchia struttura dell'Aeronautica albanese.
Qui ci sono tre diverse aree: un centro di accoglienza per richiedenti asilo (da 880 posti), un Cpr (144 posti) per le persone che verranno espulse ed un piccolo carcere da 20 posti per chi compirà reati in quel periodo di verifica delle pratiche.
Come vengono gestiti centri e pratiche
Un particolare importante è che all'interno dei due centri sarà in vigore la giurisdizione italiana e proprio forze dell'ordine del nostro Paese garantiranno la sicurezza.
Nelle due strutture sarà presente anche personale dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati per verificare il rispetto dei diritti delle persone ospitate.
E' previsto che l'intera procedura, a partire dalla domanda di asilo, dovrà concludersi in quattro settimane: a quel punto, chi ha diritto verrà trasferito in Italia, chi non avrà i requisiti, sarà rimpatriato, dopo la permanenza nel Cpr.
I tempi per i ricorsi sono stati stabiliti in sette giorni.
Il commento Ue: "Modello interessante, vediamo come va".
Nel frattempo la presidente della commissione europea Ursula von der Lyen si è mostrata interessata all'avvio dell'accordo tra Italia e Albania e non ha escluso che possa diventare un modello in Europa sul fronte dei migranti:
"Bisogna studiare strade nuove, soluzioni diverse. Con l'avvio delle operazioni previste dal protocollo Italia-Albania, saremo anche in grado di trarre lezioni pratiche".
Le accuse di Sea Watch Italia
All'indomani dell'avvio concreto dell'accordo le accuse più pesanti al Governo italiano sono arrivate dall'organizzazione umanitaria Sea Watch Italia impegnata nella ricerca e nel soccorso di migranti nel Mar Mediterraneo.
L'associazione ha parlato apertamente di uno sperpero di soldi:
Il Governo Meloni degli autopronunciati patrioti spende centinaia di milioni di euro dei contribuenti per deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania. Forse le tasse degli italiani possono essere spese meglio, per accogliere e includere, anziché respingere.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) October 13, 2024
Il commento della premier e del ministro Piantedosi
Per l'Italia la premier Giorgia Meloni non ha nascosto la sua soddisfazione, convintamente ottimista sulla bontà dell'accordo e che ha rimandato al mittente proprio le accuse di Sea Watch Italia:
"Abbiamo ricevuto un mandato chiaro ricevuto dai cittadini: lavorare per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali".
Condivisione anche da parte del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha aggiunto:
"I centri sono analoghi a quelli fatti sul territorio nazionale, sono di trattenimento leggero. Non c'è filo spinato, c'è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale e ottenerla in pochi giorni".
Le reazioni dell'opposizione in Italia: "Spreco di soldi"
Dall'opposizione in Italia come prevedibile è invece arrivata una vagonata di critiche e di attacchi all'Esecutivo.
La prima a illustrare le sue perplessità è stata la segretaria del Pd, Elly Schlein:
"Il Governo Meloni butta 800 milioni degli italiani in un accordo di deportazione di migranti in Albania, in violazione dei diritti fondamentali, in spregio a una sentenza della Corte di giustizia europea che fa già scricchiolare l'intero impianto di quell'accordo".
Non meno duro l'attacco di Nicola Fratoianni (Avs):
"Quei centri albanesi sono destinati a diventare degli infernali centri di detenzione".
Critiche anche da Davide Faraone (Italia Viva):
"Si tratta del più costoso e inutile spot propagandistico della storia repubblicana".
E così pure Riccardo Magi (+Europa):
"L'Italia apre ufficialmente le sue prime colonie detentive per stranieri nel territorio di un altro Paese".
Il commento del presidente Mattarella
A margine di un appuntamento a Milano anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto sul tema:
"Gli obiettivi di solidarietà sono ancora alla base della nostra Carta costituzionale. L’accoglienza è attività permanente. L'impegno per la coesione sociale, l'accoglienza, il progresso, l'integrazione, il divenire della cittadinanza, è attività permanente".