Il tanto atteso via libera al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina non è arrivato. La Corte dei Conti ha infatti rimandato indietro il dossier approvato dal Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), chiedendo chiarimenti su aspetti economici, normativi e procedurali. Una battuta d’arresto significativa per l’opera simbolo sostenuta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Il no della Corte dei Conti: servono chiarimenti sul progetto del Ponte
Il 6 agosto, il Cipess aveva espresso parere positivo sul progetto, basandosi sul materiale trasmesso dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma oggi, mercoledì 24 settembre 2025, la magistratura contabile ha espresso perplessità, sottolineando che non sono state fornite valutazioni sufficienti sugli atti presentati.
Secondo i giudici, la delibera Cipess appare più come un semplice riepilogo delle attività svolte che come una vera analisi dei dati economici e giuridici a supporto dell’opera.
I rilievi della Corte: problemi economici e procedurali
La Corte dei Conti ha evidenziato diversi nodi critici del progetto definitivo del Ponte:
- Trasmissione degli atti: alcuni documenti sarebbero stati inviati tramite link al sito della società Stretto di Messina, un metodo non conforme alle procedure standard.
- Tempistiche irregolari: alcuni atti sarebbero arrivati alla Corte dopo l’approvazione, e non prima come previsto.
- Motivazioni politiche poco chiare: servono chiarimenti sulle ragioni di interesse pubblico, legate a sicurezza, salute e impatto ambientale, utilizzate per giustificare l’opera.
- Assenza di alternative: manca una valutazione sulle possibili soluzioni progettuali diverse dal Ponte.
I dubbi sui costi del Ponte sullo Stretto
Uno dei punti più delicati riguarda il piano economico. La Corte ha rilevato un disallineamento tra le stime fornite dalla società KPMG (10,48 miliardi di euro) e quelle riportate nel quadro economico approvato dal Cipess (10,50 miliardi di euro). Una differenza apparentemente minima, ma sufficiente a chiedere chiarimenti sulla reale sostenibilità finanziaria.
Inoltre, i magistrati hanno chiesto chiarimenti anche sulle stime di traffico elaborate da TPlan Consulting, fondamentali per giustificare i ricavi futuri dell’infrastruttura.
Interlocuzione con Bruxelles
Il documento fa anche riferimento a una lettera della Commissione europea, che avrebbe chiesto chiarimenti sul progetto. La Corte dei Conti pretende aggiornamenti sullo stato del dialogo tra Roma e Bruxelles, a seguito delle comunicazioni trasmesse dall’Italia lo scorso giugno.
Cosa succede ora: le scadenze per il governo
Il governo ha 20 giorni di tempo per rispondere alle richieste della Corte dei Conti. Se le spiegazioni non arriveranno nei termini previsti, i giudici prenderanno una decisione “allo stato degli atti”, lasciando comunque aperta la possibilità di ritirare la delibera in autotutela.
La replica di Salvini
Il Ministero delle Infrastrutture ha minimizzato la portata dei rilievi, definendoli parte della normale interlocuzione tra istituzioni.
“Il Ponte sullo Stretto non è in discussione – ha precisato il dicastero – e i chiarimenti richiesti verranno forniti nei tempi previsti”.