Collegamento Calabria-Sicilia

Ponte sullo Stretto di Messina: come sarà e quanto costerà

Il via libera dall'ultimo Consiglio dei Ministri. Salvini: "Giornata storica".

Ponte sullo Stretto di Messina: come sarà e quanto costerà
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Svolta storica per il Ponte sullo Stretto di Messina. Con l'approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, avvenuta  giovedì 16 marzo 2023, è stato dato ufficialmente via libera alla realizzazione del ponte che collegherà la Calabria alla Sicilia. Ecco come sarà e quanto costerà costruirlo.

Via libera alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina

Un'imponente infrastruttura di cui si parla da sempre, ma che non ha mai avuto modo di concretizzarsi. O almeno fino a ieri, quando nell'ultimo Consiglio dei Ministri è stato ufficialmente approvato il decreto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

La decisione da parte dell'Esecutivo ha scelto di recuperare la Società Stretto di Messina che però avrà una nuova e più moderna governance. È prevista una solida partecipazione del Mef e del Mit, a conferma dell’importanza che il Governo attribuisce al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

In sostanza, si riparte da un progetto del 2011 che verrà però adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri).

"L’opera consentirà di ridurre l’inquinamento da anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto - si legge in una nota del Mit, che aggiunge che l’opera sarà anche - motivo di grande attrazione turistica".

Salvini: "Giornata storica"

Esulta, al termine del Cdm che ha sancito l'approvazione del decreto per il ponte sullo Stretto di Messina, il vice premier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini:

"È una giornata storica non solo per la Sicilia e la Calabria ma per tutta l'Italia. Dopo 50 anni di chiacchiere questo Consiglio dei ministri approva il Ponte che unisce la Sicilia al resto dell'Italia e all'Europa".


Dello stesso avviso anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia:

"Il Ponte sullo stretto di Messina riparte: è un progetto concreto, che rappresenta l'idea di futuro che abbiamo sempre avuto. Già 20 anni fa con il mio governo avevamo pronto il progetto, un'opera strategica che si sarebbe realizzata se la sinistra non fosse intervenuta con la politica dei no. Questa volta non ci fermeranno".

Ponte sullo Stretto di Messina: come sarà e quanto costerà

Come detto, l'obiettivo del Governo è quello di far ripartire il progetto definitivo del 2011 che prevedrà un collegamento di Calabria e Sicilia su strada e ferrovia. Secondo il cronoprogramma il ponte dovrà andare in esecuzione entro il 31 luglio 2024, data che secondo le intenzioni dell'Esecutivo dovrebbe anche rappresentare l’inizio dei lavori.

L'infrastruttura tra Calabria e Sicilia, tuttavia, si trova in una zona sismica, motivo per il quale, oltre a dover essere adeguata alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali, si dovrà tenere conto che le sponde delle due regioni si allontanano ogni anno di circa 4/10 millimetri.

Il ponte, stando al progetto del 2011, sarà composto da un'unica campata lunga 3,3 km e con piloni che, secondo La Stampa, dovranno essere alti almeno 400 metri. Il collegamento poi potrà essere realizzato solo nel punto meno esteso dello Stretto e quindi, per forza di cose, lontano da Messina e Reggio Calabria.

Per realizzarlo resta comunque il nodo dei finanziamenti necessari. Il Governo è infatti al lavoro per reperire risorse (nei giorni scorsi Salvini ne ha discusso, tra gli altri, con il vertice della Banca europea degli investimenti).

Questo perché la stima dei costi del ponte va invece dai 4 ai 7,1 miliardi. Secondo il vice Premier Salvini "il ponte creerebbe 150mila posti di lavoro", non più di 17/50 mila con l’indotto, secondo vecchie stime del 2001.

La dicitura "salvo intese" usata per il provvedimento che riavvia l’iter per la realizzazione del ponte sullo Stretto, a quanto si apprende, sarebbe stata apposta per continuare a studiare una soluzione a dei rilievi formulati da alcuni tecnici ministeriali. I quali avrebbero fatto notare come utilizzare la società già esistente (in liquidazione da 10 anni) potrebbe configgere con le normative Ue sulla concorrenza. Mettendo così a rischio la possibilità di usare fondi Pnrr e comunitari per l’opera.

Quali sono i rischi

Nella realizzazione di un'infrastruttura simile, ovviamente ci sono dei rischi da tenere in considerazione. Oltre ai già citati problemi sismici, secondo La Stampa c’è il rischio che il traffico locale continui ad utilizzare i traghetti e che nei giorni di forte vento non possa essere agibile.

Le fondazioni dei pilastri, che avrebbero cubi di quasi cento metri di lato, presentano incertezze sulle temperature che si generano in fase di presa del calcestruzzo. Con conseguenze sui risultati della presa.

L'ide adi realizzare un ponte sospeso ancora più lungo che colleghi le due città e a tre campate è più recente. Ma secondo i critici genererebbe problemi statici, perché quelle pendici non sembrano essere geologicamente stabili.

Oltre a ciò c'è da considerare i conti da fare sulla profittabilità dell’opera. Attualmente tra i porti transitano 10 milioni di persone l’anno. Le automobili sono 1,4 milioni e i mezzi pesanti 800 mila. Si effettuano annualmente circa 100 mila corse tra traghetti, navi e aliscafi. Ancora La Stampa cita uno studio sulle ricadute in Sicilia della Regione con l’Istituto Prometeia che calcola un costo di 6,54 miliardi di euro, pari al 7,4% del Pil siciliano.

Per renderlo un’opera profittevole dovrebbe aumentare il transito di passeggeri e merci, portando anche i treni ad Alta Velocità al di là dello Stretto. Il Pnrr, tuttavia, finanzia da qui al 2026 solo una trentina di chilometri di linea veloce da Battipaglia a Romagnano. Dal 1971 il Ponte sullo Stretto di Messina è già costato un miliardo di euro tra penali e indennizzi. Bruxelles è pronta a finanziare la prima fase di fattibilità, ma solo di fronte a "un progetto solido". Al resto dovrà provvedere l’Italia.

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