Perché il sistema Starlink di Musk sarebbe imprescindibile per un esercito moderno
Intanto il multimiliardario ha monopolizzato anche la conferenza stampa di inizio anno della premier Meloni. L'opposizione: "Ha parlato per due ore solo di lui"
Ma è proprio vero che il sistema di satelliti di telecomunicazioni Starlink di Elon Musk (in copertina, immagine Starwalk) sarebbe imprescindibile per un esercito moderno? Proviamo a capirci meglio.
Nel frattempo il Pd non ci sta e sulla conferenza stampa di inizio anno della premier Meloni è andato all'attacco con il segretario nazionale Elly Schlein.
Meloni, Musk, i problemi dell'Italia: Pd all'attacco
La numero uno dei dem (che nel frattempo come era già accaduto in occasione delle festività dello scorso anno non aveva dato notizie di sé per giorni) si è rifatta viva, puntando l'indice contro il presidente del Consiglio:
"Giorgia Meloni per quasi tre ore di conferenza stampa ha completamente dimenticato le condizioni di vita degli italiani. Non una parola sulle infinite liste di attesa nella sanità pubblica, sulle bollette insostenibili per le famiglie e le imprese, sulle pensioni che volevano portare a mille euro e invece aumentano di 1,80 euro, sul salario minimo negato a 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, sulle accise che aveva promesso di abolire e sulla paralisi dei trasporti pubblici che fanno partire l’Italia con un’ora di ritardo tutti i giorni. Evidentemente era troppo impegnata nella difesa d’ufficio e nell’interpretazione autentica del pensiero di Trump e Musk".
Il progetto con Musk tra "amicizia" e sicurezza nazionale
Ma torniamo al tema degli ultimi giorni: satelliti, comunicazioni e sicurezza. In un panorama europeo che ha riscoperto lo spettro della guerra, le questioni di sostanza e contenuto balzano forse più all'occhio delle polemiche.
Tanto per rendere l'idea in estrema sintesi, la faccenda Starlink che ha tenuto banco negli ultimi giorni non sarebbe una questione di "amicizia" (tra la premier Meloni e i tycoon americani), ma di sicurezza nazionale.
Il conflitto in Ucraina con l'invasione russa ha mostrato in questi ultimi anni quanto sia importante per un esercito poter disporre di un sistema di connessione garantito da una capillare rete satellitare.
Questo perché è un dato ormai appurato che le tradizionali connessioni via cavo sono più vulnerabili.
A testimoniarlo ci sono anche gli attacchi e i sabotaggi alle infrastrutture di rete sottomarine.
Connessione satellitare come Starlink, una priorità
Da qui la questione è stata da tempo messa in agenda dai nostri vertici militari e dal Ministero della Difesa.
Secondo le autorità militari e i funzionari del Ministero l’utilizzo di una rete di connessione satellitare con le caratteristiche di Starlink si presenta a oggi come una priorità.
Il tutto guardando anche ai tempi, perché l'Ue è sì impegnata in un progetto analogo - chiamato Iris2 e a guida francese - ma partirà solo nel 2030.
E quindi sul tema, le parole del Ministro della Difesa, Guido Crosetto sono sembrate eloquenti:
"All’Europa servono almeno dieci anni per arrivare ai livelli di SpaceX. Il sistema di Starlink non ha concorrenti né al livello nazionale né a quello continentale in grado di garantire, sotto il profilo tecnologico e delle tempistiche, il servizio che l’azienda di Musk fornirebbe".
Tradotto: se non ci sono alternative, ben venga la soluzione di Elon Musk.
Il salvagente Usa per coprire i ritardi dell'Europa
Ecco allora che (se davvero si concretizzerà, nonostante le prime smentite del Governo) con l’operazione SpaceX-Starlink, l’Italia potrebbe appunto coprire i ritardi di Iris2.
Ma non solo. Secondo il Ministero l'Italia potrebbe mantenere anche la sovranità sui gateway (un dispositivo di rete che funziona come punto di ingresso tra una rete e un’altra), che è uno dei principali punti di contesa politica.
Senza alternative, un calcio alle polemiche
Insomma, il progetto, come si dice in gergo, avrebbe le gambe per stare in piedi. E, secondo autorevoli osservatori, sarebbe anche funzionale alle esigenze e priorità del Governo (in primis appunto Esercito e Ministero della Difesa).
Anche perché, al di là delle polemiche (Pd, Avs e Sinistra italiana hanno chiesto alla premier di riferire al più presto in Parlamento sulla vicenda), la questione centrale sembra rimanere legata alla mancanza di una alternativa reale a Starlink.
Uno stato dell'arte figlio sia della mancanza di visione di prospettiva europea riguardo la costituzione di una rete di connessione satellitare, sia dell’impossibilità per il sistema industriale italiano di rispondere autonomamente a questi nuovi scenari, accentuati appunto dal conflitto in Ucraina.
SpaceX e Starlink: cosa sono, come funzionano
SpaceX è operativo ormai da cinque anni e può contare su oltre 6mila satelliti in orbita utilizzati per la trasmissione Internet dallo spazio in tutto il mondo.
Il sistema raggiunge 3 milioni di utenti in oltre 100 di Paesi. Circa 40mila sono in Italia. Per lo più in zone poco coperte o del tutto non coperte dalle moderne connessioni internet.
Da un ultimissimo sondaggio a questi utenti, la maggior parte di loro si è dichiarata soddisfatta del servizio.
Come detto, la costellazione si basa su 6mila satelliti a bassa quota (circa 550 chilometri) che consentono una trasmissione dati ultrarapida.
L'utilizzo bellico e degli eserciti
Come forse in molti sapranno proprio attraverso le cronache del conflitto in Ucraina, Starlink viene usato anche in scenari di guerra.
Subito dopo l'invasione russa, l’azienda di Musk ha fornito migliaia di terminali a Kiev per consentire le comunicazioni dopo i bombardamenti alle infrastrutture ucraine e per migliorare la precisione dei sistemi di artiglieria.
Ora però (anche se non si sa come sia stato possibile) anche Mosca pare utilizzi questi sistemi.
E così pure nella guerra civile in Sudan.
L'accordo con l'Italia
Come trapelato da Bloomberg l'accordo con l'Italia si concretizzerebbe in un contratto di 5 anni che prevederebbe la fornitura al governo di servizi di telecomunicazione sicuri.
Un'operazione dal valore di 1,5 miliardi di euro.
Il piano comprenderebbe servizi di telecomunicazione per le forze armate italiane nell'area del Mediterraneo, come anche sistemi satellitari per affrontare casi di emergenza come attacchi terroristici o disastri naturali.
L'opposizione, da par suo, in soldoni ritiene poco prudente affidare questioni tecnologiche che hanno a che fare con la sicurezza nazionale alla società privata di un multimiliardario che sta per entrare nel Governo di un'altra superpotenza.
C'è chi potrebbe anticipare i tempi: il bando in Lombardia
Intanto, nonostante le smentite del Governo riguardo accordi già fatti, c'è chi potrebbe anticipare i tempi nello "sposare" Starlink.
Come ad esempio Regione Lombardia.
Aria, l'agenzia regionale per gli acquisti, ha infatti pubblicato il bando da 5 milioni di euro per dotare le aree periferiche a bassa connettività di connessione internet satellitare.
Al momento, da voci di corridoio sembra possibile la partecipazione al bando di Starlink di Elon Musk, ma anche i concorrenti Viasat, Telesat e il progetto Kuiper di Amazon sembrano essersi interessati al bando.
Si tratta di un bando da 5 milioni di euro (fondi statali) oltre a un finanziamento regionale di 1 milione e 500 mila euro.