Dopo il dietrofront

Pensioni: cosa cambia davvero con le nuove regole e cosa resta invariato

Stralciate le modifiche sulla laurea, rimane invece il cambio sulla "finestra" d'uscita

Pensioni: cosa cambia davvero con le nuove regole e cosa resta invariato

Dopo le forti polemiche politiche e sindacali, il governo ha fatto parziale marcia indietro sulle nuove norme previdenziali inserite nel maxiemendamento alla Manovra. In particolare, è stato presentato un subemendamento correttivo che modifica una delle misure più contestate: la stretta sul riscatto della laurea ai fini della pensione anticipata.

Di seguito spieghiamo in modo semplice cosa cambia, cosa resta com’è oggi e quali sono le novità ancora confermate.

Riscatto della laurea: cosa cambia dopo il dietrofront del governo

La principale novità riguarda il riscatto della laurea. Il subemendamento del governo cancella completamente la norma che avrebbe ridotto l’efficacia del riscatto della laurea breve (tre anni) per andare in pensione prima.

Cosa significa concretamente:

  • Gli anni di laurea riscattati continuano a valere come contributi pieni
  • Servono ad aumentare l’importo della pensione sia a raggiungere prima i requisiti per la pensione anticipata
  • Non cambia nulla né per chi ha già riscattato, né per chi intende farlo in futuro.

Secondo quanto confermato dal relatore di maggioranza Claudio Borghi (Lega) e dal capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan, la stretta è stata integralmente soppressa dal nuovo testo.

Cosa prevedeva il maxiemendamento prima della correzione

Il testo originario della Manovra prevedeva una riduzione progressiva del valore contributivo del riscatto della laurea breve, con l’obiettivo di scoraggiare i pensionamenti anticipati.

In base alle regole inizialmente previste:

  • Dal 2031: –6 mesi di contributi utili
  • Dal 2032: –12 mesi
  • Dal 2033: –18 mesi
  • Dal 2034: –24 mesi
  • Dal 2035: –30 mesi.

A regime, quindi, riscattare tre anni di laurea avrebbe anticipato la pensione di soli sei mesi. Questa impostazione è stata però abbandonata.

Perché il governo ha fatto marcia indietro

Il dietrofront è arrivato dopo le proteste delle opposizioni, le critiche dei sindacati e le forti perplessità all’interno della stessa maggioranza, in particolare della Lega.

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva chiesto di tutelare almeno chi aveva già effettuato il riscatto, portando alla revisione completa della norma.

Pensione anticipata: cambia la “finestra” di uscita?

Qui le regole cambiano (per ora). Diversa la situazione sulla cosiddetta “finestra” di uscita, cioè il periodo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata e l’erogazione effettiva dell’assegno.

Il maxiemendamento, su questo punto, resta invariato:

  • Oggi: finestra di 3 mesi
  • Dal 2032: sale a 4 mesi
  • Dal 2034: diventa 5 mesi
  • Dal 2035: arriva a 6 mesi.

Secondo Fratelli d’Italia non si escludono ulteriori correzioni, ma al momento non ci sono modifiche ufficiali.

In sintesi: cosa cambia e cosa resta uguale

🔒 Resta invariato

  • Il riscatto della laurea vale pienamente per anticipare la pensione
  • Nessuna penalizzazione per chi ha già riscattato o lo farà in futuro.

🔄 Cambia

  • Viene confermata l’estensione graduale della finestra per la pensione anticipata.

Il governo ha dunque corretto una delle misure più controverse della Manovra, evitando un ridimensionamento del riscatto della laurea che avrebbe penalizzato soprattutto i lavoratori più giovani. Resta però aperto il tema dell’allungamento dei tempi di uscita dal lavoro, che potrebbe incidere sulla pianificazione previdenziale di molti contribuenti nei prossimi anni.