DIBATTITO

Patrimoniale, Schlein: “Il governo dei salassi”. Renzi: “Autogol della sinistra”. Conte si smarca: “Non è ordine del giorno”

Dopo il rilancio di Landini e la dura risposta della premier Meloni, i leader di partito si sono esposti sul tema. Per Avs è "urgente ridistribuire la ricchezza"

Patrimoniale, Schlein: “Il governo dei salassi”. Renzi: “Autogol della sinistra”. Conte si smarca: “Non è ordine del giorno”

Si riaccende lo scontro politico sulla patrimoniale. A far deflagrare la miccia era stata – nella giornata di venerdì 7 novembre 2025 – la proposta del leader della Cgil Maurizio Landini di introdurre una tassa sui patrimoni superiori ai due milioni di euro, con l’obiettivo di reperire risorse per finanziare misure sociali e di contrasto alla povertà. Un’idea che ha rapidamente diviso gli schieramenti e riacceso la contrapposizione tra governo e opposizioni.

Meloni: “Con la destra mai la patrimoniale”

All’indomani del rilancio di Landini, la premier Giorgia Meloni ha scelto di rispondere con fermezza, mettendo nero su bianco la posizione del governo:

“Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al governo, non vedranno mai la luce”.

Un messaggio diretto – pubblicato sui social – rivolto non solo alle opposizioni ma anche ai sindacati, mentre la legge di bilancio entra nella fase calda degli emendamenti e si avvicina lo sciopero generale di dicembre.

Schlein: “Il governo dei salassi per famiglie e imprese”

La replica quasi immediata della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è durissima:

Il governo Meloni ha aumentato le tasse per tutti. E come se non bastasse, nella prossima manovra interviene sull’Irpef e aiuta di nuovo i più ricchi. Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni? Il suo governo verrà ricordato come quello dei salassi per famiglie e imprese italiane e per gli aiuti ai più ricchi”.

Schlein, pur non parlando apertamente di “patrimoniale”, ha ribadito la necessità di una tassazione europea sui grandi patrimoni, rilanciando così una proposta che, nelle ultime settimane, aveva già trovato sponda nella sinistra sindacale e nei partiti ecologisti.

La sinistra di Avs rilancia: “Serve redistribuire la ricchezza”

Nel campo rosso-verde, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs) non si nascondono e nelle ore successive alle parole di Meloni hanno esposto il proprio pensiero:

“Si può discutere della soglia e dell’aliquota, ma è urgente redistribuire la ricchezza. I super-ricchi contribuiscano di più”, affermano.

Per Fratoianni, “non è rassicurante che con la destra al governo aumentino le persone in povertà”, mentre Bonelli accusa la premier di “difendere i super ricchi abbandonando i poveri”.

Conte si smarca: “La patrimoniale non è all’ordine del giorno”

Diversa la posizione del Movimento 5 Stelle. Il leader Giuseppe Conte ha scelto di prendere le distanze dal fronte progressista. Già nella giornata di sabato 8 novembre, Conte aveva detto la sua rispondendo alle parole di Meloni, per poi tornare più precisamente sulla patrimoniale nelle scorse ore:

“Meloni si rassegni. Non so se nella sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per quanto ci riguarda noi siamo una forza progressista indipendente: una patrimoniale non è all’ordine del giorno“.

Conte, però, non risparmia critiche al governo, definendo la pressione fiscale record “la vera patrimoniale”:

“Questo è il governo delle tasse. La vera patrimoniale si è abbattuta sul ceto medio e sulle fasce più deboli. Non distraiamo i cittadini dai veri problemi”.

Renzi: “Un autogol mediatico della sinistra”

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, invita il centrosinistra alla prudenza, leggendo la vicenda come una partita di comunicazione politica:

“Sulla patrimoniale si gioca il capolavoro mediatico della Meloni e l’ennesimo autogol mediatico della sinistra. La donna che ha alzato la pressione fiscale improvvisamente diventa la paladina che difende i cittadini dallo Stato esattore”, le sue parole su X nel primo pomeriggio di sabato 8 novembre.

Renzi sottolinea come, invece di chiedere nuove tasse, l’opposizione dovrebbe concentrarsi su un alleggerimento del carico fiscale, “campo sul quale Meloni è più vulnerabile”.

Magi e Calenda: “Propaganda e slogan”

Anche dal fronte liberale sono arrivate critiche nelle ore successive alle parole di Meloni. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, definisce le parole della premier “un’arma di distrazione di massa”:

“Invece di spiegare agli italiani una legge di bilancio flop, Meloni scappa e si rifugia nella solita propaganda elettorale. Ha tradito ogni promessa fatta in campagna”.

Più ironico Carlo Calenda, leader di Azione, che liquida l’intero dibattito così:

“Possiamo stare tranquilli: un altro dibattito utile solo a dimostrare che importiamo slogan ed esportiamo il nulla“.