Il concordato, mediato dagli Stati Uniti, con il coinvolgimento di Egitto, Qatar e Turchia, prevede la fine delle ostilità a Gaza, la liberazione degli ostaggi israeliani e il rilascio dei prigionieri palestinesi.
Nonostante il sollievo generale per la tregua, la pace ritrovata è stata preceduta da aspre polemiche tra maggioranza e opposizioni, che si sono accusate reciprocamente di strumentalizzare il processo di mediazione.
Le tensioni politiche prima della firma
Nei giorni precedenti l’accordo, alla Camera dei Deputati, il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami aveva espresso orgoglio per il ruolo dell’Italia e del governo Meloni nel sostenere il piano Trump:
“Ringraziamo Donald Trump per il suo piano. Su Gaza maggioranza e governo hanno tenuto la barra dritta, senza cedere a facili demagogie e contribuendo quotidianamente con aiuti alla popolazione civile. Confidiamo che l’accordo di pace normalizzi definitivamente lo scenario. Sono orgoglioso che il Parlamento italiano abbia sostenuto il piano Trump, anche se solo la maggioranza”.
Le parole di Bignami avevano però scatenato un’ondata di reazioni indignate da parte delle opposizioni, che hanno accusato il governo di intestarsi meriti non propri.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi aveva attaccato duramente:
“Fate sfigurare l’Italia se vi attribuite un merito in questo processo di pace. Il contributo del governo a questo piano è nullo. Il contributo che avete dato al genocidio è invece tanto, continuando a fare affari con Israele. Fermatevi per il bene dell’Italia”.
Sulla stessa linea anche Davide Faraone di Italia Viva, che aveva invitato a non politicizzare la vicenda:
“Mi sarei risparmiato il tentativo di paternità di un processo messo in campo da un complesso di attori”.
E anche la presidente dei deputati del Partito Democratico, Chiara Braga, aveva ammonito:
“Non ci si appropri di un risultato e non si strumentalizzi un passaggio importante, nel rispetto del lavoro che è stato compiuto e delle voci che si sono alzate in questi due anni”.
Estremamente critico anche il leader di Avs, Angelo Bonelli, che tuonava contro la natura dell’accordo:
“Le immagini dei palestinesi che rientrano a Gaza, tra le macerie di una città distrutta, raccontano la verità che molti fingono di non vedere. Un accordo imposto dalla forza, che esclude le Nazioni Unite e la rappresentanza palestinese, non può essere chiamato piano di pace. La pace si costruisce con la giustizia e con il rispetto del diritto internazionale, non con la complicità verso chi ha distrutto un intero popolo. È tempo che la comunità internazionale riconosca le proprie responsabilità e che all’Italia sia chiesto di scegliere da che parte stare: con chi bombarda o con chi chiede giustizia”.
Le posizioni nella maggioranza
All’interno della maggioranza, invece, il tono era di grande fiducia verso la mediazione americana. Il leader della Lega Matteo Salvini aveva espresso pieno sostegno al piano di Trump:
“Penso che chiunque su questa terra possa e debba dire grazie al Presidente Trump. È cominciato un percorso che fino alla settimana scorsa era impensabile. Non sono state le barche a vela a risolvere il problema, ma la diplomazia, il lavoro e la fatica. Spero che ora nessuno si metta di mezzo per far saltare l’accordo”.
Penso che chiunque su questa terra possa e debba dire grazie al Presidente Trump. È cominciato un percorso che fino alla settimana scorsa era impensabile. E non sono state le barche a vela a risolvere il problema, ma la diplomazia, il lavoro e la fatica. Spero che ora nessuno si… pic.twitter.com/AkuX5KHsDT
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 10, 2025
L’accordo e le reazioni in Italia
In questo clima politico teso si è arrivati alla giornata di ieri, 13 ottobre 2025, con la firma ufficiale dell’accordo di pace a Sharm el-Sheikh. Alla cerimonia era presente anche la premier Giorgia Meloni, unica donna tra i leader mondiali intervenuti.
“L’Italia è pronta a fare la sua parte a Gaza, è una grande occasione”, ha dichiarato Meloni. “È una giornata storica, sono fiera che l’Italia ci sia. Ringrazio per quanto fatto dal nostro Paese sul piano umanitario per la popolazione di Gaza e per gli sforzi verso la cessazione delle ostilità”.
Insieme per la Pace pic.twitter.com/DpAwhgLxzU
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 13, 2025
Nel frattempo, Matteo Salvini ha esultato sui social:
“Giornata storica. Stanno tornando a casa”, ha scritto su X, riferendosi al rilascio degli ostaggi. “Un pensiero a quelle famiglie che non hanno mai perso la speranza, un abbraccio a quegli ostaggi che, nonostante due anni di inferno, non si sono mai arresi”.
Giornata storica. Stanno tornando a casa.
Un pensiero a quelle famiglie che non hanno mai perso la speranza, un abbraccio a quegli ostaggi che, nonostante due anni di inferno, non si sono mai arresi. pic.twitter.com/AIfDkllBHo— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 13, 2025
Ceccardi (Lega): “Sinistra delusa dalla pace”
L’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi ha profondamente criticato l’atteggiamento della sinistra:
“Dopo aver passato mesi a fare risoluzioni sulla pace, poi una volta firmato l’accordo se ne è stata muta, quasi con la faccia delusa”.
Le voci dell’opposizione
Anche le opposizioni, pur esprimendo soddisfazione per la pace, hanno ribadito le proprie critiche al governo. Il leader del M5S Giuseppe Conte ha commentato:
“Registriamo una svolta positiva e speriamo definitiva. Siamo all’inizio di una fase di pacificazione che speriamo possa garantire autodeterminazione alla popolazione palestinese. L’Italia con l’Ue deve assecondare questo processo. Ma è ridicolo che il Governo cerchi di intestarsi questo processo di pace. Deve al massimo intestarsi la complicità del genocidio avvenuto in questi due anni. Oltre al merito tardivo di Trump, dobbiamo ringraziare i milioni di cittadini che sono scesi in piazza per fermare questa follia”.
Accordo su Gaza, il mio collegamento questa mattina con “L’Aria che tira” ⤵️ pic.twitter.com/xfZFepqjrs
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) October 9, 2025
Anche la segretaria del PD Elly Schlein aveva accolto con sollievo la tregua, ma ha richiamato tutti alla responsabilità:
“Il cammino della pace sarà ancora lungo, ma oggi è un passo decisivo. Ora serve che tutti rispettino l’accordo e che si prosegua con i passi indispensabili per garantire la soluzione dei due popoli e due Stati, con il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell’occupazione illegale in Cisgiordania. L’Europa deve recuperare un ruolo nella ricostruzione di Gaza e nel sostegno alla popolazione palestinese martoriata”.
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha affidato ai social il suo commento:
“Una mattinata storica. Sembra l’alba di un giorno nuovo per la Terrasanta. Quando vuole, la politica fa la differenza. Beati i costruttori di pace, davvero. È solo l’inizio, ma è l’inizio di una storia nuova”.
Una mattinata storica. Sembra l’alba di un giorno nuovo per la Terrasanta. Quando vuole, la politica fa la differenza. Beati i costruttori di pace, davvero. E grazie a chi ha reso possibile ciò che sta avvenendo in questo momento. È solo l’inizio, è vero. Ma è l’inizio di una…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 13, 2025
Infine, Carlo Calenda di Azione ha colto l’occasione per criticare la sinistra:
“Avevamo chiesto un impegno congiunto di tutte le forze parlamentari a sostegno del piano di pace a Gaza. Le opposizioni hanno detto no. In aula alcune forze della sinistra populista hanno definito il piano ‘neocolonialista’ e da rifiutare, venendo superate perfino da Hamas in ragionevolezza. È stato un dibattito strumentalizzato da tutti”.
L’Italia tra orgoglio e polemica
Fra entusiasmo, ringraziamenti e accuse reciproche, la politica italiana ha vissuto l’accordo di pace tra Israele e Hamas come una vittoria internazionale accompagnata da divisioni interne.
Mentre la premier Meloni celebra la “giornata storica” e il ritorno alla diplomazia, le opposizioni chiedono un approccio più sobrio, invitando il governo a non appropriarsi di un risultato maturato grazie alla mediazione americana e allo sforzo congiunto di più attori globali.