BRACCIO DI FERRO

Attacco alle toghe dal fedelissimo della premier: "I magistrati erodono la sovranità popolare".

Sotto la lente del sottosegretario Mantovano i provvedimenti contro gli accordi sui migranti in Albania, ma l'Anm non ci sta

Attacco alle toghe dal fedelissimo della premier: "I magistrati erodono la sovranità popolare".
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Rieccola, la polemica è servita.

Sui rapporti tra giudici e politica è di nuovo bufera. Tutta "colpa" dell'ultima uscita del Governo, questa volta "a firma" del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

Un attacco forte e la risposta delle toghe non si è fatta attendere, alimentando nuovamente uno scontro dialettico e di idee che non sembra destinato a conoscere fine, aggiornandosi periodicamente di nuove puntate.

Governo, nuovo attacco alla Magistratura

L'ultima puntata in ordine di tempo si è registrata ieri, lunedì 7 aprile 2025, a Roma in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio nazionale forense.

Dove, come detto, le parole del rappresentante del Governo (un fedelissimo e tra i più stetti consiglieri della premier Giorgia Meloni) Alfredo Mantovano hanno alzato un polverone di polemiche.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano

Sotto la lente, anche se non citate direttamente, le stroncature dei giudici ai provvedimenti di trattenimento dei migranti nei centri in Albania, dopo il protocollo di intesa tra Roma e Tirana.

"Una magistratura che erode la sovranità popolare, deraglia dai confini e decide le politiche viene percepita come un establishment che punta ad arginare l'esito del voto".

E ancora:

"I giudici oggi sono diventati peggio delle toghe rosse di cui aveva senso parlare trent'anni fa, perché la situazione ora è ben peggiore: c'è un cronico sviamento della funzione giudiziaria".

L'affondo di Mantovano, le "intrusioni" dei giudici nelle politiche sull'immigrazione

Un attacco a dire il vero non solo politico, ma che ha anche una connotazione professionale dal momento che lo stesso Mantovano è stato magistrato di lungo corso. 

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha esternato duramente il suo pensiero.

Eccolo in alcuni passaggi più articolati:

"C'è la tendenza delle corti a negare spazi regolativi al legislatore che erode gli spazi di diretta espressione della sovranità popolare. Pensiamo, per riportare un esempio di leggi sistematicamente disapplicate, a quelle in materia di immigrazione. Noi non delegittimiamo l'Unione europea, ma vorremmo che la nostra Repubblica continui a preservare il suo fondamento".

E poi ancora:

"Quello che preoccupa è il rischio che la magistratura percepisca sé stessa come parte di un establishment che ha la funzione di arginare la pericolosa deriva della coerenza fra la manifestazione del voto, la rappresentanza politica e l'azione di governo. Secondo tale ottica, quest'argine andrebbe posto anche nei confronti dei disegni di legge costituzionali".

La replica dell'associazione magistrati

Come era prevedibile e come già accaduto in alcune occasioni analoghe, a stretto giro di posta è arrivata la replica, non senza polemiche, dell'Anm, l'Associazione nazionale magistrati.

Come ad esempio dalle parole, secche, eloquenti del vicesegretario dell'Anm Stefano Celli:

Stefano Celli, vicesegretario dell'Anm

"Vi sono delle valutazioni che spettano ad organi diversi da quelli eletti, previsti dalla legge e che fanno il loro dovere, i quali a volte possono andare in contrasto con le decisioni del Governo. Se davvero Mantovano e gli altri esponenti del Governo pensano che le cose stiano così ricorrano alla Consulta per il conflitto di attribuzione".

La riflessione dell'Anm sul tema migranti

Mentre, in maniera forse in controtendenza quasi in contemporanea è arrivato anche il commento del vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura Fabio Pinelli (al centro delle cronache tempo fa per essere andato in contrasto con il presidente della Repubblica Mattarella e per un incontro con Giorgia Meloni) che ha messo sotto la lente proprio il tema dei migranti:

Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm

"L'Europa e l'Italia in particolare, sono interessate da epocali trasformazioni demografiche che rendono obsoleta l'attuale distribuzione degli uffici e soprattutto la relativa dotazione di risorse e di competenze. Secondo uno studio recente, nel 2050 la popolazione mondiale conterà 250 milioni di popolazione africana in più e 45 milioni di popolazione europea in meno. Come tutto ciò impatterà nella risposta del servizio giustizia?".

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