POLVERONE DI POLEMICHE

Nel giorno dello sciopero, scontro tra Meloni, Landini e Schlein su diritti sindacali, rivolta sociale e... caviale

Fine settimana al vetriolo dopo che la premier malata aveva detto di essere ugualmente al lavoro. L'attacco dei sindacati e della leader del Pd

Nel giorno dello sciopero, scontro tra Meloni, Landini e Schlein su diritti sindacali, rivolta sociale e... caviale
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Dalla rivolta sociale agli atti di "bullismo" della premier, le uscite del leader della Cgil Maurizio Landini sono destinate a continuare a sollevare un polverone di polemiche.

L'ultima "puntata" dello scontro tra sindacati e Governo è arrivata in occasione dello sciopero del trasporto pubblico locale di ieri, venerdì 8 novembre 2024, quando Landini ha commentato le parole del giorno prima della presidente del Consiglio.

Lo sciopero di ieri del trasporto pubblico
Lo sciopero di ieri del trasporto pubblico

Una mobilitazione che in alcune città ha toccato il 100% di adesioni mandando letteralmente in tilt molte città (non erano previste fasce di garanzia a tutela degli utenti) e in particolare Roma, Milano e Napoli. 

La polemica con Landini era nata il giorno prima. Meloni, infatti, influenzata, aveva detto di "essere ugualmente al lavoro, al Consiglio europeo, non avendo diritti sindacali".

Premier malata e i diritti sindacali, che scontro con la Cgil

Ecco allora che Landini alla manifestazione nazionale dei sindacati Tpl organizzata davanti al Ministero dei Trasporti ha attaccato duramente la premier:

Maurizio Landini, leader della Cgil
Maurizio Landini, leader della Cgil

"Meloni fa atti di bullismo. Un presidente del Consiglio a volte prima di dire le cose è meglio ci pensi, perché messa in questi termini è un attacco a chi quei diritti ogni giorno li vede messi in discussione o addirittura non ce li ha perché è precario".

E ancora:

"Quando parlano di salute vorrei ricordare che alla Presidenza del Consiglio c'è addirittura una sede per curare quelli che ci sono, non tutti hanno il medico sotto casa e la possibilità di essere curati e mi chiedo, ha presentato il certificato lei?”.

L'influenza della premier, come è nata la polemica

Le parole del segretario generale della Cgil erano arrivate dopo la partecipazione giovedì al programma di Rai 1 Radio "Un giorno da pecora" del deputato di Fratelli d'Italia Marco Osnato.

Il parlamentare, incalzato dai conduttori (Giorgio Lauro e Geppi Cucciari) su come stesse Meloni (che martedì aveva saltato il vertice Governo-sindacati proprio perché influenzata) le aveva mandato un messaggio sul cellulare.

Dopo qualche istate, un po' a sorpresa, in diretta, era arrivata la risposta della premier:

"Come sto? Male in verità, ma non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro".

Landini e la rivolta sociale

Ma il segretario della Cgil durante la settimana era stato protagonista di un altro polverone di polemiche.

Con l'avvicinarsi del via libera definitiva della Legge di Bilancio su cui i sindacati hanno già manifestato tutte le loro perplessità e critiche (che hanno portato appunto allo sciopero di ieri) Landini aveva tuonato incitando alla rivolta sociale.

Un tema ribadito ieri:

“Rilancio con forza la rivolta sociale. Continuo a pensare che di fronte a quello che sta succedendo c'è n’è assolutamente bisogno delle persone, perché la libertà delle persone oggi è messa in discussione. Ci siamo rotti anche le scatole, perché non è più accettabile che quelli che tengono in piedi questo Paese siano quelli che non sono ascoltati e che non vengono adeguatamente rappresentati”.

Poi, guardando proprio ai contenuti della Legge di Bilancio:

"Le risorse stanziate dentro la legge di bilancio, totalmente insufficienti per rinnovare il contratto. Sono anni che stanno tagliando in questi settori e allo stesso tempo c'è un atteggiamento delle imprese non accettabile, perché non stanno facendo quello che deve essere fatto”.

L'altra polemica, Meloni contro Schlein

Ma non è solo lo scontro Governo-sindacati, Meloni-Landini ad accendere le polemiche politiche di questi giorni.

La premier ha avuto anche un duro scambio di battute anche con il segretario del Pd Elly Schlein.

Meloni ha infatti rivendicato la bontà dell'azione dell'Esecutivo con un'uscita che non è piaciuta al leader del Partito democratico:

La premier e leader di FdI Giorgia Meloni sul palco per Marco Bucci
La premier e leader di FdI Giorgia Meloni sul palco per Marco Bucci

"Il Governo difende i diritti sindacali molto meglio della sinistra al caviale".

Scontro tra "tavola" e storia, tra caviale e olio di ricino

La stoccata della presidente del Consiglio è arrivata in realtà dopo che a sua volta Elly Schlein l'aveva bacchettata per la questione dei "diritti sindacali" emersa a "Un giorno da pecora":

Il segretario del Pd Elly Schlein
Il segretario del Pd Elly Schlein

"Così si scherniscono i diritti dei lavoratori, Meloni la smetta di fare la vittima".

A stretto giro di replica è giunta l'ulteriore replica della leader di Fratelli d'Italia:

"In una trasmissione radiofonica leggera, ho risposto a un sms in modo leggero, dicendo che non mi sentivo bene, ma ero comunque a fare il mio lavoro perché, come voi capite benissimo, qui non c'è nessuno che mi possa sostituire. Chiaramente citavo il tema dei diritti sindacali. Mi dispiace che anche su questo si riesca a fare una polemica, su una cosa completamente inutile".

E ancora:

"Non so cosa si intenda per svilire i diritti sindacali. Ma so che sono abituata a fare il mio lavoro, anche quando non sono al massimo della forma, perché è l'impegno che mi sono presa con gli italiani. Spero che la sinistra, prima o poi, individui qualche tema serio sul quale fare politica con questo Governo, in attesa di ritrovare una identità che le consenta di stare a fianco dei cittadini".

Polemica finita? Neanche per sogno perché Schlein ha ribattuto ancora:

"Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino, quindi continueremo a stare al loro fianco. Meloni si occupi, invece, del salario minimo che ha negato a 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici che non ce la fanno più e non arrivano a fine mese anche se lavorano".

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