una storia da film

Nel Comune più piccolo d'Italia bastano 12 voti per essere sindaco. Ma lo sconfitto (9 preferenze) fa ricorso

Ventidue votanti, un candidato del partito gay e un ricorso al Tar che tiene fermo il paese...

Nel Comune più piccolo d'Italia bastano 12 voti per essere sindaco. Ma lo sconfitto (9 preferenze) fa ricorso
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Morterone è il Comune più piccolo d'Italia e domenica 3 e lunedì 4 ottobre è andato al voto per rinnovare l'Amministrazione comunale. Ed è stata una battaglia serrata: 12 voti a 9. Ma sull'esito delle elezioni pende un ricorso.

Nel Comune più piccolo d'Italia le elezioni finiscono 12 a 9

Non solo Milano, Roma e Napoli, nel fine settimana si è votato in oltre mille Comuni italiani. Tra cui Mortarone, nel Lecchese, 32 abitanti. E come racconta Prima Lecco Dario Pesenti, classe 1969, noto avvocato lecchese già  assessore e vicesindaco del capoluogo ha vinto le elezioni. Ma la questione è ancora aperta.

Ma...

Gli elementi di una storia da film ci sono tutti: un Comune microscopico, con 27 aventi diritto al voto (e anche qui l'astensionismo è andato forte, con 5 persone che non hanno votato e una scheda nulla), la candidatura a sindaco di un esponente del partito Lgbt+, un "giallo" sulla presentazione delle liste  e un esito contestato.

Il voto ha premiato Pesenti, cha sconfitto Andrea Grassi, 32 anni, imprenditore di Villa D’Adda originario della Puglia, leader del Partito Gay Lgbt+, per 12 voti a 9.

Lo sconfitto però ha fatto ricorso al Tar perché il nuovo sindaco aveva depositato la lista in ritardo presentandosi agli uffici di Morterone anziché nel vicino Comune di Ballabio.

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