Movimento 5 Stelle, tutti zitti dopo l'azzeramento dei vertici. E Conte diserta Porta a Porta
Imposto a tutti il silenzio stampa fino a nuovo ordine. Di Maio a rischio espulsione, ma secondo molti siamo arrivati alla fine di un'era.
Caos nel Movimento 5 Stelle. Dopo l'azzeramento dei vertici della segreteria politica, l'ex premier Giuseppe Conte ha cancellato la sua partecipazione di questa sera a Porta a Porta.
La notizia è arrivata poco fa e di fatto con la cancellazione di questo appuntamento in agenda, l'ormai ex segretario del Movimento è andato ad assecondare un diktat arrivato in mattinata dal co-fondatore del M5S Beppe Grillo che, dopo la burrasca di lunedì 7 febbraio, con l'azzeramento dei vertici della classe dirigente, ha chiesto ai suoi di attenersi al silenzio.
Movimento 5 Stelle, che bufera: tutti zitti
Al momento, non è dato sapere quando e dove Grillo si incontrerà con Conte. Intanto però ha dettato una prima linea: quella delle bocche cucite. E l'ex presidente del Consiglio (almeno per il momento) l'ha rispettato. Su quanto durerà questo "silenzio stampa" molto dipenderà appunto da quando l'ex comico e Conte si incontreranno. Ma sarà anche da vedere se tutta la truppa pentastellata manterrà questa consegna arrivata dall'alto.
Il caos dopo l'azzeramento dei vertici
La bufera in casa pentastellata è iniziata a seguito della sentenza del Tribunale civile di Napoli che ha accolto il ricorso di alcuni iscritti riguardo lo statuto del Movimento portando di fatto all'azzeramento dei vertici del M5S e soprattutto del suo presidente, Giuseppe Conte.
Tutto era nato a settembre quando un centinaio di attivisti aveva presentato un ricorso contestando le modifiche allo Statuto che si erano poi concretizzate nell'ufficializzazione delle nuove camere. Nel documento protocollato in Tribunale si faceva cenno alle modalità che avrebbero portato alla configurazione della segreteria del movimento, al quorum necessario e al principio di parità.
La guerra intestina Conte-Di Maio e il vento di burrasca di ieri
Non è un momento facile per il M5s. I grillini erano infatti già usciti lacerati dalla vicenda della corsa al Quirinale e in questi giorni la guerra intestina tra Conte e Di Maio e le correnti da loro rappresentate è sempre più evidente.
E così pure le tensioni dentro e fuori al Movimento. Tutta l'attenzione, in attesa dell'incontro Grillo-Conte è concentrata su cosa accadrà.
L'ex presidente Vito Crimi prova a buttar acqua sul fuoco ("Conte resta il nostro responsabile di partito"), ma gli episodi di intolleranza, i litigi, le ripicche, le tregue forza all'interno del M5S ormai non si contano più.
La fine di un'era?
Dai dubbi e le rivolte contro la piattaforma Rousseau, alle prime fuoriuscite verso Gruppo Misto, Indipendenti, Lega, Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia, fino ad arrivare alle imboscate per il rinnovo dei capigruppo a Camera e Senato per non parlare del vincolo del secondo mandato, del Movimento che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatola di tonno è rimasto ben poco.
Sullo sfondo in molti danno per imminente l'espulsione dell'attuale Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, mentre elezioni Regionali e Amministrative potrebbero presto ripresentare il dilemma di un'alleanza di coalizione con il Partito democratico.