Milleproroghe, il Governo incassa la fiducia alla Camera: più tempo per pagare le cartelle esattoriali
Il decreto va convertito in legge entro il 28 febbraio. Quasi certo il ricorso alla fiducia anche al Senato e il Pd bacchetta la Lega.
Milleproroghe, via libera da parte dell'Aula della Camera, con 369 si, 41 no e nessun astenuto al decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (appunto il cosiddetto Milleproroghe).
E' stato questo il verdetto del vicepresidente Andrea Mandelli (Forza Italia) dopo la prima e seconda "chiama".
Lo stesso Mandelli ha poi subito sospeso i lavori del Parlamento per consentire lo svolgimento della Direzione del Partito democratico.
La seduta riprenderà alle 19 con l'esame degli ordini del giorno al provvedimento. Il voto finale è previsto per domani. Il testo passerà, poi, al vaglio del Senato nella giornata di giovedì.
Milleproroghe e Governo, una questione di fiducia
Milleproroghe e tenuta del Governo, una questione di fiducia. Con la votazione appena andata in archivio alla Camera dopo le dichiarazioni di voto della tarda mattinata, l'Esecutivo attraverso il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, aveva infatti posto la fiducia sul provvedimento.
Un accorgimento resosi necessario dopo che a metà della scorsa settimana il Governo era "andato sotto" a quattro emendamenti presentati al testo durante i lavori in Commissione.
Ecco allora il ricorso al voto di fiducia da un lato per evitare altri possibili inciampi (che dal presidente del Consiglio Mario Draghi non saranno più ammessi), dall'altra per accelerare i lavori in ragione dei tempi strettissimi. Il decreto dovrà essere infatti convertito in legge entro lunedì 28 febbraio.
E' per questo che, anche per quanto concerne il passaggio in Senato il Governo ricorrerà quasi certamente ancora alla fiducia.
Milleproroghe, i temi caldi
Uno dei temi più caldi dove il Governo non ha nascosto tutta la sua delusione e dove non sono mancati mal di pancia è quello riguardo il tetto al contante.
Fratelli d'Italia e Lega nei giorni scorsi in Commissione hanno votato per riportarlo a 2000 euro. Nonostante un tentativo in extremis del Movimento 5 Stelle, il Governo ha deciso di mantenere la soglia dei 2 mila euro almeno per un anno, rinviando dunque la questione di un abbassamento a mille euro.
E' stato poi confermato il bonus psicologico di 600 euro e seguirà le indicazioni dei parametri Isee.
Ci sarà poi più tempo per pagare le cartelle esattoriali con un nuova rateizzazione (anche se lo stop alla rateizzazione avverrà dopo la quinta cartella non pagata e non più dopo la decima) e il rinvio dei termini per restituire i prestiti Covid.
Un altro emendamento approvato al Milleproroghe ha esteso fino al 31 marzo 2022 la sospensione dei termini per le agevolazioni per la prima casa.
Le stellette dei meriti, le promesse e le stoccate nella maggioranza
Il voto di fiducia è stato anticipata da una sorta di "passerella" dialettica dove quasi tutti hanno voluto prendersi meriti per il contributo portato ai contenuti del documento.
Oltre a Fdi e Lega già nei giorni scorsi, in queste ore è stato il turno anche di Forza Italia e Italia Viva.
Nel frattempo, in quel che resta del Centrodestra dopo il tormentone della vicenda Quirinale, il leader della Lega Matteo Salvini ha promesso che d'ora in avanti il Centrodestra sarà unito e remerà dalla stessa parte.
Musica stonata per il Partito democratico che ha voluto lanciare un messaggio abbastanza eloquente con l'intervento della deputata Lucia Ciampi:
"Il decreto Milleproroghe serve al Paese. Noi finora siamo stati leali, altri opportunisti. Il Centrodestra eviti di ondeggiare tra maggioranza e opposizione".