Nel pomeriggio di lunedì 21 luglio 2025, il sindaco di Milano Beppe Sala in Consiglio comunale dopo lo scandalo urbanistica che ha travolto il capoluogo lombardo.
Segui con noi la diretta.
Due cartelline sul tavolo: una verde per continuare, una arancio per le dimissioni
Milano · 21/07/2025 alle 15:20
Nel pomeriggio di lunedì 21 luglio 2025, il sindaco di Milano Beppe Sala in Consiglio comunale dopo lo scandalo urbanistica che ha travolto il capoluogo lombardo.
Segui con noi la diretta.
Interviene Silvia Sardone (Lega), che critica fortemente non solo la situazione, ma l’intero operato della Giunta.
“Milano è ferma, Milano è Ztl, aree 30, balzelli. Chiediamo le dimissioni della Giunta non per i 74 indagati, ma per incapacità”.
“Sapevo che Sala non si sarebbe dimesso e che Tancredi sarebbe stato il capro espiatorio. Lei (Sala, ndr) ha provato ad andare dappertutto, ma l’unico posto che ha trovato è questo, e non si schioda, con la millechiodi sulla sedia. Ha provato ad andare con il Movimento 5 Stelle e i Verdi, che oggi la schifano. Di lei cosa ricorderemo?”.
“Oggi dovevamo votare per San Siro, ma non lo faremo e non lo faremo neppure giovedì. Questo perché la città è ferma”.
Parla Uguccioni, del Pd, che rilancia:
“Sindaco, andiamo avanti, andiamo avanti insieme”.
Truppo all’attacco:
“Avete tenuto fuori dall’aula i cittadini veri per far posto ai militanti e ai presidenti dei Municipi che hanno applaudito il sindaco”.
E poi:
“Continuiamo a chiedere le dimissioni, non del sindaco, ma della Giunta”.
Inizia il dibattito, che durerà un paio d’ore, con alternanza tra gruppi.
Inizia Truppo (FdI):
“Sindaco, lei ha chiesto garanzie per il proseguimento del mandato e il Pd le ha fatto l’elenco della spesa a mezzo stampa per cui dovrà cambiare rotta. Poi ha chiesto di votare San Siro, ma il Pd dice che lo vuole rinviare. Due cose ha chiesto, due volte le è stato risposto picche. E come andrà avanti?”.
“Lei è prigioniero della maggioranza, del Centrosinistra e del Pd. Speravo che vista la sua statura non si sottomettesse a questa situazione”.
Poi mostra alcuni cartelli con delle domande a Sala.
Il consigliere Enrico Marcora (FdI) primo a parlare in replica al sindaco per “fatto personale”.
“Volevo ricordarle che sono stato eletto con la sua lista e me ne sono andato perché quello che vedevo non mi piaceva. Sono entrato in FdI quando aveva ancora il 3%. Il post (con Sala galeotto, ndr) era satirico. Oggi Crozza avrebbe detto: ‘povera Milano, come siamo conciati con questo sindaco’”.
“Non ho tessere di partito, ma il mio cuore è stato sempre da quella parte. Mi dispiace che ci sia stata solo la richiesta di dimissioni, senza entrare nel merito, con buona pace del principio di garantismo. L’unico principio è mettere da parte chi sta lavorando”.
“Sarà interessante vedere se una volta tolto di mezzo l’assessore caduto in disgrazia come cambierà l’urbanistica di Milano”.
Ora parla l’assessore Tancredi.
“Ho rassegnato in data odierna le mie dimissioni. E’ una decisione sofferta, ma è la migliore, per affrontare gli sviluppi conseguenti al provvedimento nelle sedi della giustizia, ma anche per rispetto per sindaco, giunta, consiglio e cittadini milanesi”.
“E’ stata un’esperienza che chiudo in maniera infelice, ma che ho vissuto con grande entusiasmo. La mia coscienza è pulita“.
“Questo mio gesto spero sia utile per maggiore chiarezza e giustizia”.
“Io ci sono. Con tutta la voglia. Ho ricevuto numerosi messaggi, anche da persone che non sono miei elettori, che mi dicono di credere nella mia onestà e nella mia persona”.
“E’ dal gennaio 2009 che ho dato professionalmente e umanamente tutto ciò che ho a Milano. Se trovo ancora energie non è per mia ambizione, ma per il vero insegnamento che ho ricevuto da mio padre che mi disse ‘fai ciò che vuoi, scegliti il lavoro che vuoi, ma ricordati che io ti guarderò e vorrò essere certo che farai il tuo dovere fino in fondo'”.
“Oggi voglio andare fino in fondo nell’incarico che i milanesi mi hanno dato”.
“Bisogna fare di più per rendere Milano più equa, sana ed equilibrata? Bisogna fare sempre di più, sempre con il confronto democratico. Ma non possiamo non essere d’accordo che la giustizia e la politica debbano occuparsi di ambiti diversi”.
“E’ per questo che la nostra risposta deve essere politica, di una politica che ha l’obiettivo di migliorare la vita delle persone che hanno più difficoltà. Un lavoro che non è mai finito, ma che ci vede impegnati ogni giorno”.
E’ il momento delle citazioni:
“Carlo Ratti, un famoso urbanista che lavora all’MIT di Boston, pochi giorni fa in un’intervista ha dichiarato che Milano è rinata, è l’unica città italiana veramente globale e la sua crescita immobiliare è dovuta in gran parte a riqualificazione e recupero di aree dismesse”.
“E’ sbagliato avere paura della verticalizzazione di Milano. Così possiamo fare spazio al verde”.
“Legambiente Lombardia riconosce che sotto il profilo del consumo di suolo Milano ha prodotto risultati migliori di altre città, grazie a rigenerazione e verticalizzazione. La città in 15 anni ha cambiato radicalmente i propri connotati, senza tracimazione parlando di consumo di suolo”.
“Milano nelle tre sindacature di Centrosinistra ha preso una via di attrattiva e apertura con il mondo. Facendo della collaborazione tra pubblico e privato una virtù. Non è più così? Pensiamoci”.
“Sono qui a ribadire il fatto che nulla è stato risparmiato nell’ottica di aiutare le persone che hanno visto accentuarsi le proprie difficoltà finanziare, sociali e abitative”.
“Negli ultimi 4 anni abbiamo speso un miliardo di euro per i servizi sociali, che vuol dire numerosi interventi concreti per le categorie più fragili”.
“Vedete, cari milanesi, quando parlo di educazione, ecco a cosa mi riferisco”, spiega Sala “bacchettando” l’opposizione che lo interrompe.
Le parole di Sala scaldano l’ambiente. La presidente interviene più volte per riportare la calma.
“Ricordo a chi si ‘approfitta’ della questione che ‘oggi a me, domani a te’. A una parte dell’opposizione, non a tutta, dico che si vi abbandonate a schiamazzi per avere una foto in cronaca locale ottenete il vostro scopo. Se lo fate per destabilizzarmi, non c’è dubbio che non avete alcuna possibilità”.
“Nella vita ho affrontato problemi ben più gravi. A Marcora che ha postato la mia foto in versione da galeotto, per amplificare la sua fama ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito (Meloni e La Russa, ndr). Ora starò a vedere cosa succederà: se l’ennesima forza politica a cui ha aderito le farà fare carriera vuol dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Se non avverrà vuol dire che il suo partito ha un minimo di rispetto istituzionale”.
Marcora interviene più volte, parla di minacce e viene richiamato all’ordine.
“Si capisce quanto il Comune si sia sbilanciato per l’interesse pubblico, tanto da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato per aver deluso le aspettative del costruttore”.
“Non intendo però dare giudizi sull’operato della Magistratura, ma rilevo un comportamento tipico del nostro Paese. I media spiegano che non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché dato che non è stata fatta attività di indagine in cui fosse prevista la presenza dell’indagato. Però dato che la Magistratura è l’unico organo preposto, perché è stato divulgato ai media?”.
Sala parte con un excursus sul Pirellino.
“Nel 2013 la Giunta Pisapia alla ricerca di nuove sedi comunali lancia un bando e mette in permuta il Pirellino valutandolo in base d’asta 79 milioni di euro. Arriva una sola proposta, giudicata inammissibile”.
“Nel 2016 divento sindaco e capisco subito che i conti del Comune non sono rassicuranti. Metto in atto un piano di dismissione di immobili, di cui fa parte il Pirellino”.
“Nel 2019 viene messo in asta con base a 106 milioni di euro. L’asta è caldissima, con 5 gruppi che si sfidano a colpi di rilanci fino a 193 milioni di euro”.
“Nel 2020 il Comune modifica il Pgt, disponendo che almeno il 40% della superficie fosse destinata all’edilizia sociale. Il costruttore fa ricorso, il Tar considera corretta la modifica, ma successivamente il Consiglio di Stato la modifica. In sostanza quando è stato venduto il costruttore sapeva che poteva fare tutta edilizia libera e le carte sono cambiate dopo”.
Sala torna sulla notizia ricevuta dai giornali:
“Ho saputo dalla stampa la vicenda, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia”.
“La giustizia fa il suo corso e le sue conclusioni vanno sempre e comunque rispettate”.
“Tutto ciò che ho fatto nell’ambito delle sue sindacature si è sempre basato su ciò che ritengo essere l’interesse dei milanesi”.
“Non esiste alcun fatto a mio vantaggio. Le mie mani sono pulite”.
Prende subito la parola il sindaco:
“Sono giorni oscuri, in cui anche le certezze vacillano”.
La scorsa settimana l’opposizione di Palazzo Marino aveva protestato con cartelli con la scritta “dimissioni”.
Il Centrodestra nazionale – da Meloni a Crosetto, passando per il presidente della Regione Attilio Fontana – è garantista nei confronti di Sala.
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Sono tanti i milanesi che aspettano di assistere al Consiglio comunale. In questi minuti che precedono l’inizio (fissato alle 16.30) si stanno formando code all’esterno di Palazzo Marino.
In particolare in piazza della Scala sono presenti le cosiddette “Famiglie sospese”, che a causa delle inchieste giudiziarie non possono accedere nelle case acquistate in quanto alcune di queste sono sotto sequestro oppure sotto la lente della magistratura.
Il sindaco Sala sarebbe indagato per “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone” e concorso in “induzione indebita a dare o promettere utilità”.
In totale, sono più di settanta gli indagati nella maxi inchiesta: da quanto si è saputo al momento sarebbero 74. Le accuse vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all’induzione indebita.
Beppe Sala arriverà in Consiglio con due discorsi. La prima parte è uguale, le conclusioni (la parte importante) no. Secondo i beninformati, la differenza – oltre che sostanziale – è cromatica.
Nella cartellina verde Sala ha il discorso in cui resta sindaco, in quella arancione quella con le dimissioni. Chi le ha intraviste sul tavolo, ha notato che il verde sovrasta l’arancione.
Scontate invece le dimissioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per cui i magistrati hanno chiesto gli arresti domiciliari.
L’ex dirigente del settore Urbanistica del Comune ha già dato la sua disponibilità al primo cittadino a dimettersi durante uno dei tre faccia a faccia degli ultimi giorni. Per lui mercoledì 23 luglio 2025 ci sarà l’interrogatorio preventivo davanti al gip, dove ha intenzione di rispondere per puntualizzare la sua posizione.
Dopo un weekend di riflessioni (e un confronto con il Pd), il primo cittadino molto probabilmente annuncerà che rimarrà in sella, provando a portare a conclusione il mandato che scade nel 2027.
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Le comunicazioni del sindaco Beppe Sala sono previste – come da prassi – in apertura della seduta. E c’è da scommettere che il clou sarà proprio in quel momento.
Il resto dell’ordine del giorno: