Migranti in Albania incompatibili col diritto internazionale: trasferiti già in Italia
Il Governo studia soluzioni, i Paesi sicuri verranno decisi dal Ministero degli Esteri? Lunedì Consiglio dei Ministri straordinario
Il colpo di scena che non t'aspetti arriva dopo mesi di preparazione, milioni investiti, accordi politici fra Stati. Ma soprattutto dopo che mezza Ue (Von Der Leyen compresa) stava entusiasticamente reagendo all'idea di tenere in stand by i migranti diretti in Europa in centri d'accoglienza fuori dal Vecchio continente.
E invece non si può fare: i migranti in Albania sono incompatibili col diritto internazionale (in copertina la nave militare italiana che ha portato i primi 16 nel porto di Shengjin).
I giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma hanno disposto che vengano trasferiti già in Italia. Il punto nodale della questione è il concetto di "Paese sicuro".
In base a una recentissima sentenza della Corte di Giustizia Ue (del 4 ottobre 2024), se i migranti arrivano da un Paese considerato sicuro allora è possibile ospitarli temporaneamente anche fuori dai confini europei, altrimenti no. Ma il fatto è che non esistono in pratica Paesi considerati sicuri fra quelli da cui provengono i migranti diretti in Europa. Ergo: il diritto internazionale rende il centro migranti da 800 milioni costruito in Albania praticamente inutilizzabile.
La vicenda a questo punto si sposta sul piano della polemica politica.
I Giudici: i migranti arrivano da "Paesi non sicuri"
Se già c'erano state polemiche, ora ce ne saranno ancora di più. E infatti l'opposizione sta già tuonando contro il Governo e minaccia di andare addirittura alla Corte dei Conti.
Perché sull'accordo Italia-Albania sui migranti è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 18 ottobre 2024, la clamorosa "bocciatura" dei giudici.
Il Tribunale di Roma non ha infatti convalidato il trattenimento dei migranti nei centri italiani allestiti in Albania.
La notizia è arrivata come una sorta di fulmine a ciel sereno.
La sezione per i diritti della persona e immigrazione del foro della Capitale non ha convalidato i 12 "trattenimenti" dei migranti nel centro italiano di permanenza di Gjader.
I dodici dovrebbero rientrare in Italia già oggi.
La motivazione dei giudici del Tribunale è destinata a far discutere: ci sarebbe infatti l'impossibilità di riconoscere come "Paesi sicuri" gli Stati di provenienza delle persone trattenute (in questo caso si parla di Egitto e Bangladesh), dunque la procedura di frontiera sarebbe inapplicabile.
Il contenuto dell'ordinanza: quando un Paese è sicuro
Ancor più nel dettaglio nell'ordinanza spiega che "i due Paesi non sono sicuri anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia”.
Dunque secondo i giudici, lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e per questo dovranno essere riaccompagnati nel nostro Paese.
Stando a quanto previsto dalla sentenza della Corte di giustizia europea richiamata dall'ordinanza (risalente al 4 ottobre), "un Paese, per essere considerato sicuro, in ogni sua parte e per ogni persona, non deve mettere in atto persecuzioni, discriminazioni o torture verso alcuno, in nessuna zona o suo territorio".
I Giudici: Egitto e Bangladesh non sono sicuri
Dunque il Tribunale di Roma e la Corte di Giustizia Egitto, Bangladesh e Tunisia non sono considerati sicuri.
Da qui l’inapplicabilità della procedura di frontiera. Ecco allora che, come prevede il Protocollo, va messo in atto il trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti.
E dunque il loro diritto ad essere ricondotte in Italia.
La vicenda dei migranti in Albania
La vicenda dell'accordo Italia-Albania sui migranti è ormai nota.
Delle 85 persone salvate il 13 ottobre da quattro barconi, solo in 16 erano stati portati sulla nave Libra della Marina.
Ecco allora, che proprio nel momento in cui l'Ue (la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l'Olanda avevano manifestato l'intenzione di prendere a modello l'accordo) aveva mostrato tutto il suo interesse sul progetto migranti, la traversata di Adriatico e Ionio è durata due giorni.
Ed è costata circa 20mila euro a migrante (mentre i costi totali dell’operazione per lo Stato italiano si aggirano a quasi un miliardo in 5 anni).
Le reazioni del Governo
Inevitabili da una parte e dall'altra le reazioni.
Delusa e molto dura nei commenti la premier Giorgia Meloni che tra l'altro ha subito annunciato la convocazione, lunedì, di un Consiglio dei Ministri straordinario per risolvere il problema:
"Non spetta ai giudici stabilire se un Paese sia sicuro. Una parte politicizzata della magistratura vuole abolire i confini e sancire il diritto a migrare a proprio piacimento".
Da parte sua il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha annunciato le iniziative del Governo:
"Faremo ricorso e arriveremo in Cassazione. Ho profondo rispetto per i giudici, ma porteremo avanti la nostra battaglia all'interno dei meccanismi giudiziari: presenteremo ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione".
Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli Esteri Antonio Tajani:
"Sono abituato a rispettare le decisioni del potere giudiziario, ma vorrei anche venissero rispettate le decisioni del potere esecutivo e legislativo, perché una democrazia si basa sulla tripartizione dei poteri. Il potere giudiziario deve applicare le leggi, non di modificarle odi impedire all'esecutivo di poter fare il proprio lavoro. Il potere viene sempre dal popolo, che ha scelto questo parlamento e questo governo. La volontà del popolo va sempre rispettata. Andremo avanti con quanto ha detto la presidente von der Leyen, per la quale l'accordo tra Italia e Albania è un modello da seguire".
I Paesi sicuri, l'idea che prepara il Governo
Sui "Paesi Sicuri" il Governo ha in mente una soluzione che potrebbe risolvere il problema.
Secondo fonti di Palazzo Chigi si starebbe infatti lavorando in queste ore alla redazione di un decreto che non solo assegni al ministero degli Esteri il compito di indicare i paesi sicuri, come già oggi avviene, ma li inserisca l'elenco direttamente nella legge.
Rimane il fatto che i giudici potrebbero comunque disapplicare la legge nazionale in quanto contraria al diritto europeo.
Ma l'Italia in questo senso guarda proprio anche fuori dai nostri confini e appunto all'Europa.
La novità più importante riguarda un regolamento, il 1348 del 2024 che tornerà a consentire il rimpatrio nei paesi parzialmente sicuri (e non solo in quelli sicuri), con una lista approvata dall'UE.
I tempi però si annunciano non brevi perché il regolamento entrerà in vigore nel giugno 2026.
L'obiettivo è allora anticipare, con l'accordo degli altri Stati, l'entrata in vigore di questa disposizione.
Gli altri commenti pro giudici e contro il Governo
Intanto a favore della decisione del Tribunale si è schierato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia:
“Sono giudici che applicano le norme volute dal nostro ordinamento e dall'ordinamento europeo, di cui siamo parte integrante” e “l'ordinamento sovranazionale prevale” e, nel caso della decisione del Tribunale di Roma sul trattenimento di migranti in Albania, il giudice italiano ha tenuto presente che “l'ordinamento sovranazionale considera l'Egitto e il Bangladesh tra i Paesi non sicuri”.
Promette battaglia anche il Pd che oltre a un'interrogazione in Senato potrebbe ricorrere anche alla Corte dei Conti.
Durissimo il commento del segretario nazionale Elly Schlein:
"Vergogna! Altro che modello: l'accordo fatto con l'Albania è un accordo fuorilegge, un accordo che viola il diritto internazionale. Ringrazio i parlamentari che ieri sono andati nel centro. L'intero meccanismo non sta in piedi. Si tratta di 800milioni buttati che potevano essere usati per la sanità. Si configura un danno erariale".
L' Egitto è sicuro tant'è che ci andiamo in vacanza , il bangla desh è come l' india . Magistrati comunisti e antitaliani come il Pd. Assurdo e atteggiamento terroristico della sinistra in tutte le sedi istituzionali .