“Meritocrazia Italia accoglie con grande attenzione le iniziative del Ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso e dei rappresentanti del settore moda italiano per affrontare il tema della trasparenza e della legalità nelle filiere produttive”, si afferma in una nota del suddetto movimento politico. “Il Made in Italy non può più essere solo sinonimo di eccellenza estetica o creatività: deve essere anche garanzia di etica, correttezza e responsabilità sociale” (immagine di copertina realizzata con IA).
“Ogni prodotto che porta il nostro nome nel mondo deve raccontare una storia di rispetto dei lavoratori, tutela ambientale e legalità, valori che costituiscono le vere fondamenta della reputazione italiana – prosegue Meritocrazia Italia -. Solo un impegno serio e condiviso tra istituzioni, imprese e cittadini può assicurare che la moda italiana resti simbolo di qualità autentica e non subisca il peso di pratiche illegali o sfruttamento”.
Le proposte di Meritocrazia Italia
Per trasformare queste intenzioni in risultati concreti, Meritocrazia Italia propone “azioni precise e misurabili“, tra le quali:
- creare una piattaforma digitale pubblica dove ogni fase produttiva sia registrata e verificata da enti indipendenti, permettendo a consumatori e partner di controllare origine, metodi di produzione e condizioni lavorative reali;
- introdurre etichette “responsabilità sociale” obbligatorie su ogni capo Made in Italy, con informazioni verificabili su ore di lavoro, sicurezza e sostenibilità adottate dall’azienda;
- istituire un fondo nazionale per premiare le aziende che investono in sicurezza, formazione dei lavoratori e innovazione sostenibile, garantendo vantaggi concreti sul mercato internazionale;
- costituire un Osservatorio nazionale permanente del lavoro nella moda con esperti indipendenti per monitorare dati, denunciare irregolarità e suggerire interventi mirati, prevenendo fenomeni di sfruttamento e caporalato;
- imporre percorsi formativi annuali su etica, legalità e diritti dei lavoratori per manager e responsabili aziendali, accompagnati da audit culturali interni per verificare l’adozione di pratiche corrette nella vita quotidiana dell’azienda.
“La tutela della legalità nella moda è un impegno collettivo e non negoziabile – conclude il movimento politico Meritocrazia Italia -. Solo creando un ecosistema in cui la trasparenza, la responsabilità e l’innovazione sostenibile siano premiate e diffuse, il Made in Italy potrà mantenere il suo primato globale in maniera etica e duratura“.