“Il recente pronunciamento del TAR Lombardia, che ha ribadito l’irrinunciabilità delle verifiche attitudinali e di competenza per i professionisti sanitari formatisi all’estero, conferma un principio fondamentale: la tutela della salute dei cittadini passa necessariamente attraverso la garanzia di standard formativi adeguati e omogenei“, afferma il movimento politico Meritocrazia Italia.
“Consentire l’ingresso nel Servizio Sanitario Nazionale di operatori non adeguatamente qualificati, sulla base di procedure eccessivamente semplificate, significa esporre il sistema e i cittadini a rischi inaccettabili. È dovere delle Istituzioni verificare, con procedure rigorose e sostanziali, l’effettiva preparazione di chi intende esercitare in Italia, affinché i pazienti possano contare su medici e sanitari con competenze allineate a quelle richieste ai professionisti italiani”.
“Meritocrazia Italia sottolinea che il riconoscimento dei titoli esteri deve accompagnarsi non solo a controlli documentali, ma soprattutto a reali verifiche di competenza, valutazioni pratiche e all’obbligo di iscrizione agli Ordini professionali, come previsto dalla normativa vigente. Solo così si tutela la qualità dell’assistenza e si preserva la fiducia dei cittadini nel nostro sistema sanitario”.
“Parallelamente – prosegue il comunicato di MI – occorre affrontare un altro nodo critico: la crescente fuga di personale dal SSN, sia verso il settore privato sia verso l’estero. Una dispersione di competenze preziose che aggrava le difficoltà delle strutture e indebolisce ulteriormente la sanità pubblica”.
Per questo, Meritocrazia Italia ribadisce la necessità di:
- favorire la mobilità interna del personale, semplificando i trasferimenti e riducendo gli ostacoli burocratici, per consentire ai professionisti di avvicinarsi ai propri nuclei familiari e di mantenere equilibrio tra vita privata e lavoro;
- rendere più attrattivo il SSN, con misure che vadano oltre gli aumenti retributivi e prevedano benefit e agevolazioni concrete, capaci di valorizzare la professionalità e sostenere il benessere degli operatori.
“La salute dei cittadini non può essere sacrificata né alla carenza di programmazione né a soluzioni emergenziali. Serve una visione di lungo periodo, che sappia coniugare qualità della formazione, valorizzazione dei professionisti e sostenibilità del sistema“.