Meritocrazia Italia: "Separazione delle carriere, riforma di cui l'Italia ha bisogno da tempo"
"Per essere davvero incisiva, la riforma dovrà esser parte di un progetto più ampio e ambizioso, che riveda i meccanismi di selezione dei magistrati e intervenga sulle carenze organizzative, strutturali e digitali della macchina giudiziaria"

Il Senato ha appena approvato in prima lettura l’art. 2 del disegno di legge costituzionale sulla riforma della Magistratura, decretando l’avvio dell’iter parlamentare che porterà nei prossimi giorni a discutere della separazione delle carriere per le due magistrature e della costituzione di due CSM.
Un passaggio di portata storica, che segna l’inizio di una trasformazione profonda del sistema giudiziario italiano.
Si passerebbe da un modello di magistratura unitaria a uno in cui esistono due percorsi separati, con proprie regole di accesso e formazione e diventerebbe impossibile passare da un ruolo all’altro.
Meritocrazia Italia: "Separazione delle carriere, riforma di cui l'Italia ha bisogno da tempo"
Meritocrazia Italia accoglie con favore il passo in avanti.
"Di questa riforma, che Meritocrazia Italia invoca da sempre, si avverte la necessità non da oggi, nonostante ci sia ancora chi teme per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura".
"In un Paese davvero democratico è fondamentale dotarsi degli strumenti utili a garantire un processo equo e che si svolga dinanzi a un giudice terzo e imparziale. Non si possono negare alcune disfunzioni strutturali del sistema giudiziario italiano, prima fra tutte quella relativa appunto alla sovrapposizione dei due ruoli, resa possibile dall’attuale sistema unitario. L’esperienza ha dimostrato quanto sia problematico che un PM, dopo anni passati a costruire un’attività investigativa, possa assumere le funzioni di giudice, o viceversa. Una simile alternanza mina il principio di terzietà e può innescare dinamiche tra accusa e giudizio, compromettendo il naturale equilibrio del processo e il fisiologico antagonismo tra le parti, che rappresenta una garanzia fondamentale di imparzialità".
"È in quest’ottica che Meritocrazia Italia conferma la propria adesione alla riforma, auspicando però che essa non venga attuata in modo isolato, ma che sia accompagnata da interventi coerenti e strutturati. Prima fra tutti, l’introduzione di due distinti organi disciplinari di autogoverno per i Magistrati, capaci di garantire trasparenza, responsabilità e rispetto dei doveri istituzionali".
"Altrettanto fondamentale sarà il rafforzamento della normativa sulla responsabilità civile dei magistrati, rimasta finora inefficace nella pratica, nonostante le promesse di riforma. Solo attraverso un sistema disciplinare efficace, che possa prevedere anche un’Alta Corte di Giustizia come organo di secondo grado, sarà possibile salvaguardare davvero l’autonomia della Magistratura senza sacrificare le esigenze di equilibrio e controllo democratico. Tale riforma, se ben coordinata e attuata con determinazione, può contribuire a restituire autorevolezza alla funzione giudiziaria, non più intesa come status di potere, ma come servizio fondamentale per il funzionamento dello Stato di diritto".
"Progetto più ampio"
"È certo che la separazione delle carriere da sola non può risolvere tutti i problemi della giustizia italiana. Per essere davvero incisiva, la riforma dovrà esser parte di un progetto più ampio e ambizioso, che riveda i meccanismi di selezione dei magistrati e intervenga sulle carenze organizzative, strutturali e digitali della macchina giudiziaria".
"Solo in questo quadro complessivo la giustizia potrà riconquistare la fiducia dei cittadini, troppo spesso rassegnati all’idea che tentare di far valere i propri diritti sia inutile o inefficace.
La sfida è ambiziosa ma necessaria, e Meritocrazia Italia continuerà a promuovere un confronto serio, responsabile e aperto con tutte le parti coinvolte, affinché la riforma della giustizia sia non solo bandiera politica bensì vera occasione di cambiamento al servizio della collettività".