Meritocrazia Italia chiede l’istituzione di un Portale nazionale per il Monitoraggio civico ambientale
Uno strumento digitale accessibile e trasparente, per raccogliere le segnalazioni di degrado provenienti direttamente dai cittadini

Una parte consistente del nostro patrimonio ambientale, costituito da fiumi, boschi, coste, zone umide e aree protette, sfugge a un monitoraggio sistematico e capillare da parte delle Istituzioni.
Si tratta di territori spesso periferici, lontani dai centri decisionali e dalla visibilità mediatica, ma strategici per la tutela della biodiversità e per la qualità della vita delle comunità locali. In questi spazi, segnali di degrado ambientale – come la presenza di rifiuti, lo stato di abbandono di tratti fluviali, incendi non bonificati o erosioni costiere – vengono frequentemente denunciati dai cittadini, ma raramente intercettati da strumenti ufficiali.
Secondo i dati Ispra, tra il 2014 e il 2020, l’Italia ha perso una parte significativa del proprio capitale naturale, con l’equivalente di migliaia di ettari di aree verdi trasformate o degradate. A ciò si aggiunge il fatto che, pur esistendo un Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), le attività di monitoraggio si concentrano prevalentemente su parametri tecnici e su aree ad alta criticità, trascurando spesso le segnalazioni dal basso e le situazioni meno eclatanti ma non per questo meno gravi.
La proposta di Meritocrazia Italia
Meritocrazia Italia avanza una proposta concreta e operativa: la creazione di un Portale nazionale per il Monitoraggio civico ambientale.
Uno strumento digitale accessibile e trasparente, per raccogliere e valorizzare le segnalazioni di degrado provenienti direttamente dai cittadini, in particolare dai giovani, dalle scuole, dalle associazioni locali e dai presidi territoriali. Il portale consentirebbe di documentare situazioni di abbandono o compromissione del territorio attraverso foto geolocalizzate, brevi relazioni, dati ambientali raccolti sul campo, e offrirebbe alle autorità competenti un supporto immediato e verificabile per pianificare interventi mirati. Il coinvolgimento civico sarebbe accompagnato da un sistema di validazione delle segnalazioni, con la collaborazione delle ARPA regionali, delle università, delle comunità scientifiche e delle organizzazioni del Terzo Settore, così da garantire l’affidabilità e la qualità dei dati raccolti.
Ogni segnalazione dovrebbe ricevere un riscontro, per costruire un rapporto di fiducia e responsabilizzazione tra cittadini e istituzioni. Ciò permetterebbe non solo di mappare il degrado ambientale in maniera capillare, ma anche di attivare processi di rigenerazione condivisa e partecipata. Si tratterebbe di un’infrastruttura digitale che darebbe piena attuazione a principi di trasparenza, democrazia ambientale e sussidiarietà. Non si può più immaginare un modello di gestione del territorio fondato su una visione verticale e centralizzata: le comunità locali devono diventare protagoniste nella tutela dei propri beni naturali, con strumenti concreti e riconosciuti. In questa prospettiva, il Portale potrebbe diventare anche uno strumento abilitante per attivare percorsi di resilienza territoriale e prevenzione ambientale.
I dati raccolti potrebbero essere valorizzati non solo per individuare le criticità, ma anche per promuovere interventi di manutenzione programmata dei letti fluviali, il recupero dei corridoi ecologici e la gestione sostenibile delle aree a rischio. Iniziative come la cassa di espansione del torrente Parma o le vasche di laminazione del fiume Seveso a Milano rappresentano esempi virtuosi di come le opere di sicurezza idraulica possano essere integrate con la valorizzazione ambientale e sociale: la creazione di aree verdi multifunzionali, percorsi ciclabili e spazi pubblici fruibili nei periodi di assenza di piena dimostra che è possibile coniugare protezione e fruizione.
In questo quadro, Meritocrazia Italia ritiene strategico incentivare il coinvolgimento attivo delle comunità, a partire dagli studenti, attraverso progetti di educazione civica ambientale che prevedano esperienze sul campo in aree naturali e fluviali, e includano anche soggetti in esecuzione penale esterna, favorendo percorsi di responsabilità sociale e restituzione alla collettività. Contestualmente, si propone di potenziare il sistema delle assicurazioni contro eventi catastrofali, recentemente reso obbligatorio, attraverso una detrazione fiscale maggiorata — fino al 50% — per le piccole e medie imprese situate in territori a elevato rischio idrogeologico.
Parte delle risorse potrebbe confluire in un fondo vincolato per la messa in sicurezza del territorio, collegando prevenzione, partecipazione e sostenibilità economica.