LUNGA INTERVISTA

Meloni rivela da Vespa di esser stata denunciata per “concorso in genocidio”

"Clima pericoloso, fomentare la violenza può sfuggire di mano"

Meloni rivela da Vespa di esser stata denunciata per “concorso in genocidio”

Doppia apparizione televisiva per Giorgia Meloni, prima a Cinque Minuti e poi a Porta a Porta, entrambe condotte da Bruno Vespa su. Rai 1. Un’occasione per la premier di tracciare un bilancio politico e personale, affrontando temi che spaziano dalla guerra a Gaza alla manovra economica, passando per le riforme istituzionali e il clima politico interno.

Meloni: “Non conto più le minacce di morte”

Durante l’intervista, Meloni ha rivelato di essere stata denunciata alla Corte Penale Internazionale (CPI) per “concorso in genocidio, insieme ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e all’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. “Credo non esista un altro caso al mondo di una denuncia del genere”, ha detto la premier, sorridendo amaramente.

La segnalazione, annunciata dal Global Movement to Gaza Italia e raccolta da Alleanza Verdi e Sinistra, accusa il governo italiano di complicità con Israele nei bombardamenti sulla Striscia. Ma dalla CPI è arrivata una precisazione: “Solo le decisioni del procuratore hanno valore ufficiale, e non esiste alcuna decisione su tali accuse”.

Giorgia Meloni a Cinque Minuti

Meloni ha denunciato un clima che si sta imbarbarendo parecchio, attribuendo parte della responsabilità a chi “dice che io e il mio governo abbiamo le mani sporche di sangue”.

Non conto più le minacce di morte, non faccio neanche in tempo a segnalarle. Penso che ci siano delle responsabilità da parte di chi usa parole così pesanti. L’Italia certe derive le ha già conosciute”, ha aggiunto, evocando gli anni di piombo.

La premier ha poi ripreso la tesi del ministro Giancarlo Giorgetti, secondo cui “la sinistra, non riuscendo a vincere le elezioni, tenta di arrivare al governo con golpe giudiziari o finanziari”.

Meloni ha poi difeso gli investimenti nella difesa:

Chi dice che spendere in difesa significa essere guerrafondai sbaglia. Si spende in difesa per garantire la pace, perché la pace si costruisce con la deterrenza.”

Gaza, Flotilla e il piano di Trump

Il conflitto in Medio Oriente è stato uno dei temi centrali. Meloni ha ribadito che l’Italia “non ha autorizzato nuovi invii di armi a Israele dopo il 7 ottobre, sostenendo che il nostro Paese ha adottato “una posizione tra le più rigide in Europa”.

Sulla crisi umanitaria, ha rivendicato l’impegno del governo:

Abbiamo inviato 2.300 tonnellate di aiuti a Gaza, contro le 40 tonnellate della Flotilla. Non serve rischiare, non serve creare problemi alla propria nazione”.

La premier ha espresso ottimismo sul piano di pace di Donald Trump, definendolo “articolato e in grado di aprire più di uno spiraglio per una tregua”. Secondo Meloni, il progetto ha raccolto “una convergenza quasi totale, anche da parte di Hamas con qualche distinguo”.

Giorgia Meloni a Porta a Porta

Sulle manifestazioni pro-Palestina e gli scontri degli ultimi giorni, Meloni ha puntato il dito contro le opposizioni e i sindacati:

Le violenze non sono casuali, ma preordinate. Lo dico a chi ha pensato di fomentare la piazza: attenzione, perché poi le cose sfuggono di mano.”

Ha definito lo sciopero generale indetto dalla CGIL “pretestuoso” e “più utile alla sinistra che ai lavoratori”.

“In tre anni di governo – ha detto – la CGIL ha proclamato quattro scioperi generali, nonostante siano aumentati occupazione e salari e diminuita la precarietà. E lo fanno su una materia di politica estera, cosa mai vista prima”.

Economia e manovra: “Un segnale al ceto medio”

In vista della manovra economica, la presidente del Consiglio ha promesso un intervento fiscale a favore del ceto medio, con l’obiettivo di “allargare la platea dei beneficiari del taglio delle tasse fino a chi guadagna 50 mila euro”.

Aperta al dialogo con Carlo Calenda sul costo dell’energia – “va abbassato strutturalmente” – Meloni ha escluso “qualsiasi intento punitivo” nei confronti delle banche, auspicando “un confronto sereno come lo scorso anno”.

Nel frattempo, la Corte dei Conti ha lanciato un monito, parlando di “spazi molto stretti per politiche espansive” e raccomandando “una selezione più attenta degli interventi per sostenere crescita e produttività”.

Riforme, legge elettorale e giustizia

Meloni ha confermato che il premierato e l’autonomia differenziata restano le priorità della maggioranza.

“Per la fine dell’anno vedremo le prime intese sull’autonomia, mentre la nuova legge elettorale dovrà indicare il candidato premier sulla scheda”, ha annunciato.

Giorgia Meloni

Sulla giustizia, la premier ha difeso la riforma della separazione delle carriere:

È un’occasione storica per liberare la magistratura dai condizionamenti della politica. Il referendum sarà una scelta degli italiani e il suo esito non avrà effetti sul governo”.