DIPLOMAZIA

Meloni e Abu Mazen insieme sul palco di Atreju

Governo in cerca di un equilibrio tra il dialogo con Washington e l’attenzione alle istanze palestinesi, in particolare sul futuro status di Gerusalemme Est

Meloni e Abu Mazen insieme sul palco di Atreju

Una sola parola: pace. Pronunciata prima a Palazzo Chigi, poi sul palco di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia questa settimana in scena a Castel Sant’Angelo.

E’ andato in questa direzione il doppio incontro del presidente della Palestina Mahmoud Abbas con la nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

La premier Giorgia Meloni con il presidente della Palestina Mahmoud Abbas

Trasferta romana con obiettivo la pace

La visita romana di Abu Mazen si articola in una fitta agenda politica che va ben oltre il protocollo.

Dopo l’incontro a Palazzo Chigi per un confronto sul piano di pace promosso dall’amministrazione Trump, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese ha partecipato ad Atreju.

Una due giorni che, per il leader palestinese novantenne, rappresenta non solo l’occasione per sottolineare la solidità dei rapporti con l’Italia e ringraziare per il sostegno umanitario alla popolazione di Gaza, ma anche un passaggio politico di rilievo.

La lettura politica della trasferta romana del leader palestinese

La tappa romana si inserisce infatti in una strategia diplomatica che il Governo italiano porta avanti da mesi, cercando un equilibrio tra il dialogo con Washington e l’attenzione alle istanze palestinesi, in particolare sul futuro status di Gerusalemme Est.

Un percorso che potrebbe tradursi in un coinvolgimento diretto dell’Italia nel Board of Peace ipotizzato dagli Stati Uniti per accompagnare una fase di transizione.

Secondo indiscrezioni riportate da fonti americane, l’invito formale sarebbe già partito dalla Casa Bianca.

Sullo sfondo resta alta la pressione di Washington sugli alleati europei, chiamati a un maggiore impegno sul terreno a Gaza.

La posizione della premier Meloni e del Governo

In questo quadro complesso, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – pur mantenendo la linea prudente sul riconoscimento dello Stato di Palestina, subordinato al verificarsi di precise condizioni – ha voluto accogliere Abbas a Palazzo Chigi, confermando nei fatti l’intenzione di restare parte attiva del processo di pace.

Nel colloquio tra i due, come riferito poi da una nota ufficiale, è stata condivisa la necessità di rafforzare il cessate il fuoco attraverso l’attuazione integrale del piano di pace.

Meloni ha inoltre ribadito l’impegno dell’Italia a contribuire alla stabilizzazione e alla ricostruzione di Gaza, nonché al sostegno del percorso di riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Un riconoscimento politico che ha trovato ulteriore visibilità sul palco di Atreju, dove la premier ha personalmente accompagnato il leader palestinese, rivendicando il ruolo centrale dell’Italia nella gestione della crisi e nel cammino verso una soluzione fondata sulla prospettiva dei due Stati.

Il commento di Abbas

Dal canto suo, Abbas ha ringraziato non solo il Governo italiano ma anche la leader di Fratelli d’Italia, augurando persino buon Natale alla platea e suscitando un forte consenso quando ha evocato il diritto del suo popolo a vivere in libertà e dignità.

Ha riaffermato la disponibilità a indire elezioni, sia legislative che presidenziali, ribadendo al tempo stesso una posizione già nota: l’assenza di uno Stato palestinese alimenta instabilità ed estremismo in tutta la regione.

Nel suo messaggio non sono mancati riferimenti diretti ad Hamas, con la richiesta che le armi restino esclusivamente nelle mani delle autorità legittime, e a Israele, assicurando che una futura Palestina non rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza.

Per Abbas, l’ultima tappa romana prevede incontri separati con i leader del centrosinistra: Elly Schlein per il Partito Democratico, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni per Alleanza Verdi e Sinistra, e Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle.

Colloqui distinti, ma inseriti in un medesimo obiettivo: rilanciare un percorso politico che escluda la violenza, favorisca un processo elettorale credibile e rimetta al centro la prospettiva di una pace duratura.

Il commento del Pd: Ora riconoscano Palestina

Dopo la giornata di ieri è arrivato il commento di Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd:

Giuseppe Provenzano del Pd

“Dopo averlo invitato a parlare, adesso ascoltino Abu Mazen. Chi rappresenta l’Anp rappresenta il diritto di un popolo all’autodeterminazione, un popolo che ancora subisce violenza e oppressione e che ha la sacrosanta aspirazione alla pace e a una patria libera dall’occupazione. Da chi rappresenta l’Italia, non ci si aspettano altre parole. La Palestina e l’opinione pubblica italiana aspettano atti concreti. E uno su tutti. Il riconoscimento dello Stato di Palestina”.