Meloni al congresso di Azione: la sintonia con Calenda e la reazione dell'opposizione
E se su alcuni temi le distanze restano comunque marcate, l'attacco all'opposizione è netto da entrambe le parti. Ma la reazione di Conte e Schlein non si fa attendere

Il secondo congresso di Azione - di scena sabato 20 marzo 2025 -ha segnato un momento di dialogo inedito nel panorama politico italiano, con la partecipazione della premier Giorgia Meloni e il confronto con il leader del partito Carlo Calenda. Tra temi di politica estera, difesa europea e posizionamento internazionale dell'Italia, l'evento ha mostrato una sintonia su alcuni fronti tra la premier e il leader centrista, ma anche profonde divergenze con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.
La premier Meloni: "Il nostro interesse è l'Italia"
Dal palco del congresso, Giorgia Meloni ha voluto chiarire la sua posizione nei confronti della politica estera, smentendo le accuse di eccessivo allineamento a Donald Trump.
Il mio intervento al Congresso Nazionale di Azione pic.twitter.com/KrLClqBisI
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 29, 2025
"Non ho mai detto di essere dalla parte di Trump. Io sto sempre con l’Italia”, ha affermato la premier, rispondendo alle critiche ricevute dopo un’intervista al Financial Times.
Meloni ha poi difeso la necessità di rafforzare l’unità dell’Occidente, sottolineando il sostegno del governo italiano all’Ucraina e la necessità di una strategia comune europea per affrontare le sfide geopolitiche globali. Su questo punto, ha attaccato l’opposizione, accusandola di ambiguità.
"Ho sentito leader dire che non dobbiamo militarizzarci, ma allora qual è la proposta? Vogliamo rompere con gli Stati Uniti e al tempo stesso chiedere loro di proteggerci? Oppure sogniamo un'Europa smilitarizzata e ingenua? Delle due, l’una", ha affermato Meloni.

Calenda: "Opposizione intransigente, ma senza attacchi personali"
Carlo Calenda, leader di Azione, ha ribadito la posizione del suo partito: un’opposizione netta ma basata sul merito e non sulla delegittimazione personale dell’avversario.
C’è un perimetro che delimita chi abbiamo invitato a parlare oggi: aver difeso la libertà del popolo ucraino, sia dal governo che dall’opposizione.
La faziosità non farà mai parte del nostro spirito e saremo sempre pronti a riconoscere ciò che riteniamo giusto, a prescindere… pic.twitter.com/Wmqm0nBMPt— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 29, 2025
"Non possiamo considerare un avversario come un nemico, altrimenti la democrazia è già persa", ha affermato, difendendo la scelta di invitare Meloni al congresso.
Il leader di Azione ha poi criticato apertamente il Movimento 5 Stelle, affermando che l’unico modo di dialogare con loro sarebbe “cancellarli”. Una posizione radicale, che ha suscitato forti reazioni.
Calenda ha poi attaccato duramente le scelte economiche dell’ex premier Giuseppe Conte, in particolare la gestione del Superbonus edilizio: “Con quei 200 miliardi avremmo potuto investire in sanità, istruzione e difesa, invece li abbiamo regalati ai ricchi per rifarsi le ville. Bel provvedimento di sinistra".

Nonostante le divergenze su alcuni punti, il congresso di Azione ha mostrato dunque una sorprendente sintonia tra Meloni e Calenda su diversi temi, dalla politica estera all’energia nucleare, passando per la giustizia e la gestione delle risorse idriche.nTuttavia, su questioni come l’autonomia differenziata e la riforma costituzionale, le distanze restano marcate.
La premier ha scherzato sulla dinamica del congresso: “Carlo, dopo il tuo intervento, la parte della moderata è toccata a me!”. Calenda, interpellato su un possibile ingresso nel governo, ha risposto ironicamente: “Io nel governo? Ma che, siete matti?”.
La reazione dell'opposizione
Le parole di Calenda e Meloni non sono passate inosservate all'opposizione, che ha reagito con forza alle accuse.
"Il partito trasversale delle armi, da Meloni a Calenda, attacca il Movimento 5 Stelle, ma noi non ci fermeremo - la dura reazione di Giuseppe Conte -. Saremo in piazza il 5 aprile per dire no a questo piano di riarmo".
Il leader pentastellato ha accusato il governo e i centristi di essere completamente asserviti agli interessi militari e ha difeso la sua scelta di opporsi all’aumento delle spese per la difesa.

Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato l’atteggiamento della premier.
"Per non riuscire nemmeno a dire a Trump che sbaglia, Meloni relega l’Italia ai margini dell’Europa - la leader dem ha proposto un'alternativa alla politica atlantista della premier -. Dobbiamo costruire una vera autonomia strategica europea, superare l’unanimità, reagire ai dazi e fare un grande piano di investimenti comuni per l’industria, il sociale e le transizioni". Schlein ha infine accusato il governo di essere “improvvisato” e in costante litigio interno tra Lega e Forza Italia.