cosa ne pensano (davvero) gli italiani

Maternità surrogata, tutto quello che c'è da sapere: numeri, leggi e come funziona nel mondo

Sono all'incirca una ventina i Paesi nel mondo in cui questa pratica è legale: 9 coppie su 10 che la utilizzano sono eterosessuali

Maternità surrogata, tutto quello che c'è da sapere: numeri, leggi e come funziona nel mondo
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Oltre gli slogan politici, oltre le informazioni di superficie. Ecco una panoramica nazionale - e internazionale - sulla maternità surrogata che spiega, nel dettaglio, come funziona e quali possono essere le alternative regolamentare e senza scopo di lucro - come la proposta avanzata dall'Associazione Luca Coscioni - ma anche le posizioni degli italiani, oltre che della politica nostrana. Infine qualche numero, per quanto abbozzato, proprio per via della natura "sommersa" di questa pratica. E, a sorpresa, forse non tutti sanno che a ricorrere alla maternità surrogata, 9 volte su 10, sono coppie eterosessuali e non omosessuali.

Maternità surrogata in Italia e nel mondo: cosa dice la legge

Sono all'incirca una ventina i Paesi nel mondo in cui questa pratica è legale: Australia, 4 Stati Usa, Regno Unito, Canada, Bielorussia, Russia, Ucraina, Kazakistan, Georgia, India, Israele, Messico, Nepal, Thailandia, Guatemala, Cipro, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca, Islanda. Puntualizziamo, però, che in alcuni casi vi sono delle restrizioni, come il vincolo della gratuità o il veto alle coppie omosessuali. Insomma, non ovunque si tratta di operazioni a scopo di lucro ed ogni Stato ha le proprie regolamentazioni.

Uno studio statunitense ha messo in luce il rapporto delle famiglie con la madre surrogata: l'85% afferma di aver mantenuto col lei, nel tempo, un legame costante.

In Italia la maternità surrogata è vietata dalla legge 40/2004 che all’articolo 12 comma 6, recita: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.

Trattandosi di un divieto che si limita al territorio italiano, le coppie che vi ricorrono vanno all’estero, in Paesi dove è ammessa dalla legge. Una volta rientrati, la decisione sul considerare il fatto reato o meno viene rimessa ai giudici italiani ma la giurisprudenza ha stabilito, per diversi motivi, che la pena non si applica ai genitori che vanno all’estero: per il principio di reciprocità, per cui non si può condannare un fatto commesso all’estero se in quello Stato è legittimo.

I numeri "sommersi" e la prevalenza di coppie etero

E' complicato rilevare i numeri esatti sull'entità di questo fenomeno, soprattutto nel nostro Paese, che, proprio per la natura dei divieti in atto, risulta in gran parte sommerso. A fornire qualche numero è il Corriere della Sera, che parla di "stime empiriche".

In Italia si parla di circa 250 coppie che ogni anno si affidano alle madri surrogate: il 90% di queste sono coppie eterosessuali. Un dato in linea con la Spagna, dove una ricerca dell'Università di Barcellona ha messo in luce come l'85% delle famiglie nate grazie alla gestazione per altri sono eterogenitoriali, contro il 15% di quelle omogenitoriali. Dando un rapido sguardo ad altri Paesi nel mondo, i dati parlano di più di duemila bambini nati ogni anno tramite gestazione per altri in India, così come in Ucraina, mentre negli Stati Uniti il numero si aggira sui 1.300 l'anno. Nel Regno Unito, i bambini nati da gestazione per altri sono circa 500 all'anno

Crolla dunque il primo stereotipo, che vorrebbe la maternità surrogata prevalentemente utilizzata da coppie omosessuali: al contrario i numeri indicano che si tratta di una percentuale esigua, semplicemente le coppie gay sembrano più numerose perché immediatamente riconoscibili. Con due padri, visto che l’adozione alle coppie dello stesso sesso è preclusa, è chiaro che i bambini sono nati con la maternità surrogata. Invece le coppie eterosessuali che vi ricorrono cercano di nasconderlo, stritolati dal timore che venga loro tolto il bimbo e schiacciati dai giudizi sociali.

Va nuovamente ribadito che la giurisprudenza (ad oggi) è stata unanime nel segnalare che il modo in cui è stato concepito un bambino non è un argomento per toglierne l’affido.

Come funziona

La maternità surrogata - anche nota come surrogazione di maternità, surrogazione gestazionale, gestazione d'appoggio o gestazione per altri - è una tecnica di procreazione assistita nella quale la madre surrogata s'impegna a portare a termine una gravidanza "su commissione" di altri. Si tratta dunque di un procedimento con cui una donna mette a disposizione il proprio utero - da qui anche il termine "utero in affitto" - e porta avanti la gravidanza per altri genitori che possono essere single o coppie, sia eterosessuali che omosessuali. Generalmente, fra la madre surrogata e la coppia o il singolo che richiede la surrogazione è presente un ben preciso accordo sancito da un contratto di surrogazione gestazionale. In qualsiasi caso la madre surrogata s'impegna a rinunciare agli eventuali diritti sul nascituro e a "consegnarlo" dopo la nascita, alla coppia o al singolo che hanno richiesto la gestazione per altri. Solitamente, la madre surrogata non è la madre biologica del bambino poiché, quando possibile, si utilizzano i gameti (ovociti e spermatozoi) della coppia richiedente la surrogazione. Tuttavia, non sempre ciò avviene, è possibile sia ricorrere all'uso di gameti provenienti da donatori estranei ai genitori designati e alla madre surrogata, sia utilizzare gli ovuli della madre surrogata e il liquido seminale degli aspiranti genitori che richiedono la surrogazione.

Fino a qualche tempo fa la meta preferita per la maternità surrogata era l’Ucraina. La guerra ha cambiato le prospettive ma non di molto. Poi c’è la Grecia. Entrambi i paesi non accettano coppie gay. Di solito i genitori tornano da quei paesi con un atto di nascita che li indica come padre o madre del bambino nato. Senza accennare alle tecniche di concepimento.

Ed è qui che iniziano i problemi - che stiamo vedendo nelle ultime settimane - relativi alle trascrizioni all'anagrafe di questi bimbi che, con la linea dura dell'attuale Governo Meloni - rischiano di diventare una sorta di fantasmi. I sindaci delle principali città d'Italia (Sala a Milano e Gualtieri a Roma, entrambi afferenti al Pd) hanno già annunciato "disobbedienza" contro Palazzo Chigi. Il milanese ha appoggiato le manifestazioni LGBT all'ombra della Madonnina, mentre il romano ha assicurato che continuerà le trascrizioni dei minori, anche delle coppie Arcobaleno.

"Chiediamo con forza al governo di fare un salto in avanti di civiltà. Noi abbiamo iniziato a farlo, dicendo che faremo le registrazioni di questi atti formati all'estero”, ha chiarito il primo cittadino di Roma dal palco del sit-in delle famiglie arcobaleno nella Capitale".


La proposta di Cappato e l'apertura degli Italiani (se non vi è transazione economica)

Chiarita la situazione a livello di legge, viene da chiedersi cosa pensino i cittadini: nel nostro caso gli italiani. A sorpresa l'opinione pubblica non è così omogenea contro la surrogata, a patto che non vi sia una transazione economica.

Secondo l’ultima rivelazione Ipsos: il 65% degli italiani è contrario alla maternità surrogata ma, adesso arriva il cavillo non indifferente, il punto non è tanto la pratica in sé, bensì il denaro. In assenza di denaro, il numero di contrari cala ben sotto la metà degli intervistati: soltanto il 40,3% rimane sul "no", mentre i favorevoli salgono al 34,6%. Praticamente favorevoli e contrari quasi si equivalgono.

Ed è dunque in quest'ottica che la proposta di Marco Cappato potrebbe non suonare così stridente per i cittadini. Il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni ritiene infatti sia necessaria una regolamentazione della gestazione per altri anche in Italia. L’obiettivo è quello di normare un percorso che già esiste e che per molte persone rappresenta l’unica possibilità di dar vita a una famiglia.

Associazione Coscioni

L’appello, già firmato da oltre 5400 persone, è dunque per chiedere la legalizzazione della gravidanza per altri solidale e presenta una proposta, elaborata insieme a esperti e altre associazioni, e già depositata, ma mai discussa, nella scorsa legislatura. Questi i punti principali:

- Divieto di commercializzazione in conformità con le norme italiane (art. 5 del codice civile)

- Accordo lecito e solidale tra i soggetti coinvolti, in cui la gestante ha un ruolo centrale ed è sottoposta a test medici e psicologici

- Possibilità di mero rimborso spese legate alla gravidanza

- Limite di due gravidanze per altri alle quali una donna (che già deve essere madre e non avere più di 42 anni) si può prestare

- Pieno rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone coinvolte nel percorso, dalla gestante, alla coppia, ai minori

- Creazione di un registro nazionale delle gestanti

- La donna gestante deve essere autosufficiente economicamente

- Diritto alla revoca fino al trasferimento in utero degli embrioni

- Polizza fino a dopo la gravidanza

- I rapporti fra coppia e gestante, non giuridici, possono durare anche dopo la gravidanza

"Voler trattare come “criminali internazionali” persone che non possono mettere al mondo un figlio a causa di malattie, oppure coppie di persone dello stesso sesso, è una una pura follia, figlia di una ideologia proibizionista demagogica e violenta. Così facendo, si alimenta la clandestinità perché si rinuncia a distinguere tra chi subisce sfruttamento per uno stato di necessità e chi esercita una scelta autonoma e consapevole sul proprio corpo" ha aggiunto Cappato.

Spaccatura della politica italiana

E chiudiamo con una carrellata sulle posizioni politiche nazionali. Fortissima contrarietà da parte del partito della premier Giorgia Meloni, che ha avanzato due proposte di legge, di Lega e FdI, che mirano a dichiararla un reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all'estero. In questo caso, dunque, cosa potrebbe succedere ai bimbi una volta rientrati in Italia che, al momento, non vengono tolti alle famiglie? Le pene previste vanno dalla reclusione dai tre mesi ai due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro.

Ha fatto molto scalpore la dichiarazione, negli scorsi giorni, di Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, ed esponente di Fratelli d'Italia che, sulla maternità surrogata, ha tuonato:

"E' un reato grave, più grave della pedofilia".

Nelle opposizioni, anche chi è contrario alla pratica della maternità surrogata si è detto contrario alla proposta di legge. Enrico Costa (Azione-Iv) e Debora Serracchiani (Pd) hanno affermato che le proposte "non stanno in piedi" dal punto di vista giuridico, mentre Riccardo Magi (+Europa) parla di "boiata incostituzionale". Non a caso nella scorsa legislatura l'identica proposta di FdI si arenò per questo.

Debora Serracchiani

Secondo quanto recita il programma del partito guidato da Giuseppe Conte, M5S, in Italia è necessaria "l’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso", e con questa devono essere "loro attributi anche tutti i diritti e i doveri oggi riservati alle coppie di sesso diverso in materia di adozione e di riconoscimento delle figlie e dei figli. Fermo restando che la pratica della maternità surrogata è vietata in Italia, il prezzo non può essere pagato dai tanti minori che oggi si trovano privi di tutela e legami familiari", si legge nel programma.

Recentemente l'ex premier è tornato sul tema:

"La trascrizione da parte delle Autorità comunali, a partire dalla nostra Chiara Appendino, che è stata capofila quando era sindaca a Torino, non ha nulla a che vedere con la legittimazione della maternità surrogata, ma è un atto di riconoscimento e di tutela dei diritti fondamentali dei minori".

L'Episcopato italiano ha espresso il proprio disagio su come il dibattito politico sta affrontando i temi della maternità surrogata e dei figli delle coppie gay. Il Consiglio permanente i vescovi ha espresso "forte preoccupazione per il crescente individualismo e per l'avanzare di visioni che rischiano di distorcere l'idea stessa di famiglia". La tutela della famiglia "significa tutelare in primo luogo i figli, che mai possono essere considerati un prodotto o l'oggetto di un pur comprensibile desiderio", e implica "riconoscere come inaccettabili pratiche che mercificano la donna e il nascituro". Nonostante l'evidente contrarietà la Cei ha comunque evitato di pronunciarsi sulla punibilità per chi arriva con dei bimbi dall'estero, probabilmente a tutela dei piccoli; sottolineando che si tratta di un "problema universale e che a farne ricorso sono soprattutto coppie etero", ha precisato il segretario generale Giuseppe Baturi.

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