Fantapolitica o realtà?

Manovra di bilancio, lo scenario clamoroso: Draghi vorrebbe dimettersi dopo il voto?

Le proposte di modiche rimarranno forse solo 500. Intanto si pensa a un fondo di solidarietà contro il caro bollette.

Manovra di bilancio, lo scenario clamoroso: Draghi vorrebbe dimettersi dopo il voto?
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Manovra di bilancio, gli oltre 6mila emendamenti presentati (la maggior parte firmati dalla maggioranza) hanno lasciato il segno. Il presidente del Consiglio Mario Draghi deluso dall'atteggiamento delle forze politiche sembra sul punto di perdere la pazienza.

C'è chi ipotizza uno scenario clamoroso: dopo il voto della manovra, le dimissioni del premier.

Nel frattempo però, proprio ieri è ripartito il dialogo con i sindacati, dopo la rottura sul tema fisco. Una sorta di disgelo chiesto e (almeno sulla carta) ottenuto dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Manovra, gli emendamenti: i partiti stanno scherzando col fuoco?

Nonostante la massima fiducia e il clima di lealtà istituzionale manifestato dai partiti, le proposte integrative o di modifiche in commissione Bilancio del Senato ha creato qualche crepa e scalfito quell'immagine di "collaborazione bipartisan" per il bene del Paese che ha (o aveva) appunto in Draghi il suo garante più autorevole.

La curiosità è che gran parte degli emendamenti (per la precisione 6.290) sono stati presentati dai partiti di maggioranza (ben 5.500). Forza Italia ne ha presentati 1.108, la Lega 976, il Movimento 5 Stelle oltre 98o, il Pd 865, Italia viva 468. Sono invece 785 gli emendamenti di Fratelli d'Italia, in genere il partito più agguerrito sulle posizioni e strategie del Governo.

E poco importa a questo punto che di emendamenti alla fine ne potrebbero rimanere solo 500.

Manovra di bilancio, il Governo blinda le tasse

Sul versante tasse dove l'Esecutivo e il ministro dell'Economia, Daniele Franco vuole portare in discussione un documento quasi blindato. Questo aveva portato nei giorni scorsi alla rottura con i sindacati che ora Orlando cerca di ricomporre.

Caro bollette, Draghi pensa a un contributo di solidarietà.

Ma proprio sulle tasse la novità quasi dell'ultima ora è un'idea che il premier avrebbe messo sul tavolo in cabina di regia per istituire un fondo di solidarietà da far pagare a chi guadagna più di 75 mila euro.

La proposta andrebbe a toccare una platea molto folta di contribuenti: infatti, secondo i dati sulle dichiarazioni dei redditi disponibili, sopra le 75 mila euro ci sono circa un milione di persone. Nella sostanza si tratterebbe di un "sacrificio" di 20 euro al mese a persona che porterebbe a un "tesoretto" di 248 milioni. Ma sul tavolo c'è anche l'idea di allargare il provvedimento a chi ha un reddito superiore ai 55mila euro. In questo caso il "tesoretto" supererebbe i 670 milioni.

Contributo di solidarietà, le reazioni

Una proposta seppur abbozzata che già sta facendo storcere il naso al Centrodestra, mentre avrebbe già trovato il gradimento (seppur non unanime) dei rappresentanti del Centrosinistra. Anche in questo caso, si tratta di dinamiche delicate, perché, come accennato all'inizio Draghi deve anche fare i conti con quella valanga di emendamenti presentati come integrazione o correttivi alla manovra di bilancio.

Una proposta mal digerita come quella del contributo di solidarietà potrebbe complicare la strada per il ritiro di migliaia di emendamenti.

Manovra, le possibili "aperture" a partiti e sindacati

Guardando poi più in generale alla manovra, il tempo non è moltissimo. In Senato la discussione è in programma per il 17 dicembre. La legge di Bilancio ha un budget di circa 25  miliardi di cui otto sono destinati al taglio delle tasse: le aliquote passano da cinque a quattro, sette miliardi per il taglio dell’Irpef, un miliardo per il taglio dell’Irap.

La manovra, doveva essere veloce, rischia di impantanarsi e le eventuali concessioni che Governo e premier faranno non potranno certo accontentare tutti o essere tutte affrontate nel dettaglio.

Da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha lanciato un chiaro messaggio ai naviganti: c’è spazio per poche modifiche e concordate: cambierà il Superbonus che avrà maglie più strette, aumenteranno i fondi per arginare i rincari delle bollette, arriverà una nuova sospensione delle tasse per i tavoli esterni a bar e ristoranti.

La valanga di emendamenti

Tra la valanga di emendamenti alla manovra presentati in Senato, ci sono la proroga del pagamento delle cartelle esattoriali, lo stop alla tassa di occupazione di suolo pubblico per bar e ambulanti, ma anche una «no tax area» per gli under 30, l’allargamento della platea per l’anticipo pensionistico, la decontribuzione per le neomamme che tornano al lavoro o 15 giorni di congedo obbligatorio per i padri.

La Lega è tornata all'attacco del reddito di cittadinanza e propone nuove idee su flat tax fino a 100 mila euro con aliquota al 20%, e sul taglio dell’Iva nel triennio 2022-2024 sui beni di prima necessità.

Sul fronte del Centrosinistra, il Partito democratico ha chiesto al Governo una maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro con l’allargamento dell’Ape, mentre Italia Viva di Matteo Renzi propone una «no tax area» per gli under 30.

Manovra di bilancio, la rottura con i sindacati

Come detto, la chiusura dei termini per il deposito degli emendamenti e l'avvio della discussione al Senato, in Commissione Bilancio, aveva portato una nuova rottura con i sindacati dopo quanto era già successo (ma con uno spiraglio di riprendere il dialogo) nelle scorse settimane su lavoro, opzione donna, ammortizzatori sociali e pensioni.

Il secondo braccio di ferro riguarda fisco e tasse.

Su questo punto, l’incontro tra il ministro dell’Economia, Daniele Franco e i leader di Cgil, Cisl e Uil aveva avuto esito negativo. Landini, Sbarra e Bombardieri hanno bocciato l’intesa raggiunta dalla maggioranza sulla revisione delle aliquote Irpef e il taglio dell’Irap.

Ora, con l'intervento di Orlando, la riapertura del confronto con i sindacati che hanno commentato la cosa come "molto positiva".

Manovra di bilancio, cosa proponevano i sindacati

Da parte loro hanno messo sul tavolo le istanze rivendicate da tempo e hanno dunque ribadito, secondo il loro punto di vista, la necessità di un cambio di impostazione del documento in modo da destinare tutti gli 8 miliardi del pacchetto al taglio delle tasse di lavoratori dipendenti e pensionati, assorbendo anche il miliardo che dovrebbe andare alla riduzione dell’Irap di professionisti e autonomi.

Ma su queste sollecitazioni, il rappresentante del Governo non ha lasciato aperte possibilità di intesa, sottolineando che quanto messo sul tavolo dall'Esecutivo sul fisco è scaturito dopo diversi incontri con i partiti di maggioranza e quindi non si cambia.

Altre possibili novità, il superbonus

Tra novità di queste ultime ore, ci sono le limature e rimodulazioni che potrebbero interessare il Superbonus: tra le ipotesi quella di alzare, senza eliminare, il tetto Isee per l’accesso all’incentivo al 110% su case unifamiliari e villette. Il limite potrebbe essere alzato dagli attuali 25mila euro a 40mila euro di Isee.

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