i quesiti del 12 giugno nel mirino

Luciana Littizzetto e le polemiche sul monologo sul Referendum: "Ma voi pensate che siamo tutti Perry Mason?"

L'attrice torinese, nell'ultima puntata a "Che tempo che fa", lancia la sua frecciatina a senatori e deputati: "Pensate che la mattina sul water leggiamo il manuale di diritto costituzionale?".

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Referendum sulla Giustizia: Luciana Littizzetto ironizza sulle difficoltà dei quesiti e scatena le polemiche

Non è passato per nulla inascoltato il monologo di Luciana Littizzetto durante l'ultima puntata stagionale di "Che tempo che fa" su Rai 3 di domenica 29 maggio 2022. Nel corso della sua "letterina" indirizzata a senatori e deputati, l'attrice comica torinese ironizza sulle difficoltà tecniche dei quesiti del Referendum sulla Giustizia, in programma il prossimo 12 giugno 2022.

"Votare è bellissimo, però vi dico la verità: il 12 giugno pensavo di andare al mare - introduce la Littizzetto - Voi ci chiedete di pronunciarci sui referendum, non uno ma cinque. Una cosa però: potreste scrivere una volta nella vita una formula che si capisca? - entrando poi nello specifico, la comica torinese afferma - elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Per chi ci avete preso, per 60 milioni di Giuliani Amati? Siamo forse dei Perry Mason? Pensate che la mattina sul water leggiamo il manuale di diritto costituzionale?".

Parole  che, come detto, hanno scatenato una vera e propria ondata di polemiche pubbliche e sui social network. Sul piede di guerra con la Littizzetto soprattutto la giornalista di La7 Flavia Fratello, Michele Anzaldi, esponente di Italia Viva e segretario della Vigilanza Rai, e Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. La prima, ad esempio, ha dichiarato:

"Ma davvero ci tenete così tanto a sembrare degli scemi? Davvero pensate che un quesito “tecnico” sia incomprensibile? Non dategliela vinta, andate a votare".

Luciana Littizzetto ironizza sulle difficoltà del Referendum sulla Giustizia

IL MONOLOGO DI LUCIANA LITTIZZETTO SUL REFERENDUM:

Luciana Littizzetto è finita nell'occhio del ciclone. Al centro delle polemiche una piccola parte del suo monologo nel corso dell'ultima puntata stagionale di "Che tempo che fa" su Rai 3 di domenica 29 maggio 2022. La comica torinese, infatti, nella sua "letterina" indirizzata a senatori e deputati ha ironizzato sulle difficoltà tecniche dei quesiti del Referendum sulla Giustizia, per il quale gli italiani sono chiamati a dire la loro il prossimo 12 giugno 2022. Qui di seguito alcuni passaggi fondamentali del suo discorso:

"Votare è bellissimo, però vi dico la verità: il 12 giugno pensavo di andare al mare. Voi Camere chiedete a me e ad altri milioni di cittadini italiani di pronunciarci sui referendum, non uno ma cinque. Volevo dirvi alcune cose che mi sgorgano dal cuore e pure da un altro organo che non dico. Prima cosa: potreste scrivere una volta nella vita una formula che si capisca? Non che come al solito per dire “no” devi votare “sì” e per dire si devi votare no. Imparate dalla Chiesa che fa le cose semplici: vuoi tu Marcello sposare la qui presente Giuditta? Sì. Non è che rispondi no e il prete dice: allora vi dichiaro marito e moglie. Però sto giro però mi viene chiesto un parere su qualcosa che non so bene e questo parere vale. Diciamo che so vagamente, so a spanne, so a grandi linee. Ma se devo scegliere, non so proprio un benemerito, definito, totalizzante, liberatorio, scintillante…

Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Per chi ci avete preso, per 60 milioni di Giuliani Amati? Siamo forse dei Perry Mason? Pensate che la mattina sul water leggiamo il manuale di diritto costituzionale? Non è che la sera a tavola a Sondrio o a Reggio Calabria si parla della separazione delle carriere dei magistrati, a meno che la famiglia non sia composta da magistrati. Siamo talmente scarsi in materia giuridica che abbiamo creduto per anni che Forum su Rete Quattro fosse reale e adesso dobbiamo esprimerci sull’elezione dei consigli giudiziari? Certo, tu Stato potresti dire: ‘Il cittadino deve informarsi e andare a votare preparato‘. Vero, ma se dobbiamo informarci su tutte le leggi che vota il Parlamento allora aboliamo il Parlamento e facciamo votare direttamente i cittadini così risparmiamo pure gli stipendi e le pensioni dei parlamentari. Creiamo una bella piattaforma la chiamiamo piattaforma Bordeaux e il problema è risolto.

Due erano i referendum che ci stavano a cuore: l’eutanasia e le droghe leggere. Perché in quel caso noi cittadini votavamo con la nostra coscienza. Perché di parenti o amici che stanno male o di cosa sono le canne ne sappiamo qualcosa tutti quanti. E invece no. Dobbiamo dire la nostra su delle questioni specifiche di diritto. A sto punto votiamo noi ma almeno aggiungete una Giuria di Qualità come a Sanremo. Vi saluto cari amici senatrici e senatori deputati e deputrici. E sappiate che comunque, anche se ci saranno 40 gradi all’ombra, il 12 giugno io a votare ci andrò, per senso di responsabilità, per dovere civico, ma soprattutto perché è un mio diritto, e molti anni fa in parecchi ci hanno rimesso la vita perché io lo potessi esercitare. Grazie. Viva l’Italia. Ci vediamo il 12".

Le polemiche

Le parole della Littizzetto in diretta su Rai 3, come detto, non sono passate per nulla inascoltate ed anzi hanno generato una vera e propria ondata di polemiche pubbliche e sui social network. Principali antagonisti del discorso della comica torinese sono stati Flavia Fratello, giornalista di La7, Michele Anzaldi, esponente di Italia Viva e segretario della Vigilanza Rai e Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. Ad esempio, la prima ha dichiarato:

"Ma davvero ci tenete così tanto a sembrare degli scemi? Davvero pensate che un quesito “tecnico” sia incomprensibile? Non dategliela vinta, andate a votare".

L'ex ministro delle Comunicazioni, invece, si è espresso in questo modo:

In genere quando incrocio la Littizzetto cambio canale, direi che sia meglio che si occupi di stracci per la polvere che sono più alla sua portata invece che di certi temi. Quando anche lei avrà qualche guaio giudiziario capirà quanto siano importanti questi referendum per porre fine alla politicizzazione della magistratura".

Polemico anche il segretario della Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che si è affidato a Twitter per commentare le parole di Luciana Littizzetto:

"Il monologo di Littizzetto (Che Tempo Che fa) contro i referendum Giustizia, che ha scatenato proteste tra gli spettatori, è buona informazione da servizio pubblico? Che ne pensa l’Agcom che a pochi giorni dal voto fa solo richiami generici? Che dice il neocommissario Capitanio?".

L'esponente leghista chiamato in causa non ha esitato a replicare:

"Caro Michele, ti consiglio di leggere meglio il richiamo di AgCom, che è tutt’altro che generico. Quanto alla Littizzetto è anche materia della tua Commissione di Vigilanza Rai. Buon lavoro”.

Nel pieno della polemica infatti, in maniera forse non casuale, l’AgCom ha rilasciato una dichiarazione richiamando la Rai e i media affinché "garantiscano un’adeguata copertura informativa sui temi oggetto dei referendum indetti per il prossimo 12 giugno, allo scopo di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle due opzioni di voto, favorevoli e contrarie ai referendum, osservando i principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione".

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