Liliana Segre: "Mostruoso il fanatismo di Hamas, ma anche repulsione per il governo Netanyahu"
"Vedo due popoli in trappola, incapaci di liberarsi. Guerra atroce e disumana ma non è genocidio" ha affermato la senatrice Liliana Segre
Pubblicato:
Aggiornato:
In un intervento tra i più netti e coraggiosi della sua lunga testimonianza pubblica, la senatrice a vita LilianaSegre ha espresso giudizidurissimi sul conflitto tra Israele e Palestina, denunciando sia il fanatismo teocratico di Hamas sia la deriva estremista del governo israeliano guidato da BenjaminNetanyahu.
Le dichiarazioni di Segre arrivano da un’ampia intervista pubblicata dal Corriere della Sera e contenuta nel nuovo libro "Non posso e non voglio tacere. Riflessioni di una donna di pace", a cura di Alessia Rastelli.
Ma ci sono anche spiragli di speranza in controtendenza, come la tradizionale cerimonia congiunta del Giorno della Memoria israelo-palestinese, un evento che da vent’anni riunisce israeliani e palestinesi accomunati dalla perdita di familiari nel conflitto e che pochi giorni fa ha avuto un seguito enorme da tutto il mondo.
La condanna di Segre ad Hamas e Netanyahu
Di fronte alla riaccensione del conflitto in Medio Oriente e alle nuove violenze, Segre si è detta profondamente turbata ed ha puntato il dito sulle classi dirigenti delle due fazioni.
"Vedo due popoli, quello israeliano e quello palestinese, intrappola, incapaci di liberarsi da una sorta di condanna a odiarsi e a combattersi a vicenda. Aggrava la situazione il fatto che entrambi siano guidati dalle componenti peggiori delle rispettive classi dirigenti".
La senatrice, tra le ultime testimoni viventi della Shoah, non esita a denunciare l’attuale scenario politico come uno dei più gravi degli ultimi decenni, dominato da fanatismi e leadership che sembrano trarre forza dal conflitto stesso. Segre ha condannato con forza Hamas e le fazioni terroristiche responsabili dell’attacco del 7 ottobre 2023, definendole portatrici di una "guerra eterna" contro Israele.
Liliana Segre
"Trovo mostruoso il fanatismo teocratico e sanguinario di Hamas. Non rappresenta il popolo palestinese, non ne difende gli interessi e non combatte per il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione. Vuole soltanto la distruzione di Israele. Lo stesso vale per il regime iraniano, che non ha alcun interesse reale per i palestinesi, ma li usa per combattere quella che chiama ‘entità sionista’".
Ma le critiche di Segre non si fermano a Hamas. Pur ribadendo il diritto di Israele a difendersi, la senatrice a vita ha condannato con fermezza l’operato del governo Netanyahu.
"Sento una profonda repulsione verso il governo di Benjamin Netanyahu e verso la destra estremista, iper-nazionalista, con componenti fascistoidi e razziste che oggi è al potere in Israele. La guerra a Gaza ha avuto connotati di ferocia inaccettabili e non è stata condotta secondo i principi umanitari e di rispetto del diritto internazionale che dovrebbero guidare Israele".
Segre: "Atrocità e disumanità ma non è genocidio"
Segre ha affrontato anche la controversa questione del termine "genocidio", spesso usato per descrivere le azioni israeliane a Gaza affermando come non si tratti a suo avviso di "genocidio".
"Che la guerra sia stata caratterizzata da atrocità e disumanità è sotto gli occhi di tutti. Ma non ha a che vedere con la nozione di genocidio".
Liliana Segre
La senatrice ha poi ribadito che la responsabilità primaria resta l'attacco di Hamas ma ha denunciato le "stragi di civili" e le "distruzioni immani" perpetrate dall’esercito israeliano. Malgrado lo scenario drammatico, Liliana Segre continua a credere nella soluzione dei "due popoli, due Stati".
"Non esistono altre strade se si vuole liberare israeliani e palestinesi dalla maledizione della guerra. Gli ostacoli sono grandi, ma non insormontabili se vi fosse la volontà politica".
La senatrice ha sottolineato infine come il conflitto stia alimentando un ritorno preoccupante dell’antisemitismo.
"L’antisemitismo non era mai morto, ma dormiva. Ora non ci si vergogna più. È come se i crimini del governo Netanyahu fossero diventati il pretesto per sdoganarlo. Criticare Israele è legittimo. Ma non si può colpevolizzare tutto il popolo ebraico, né gli ebrei della diaspora, che nemmeno sono cittadini israeliani".
Commenti
Sergio
Se non fosse per Netanyahu Israele forse sarebbe già stato "cancellato" meditate.....
Se non fosse per Netanyahu Israele forse sarebbe già stato "cancellato" meditate.....