Liliana Segre dopo l'inchiesta Fanpage sulla Destra giovanile: “Dovrò ancora essere cacciata dal mio Paese?”
“Credo che queste derive ci siano sempre state, nascoste, non esibite"
Non ce l'ha fatta, Liliana Segre. La senatrice a vita, ospite a In Onda su La7 nella puntata di ieri sera (sabato 29 giugno 2024), non ha potuto non commentare l’ormai famosa inchiesta che il magazine online Fanpage ha dedicato alla Destra giovanile, infiltrandosi in raduni proprio del movimento giovanile legato al partito della premier Meloni, Fratelli d'Italia. Uno scoop che ha portato al declassamento dei vertici di Gioventù nazionale e che ha rivelato uno spaccato inquietante, fatto di cori razzisti e nazisti e invettive contro gli ebrei (compresa una senatrice della stessa FdI) “che campano di rendita sull'Olocausto”.
Le parole di Liliana Segre
“Credo che queste derive, chiamiamole derive, che sono venute fuori in quest’ultima settimana così in modo eclatante ci siano sempre state, nascoste, non esibite, ma che in parte ci siano sempre state e che con questo governo si approfitti di questo potere grande della destra, che del resto è stata votata non è che è rivoluzionaria, non ci si vergogni più di nulla.
Ho seguito nelle varie trasmissioni questa seduta chiamiamola così inneggiante anche a ‘sieg heil’, a questi moti nazisti che purtroppo io ricordo in modo diretto. Ora alla mia età dovrò rivedere ancora questo, dovrò essere cacciata dal mio Paese come sono già stata una volta?”.
Considerazioni amare, quelle della senatrice. Anche perché, volendo pur considerare come "commedie" (in realtà tragiche) i saluti romani o le nostalgie fasciste rivolte allo "zio Benito", è l'assurdità dell'antisemitismo in sè a lasciar sconcertati, unitamente all'elogio addirittura del Regime nazista, il male assoluto del secolo scorso.