Il percorso parlamentare della Legge di Bilancio giunge alla sua fase conclusiva. Dopo 63 giorni di sessione, definiti dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (in copertina) come un tragitto tortuoso ma orientato alla prudenza, il testo blindato approda alle dichiarazioni di voto finale senza ulteriori possibilità di modifica.
La manovra mobilita complessivamente 22,3 miliardi di euro, una cifra stanziata con l’obiettivo primario di stabilizzare i conti pubblici e rispondere alle richieste di Bruxelles. L’esecutivo punta infatti a ridurre il deficit sotto la soglia del 3% con un anno di anticipo rispetto alle tabelle di marcia precedenti, manovra necessaria per consentire all’Italia di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo dell’Unione Europea.
Stime di crescita e nuove aliquote Irpef
Le previsioni macroeconomiche inserite nel documento non indicano una accelerazione della produttività nazionale: per l’anno alle porte la crescita stimata si attesta sullo 0,7%.
Sul fronte fiscale, l’intervento di maggiore impatto riguarda la riforma dell’Irpef. La misura prevede l’accorpamento delle aliquote a beneficio dei contribuenti con redditi fino a 50.000 euro annui. L’obiettivo dichiarato è l’alleggerimento della pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati appartenenti alle fasce medie e medio-basse, cercando di sostenere il potere d’acquisto nonostante il contenuto incremento del Prodotto Interno Lordo.
| Scaglione di reddito | Aliquota precedente | Nuova Aliquota (Riforma) | Effetto della misura |
| Fino a 28.000 € | 23% e 25% | 23% | Accorpamento del secondo scaglione nel primo |
| Tra 28.000 € e 50.000 € | 35% | 35% | Aliquota invariata ma base imponibile ridotta |
| Oltre 50.000 € | 43% | 43% | Nessuna variazione |
Stanziamenti per la sanità e sostegno alle madri lavoratrici
Per quanto riguarda il welfare, il testo prevede investimenti nel Fondo Sanitario Nazionale per un totale di 7,7 miliardi di euro distribuiti nel triennio. Tuttavia, malgrado l’aumento nominale delle risorse, il rapporto tra la spesa sanitaria e il PIL è destinato a una flessione percentuale.
Sul versante delle politiche per la famiglia, sono stati stanziati 630.000 euro per integrare il reddito delle madri lavoratrici con almeno due figli a carico.
Per le realtà produttive operanti nel Mezzogiorno, è confermato lo stanziamento di 2,3 miliardi di euro per il 2026, destinati al credito d’imposta nell’ambito della Zona Economica Speciale (ZES) unica.
Le strette su previdenza e pensioni anticipate
Il capitolo previdenziale introduce restrizioni significative per chi si appresta a lasciare il mondo del lavoro. Viene eliminata la facoltà di cumulare diverse rendite pensionistiche per raggiungere i requisiti della pensione di vecchiaia, rendendo l’accesso al trattamento meno flessibile.
Il provvedimento sancisce inoltre la cancellazione definitiva di “Opzione Donna“, lo strumento che permetteva alle lavoratrici di andare in pensione anticipatamente con il ricalcolo integrale contributivo dell’assegno. Queste scelte riflettono la linea di rigore finanziario adottata dal Ministero dell’Economia per garantire la tenuta del sistema previdenziale nel lungo periodo.