La Lega ribolle. In ormai molte Regioni le situazioni di insofferenza e tensione contro la “vannaccizzazione” del Carroccio stanno diventando sempre più frequenti.
L’ultima in ordine di tempo arriva da Viareggio (ironia del destino) proprio la città del generale Vannacci dove l’intero consiglio direttivo del partito e la storica segretaria Maria Pacchini hanno provveduto a formalizzare le proprie dimissioni di massa.
Un gesto eclatante che segue di pochi giorni il clamoroso sfogo del governatore della Lombardia Attilio Fontana che ha esternato tutto il suo malcontento sulla “nuova” Lega dove il Generale è sempre più influente:
“Col cavolo che in Lombardia ci facciamo vannaccizzare”.
Il “terremoto” a Viareggio, le dimissioni di massa del circolo leghista
Ma torniamo alle scorse ore a quanto accaduto in Toscana. Qui, il generale Vannacci (di recente e anche in questo caso non senza polemiche nominato vicesegretario del partito in una convention – altra ironia del destino – a Firenze) è stato incaricato da Matteo Salvini di guidare la campagna elettorale per le Regionali del 12 e 13 ottobre.
Ma, più o meno inaspettatamente, la situazione è esplosa.

Dopo le perplessità espresse da Susanna Ceccardi e la decisione dell’ex capogruppo Giovanni Galli di non ricandidarsi, a Viareggio si è dimesso in blocco il direttivo locale del partito.
“Vannaccizzazione della Lega? No, grazie”
A darne notizia è stata proprio Maria Pacchini, figura storica della Lega viareggina, che ha spiegato:

“Non condividiamo la “vannaccizzazione” del partito e preferiamo fare un passo indietro”.
Alla base di questo vero e proprio terremoto, il malcontento per la gestione delle liste da parte di Vannacci, accusato di aver escluso i dirigenti locali e di aver imposto i propri uomini senza alcun confronto. In alcuni casi, senza esperienza politica e/o amministrativa o, ancor peggio è stata la “denuncia”, senza esperienze nella Lega.
Tanto che Pacchini ha aggiunto:
“La politica della Lega in Toscana è stata completamente snaturata, ci troviamo di fronte non a un confronto, ma a ordini militari che hanno portato di fatto a un azzeramento di fatto degli organi eletti due anni fa”.
Le altre situazioni dove la Lega ribolle, Puglia e Lombardia
La polemica però non riguarda solo la Toscana.
Nei giorni scorsi, anche in Puglia, a Santeramo, un intero circolo della Lega Puglia, Noi con Salvini ha rassegnato le dimissioni.
Un gesto collettivo che, pur non citando esplicitamente il generale, si inserisce forse nel clima di malumore legato alla sua crescente influenza.
Anche perché, altra coincidenza, proprio in quei giorni era uscita l’indiscrezione che Vannacci potesse “correre” per la Lega per i banchi del Consiglio Regionale.
E alle critiche locali si è aggiunta la voce, decisamente autorevole, di Attilio Fontana.

Il presidente di Regione Lombardia, in modo secco e senza giri di parole, ha dichiarato:
“Col cavolo che ci facciamo vannaccizzare”.
Un’esternazione forte, forse inaspettata, da parte del governatore della Regione più importante d’Italia che ha segnato così una presa di distanza netta dall’impostazione voluta dal leader del Carroccio.
Il tutto mentre proprio collaboratori della Lega in Regione Lombardia pubblicizzano un Vannacci Team nato recentemente a Cesano Maderno.
Dalla Lombardia al Veneto dove ieri sono arrivate all’indirizzo del generale anche le picconate del governatore uscente Luca Zaia:

“La Lega ha dei valori, lui non ha fatto la gavetta con noi”.
Un insieme di segnali che conferma come il progetto di Salvini di affidare a Vannacci un ruolo centrale nella riorganizzazione e nel rilancio della Lega stia generando più resistenze che consensi, mettendo a rischio la compattezza del partito a pochi mesi da una scadenza elettorale cruciale.