Lombardia e Veneto

Lega contro il velo: multe a chi lo indossa, FI frena

Passa la mozione del Carroccio in Lombardia, seppure con bocciatura - proprio da parte degli alleati di Forza Italia - sul passaggio in cui si intendeva estendere il divieto nelle scuole. I salviniani puntano a replicare in Veneto

Lega contro il velo: multe a chi lo indossa, FI frena
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La Lega a Venezia chiede di stabilire il divieto assoluto, prevedendo sanzioni, daspo e multa, di nascondere il volto in luogo pubblico o negli spazi aperti al pubblico. La medesima mozione, sempre a firma del Carroccio, è stata già approvata, martedì 18 febbraio 2025, dal consiglio regionale lombardo, seppure con bocciatura - proprio da parte degli alleati di Forza Italia - sul passaggio in cui si intendeva estendere il divieto nelle scuole.

Lega contro il velo, in Lombardia passa la mozione: frena Forza Italia

Il Consiglio Regionale lombardo ha approvato martedì 18 febbraio 2025 la cosiddetta "mozione Scurati", proposta dalla Lega, che vieta l'uso di indumenti in grado di coprire il volto, come burqa e niqāb, nei luoghi pubblici. Tuttavia, l'aspetto più controverso del provvedimento, ossia l'estensione del divieto alle scuole, è stato respinto.

Silvia Scurati

Il dibattito in Consiglio Regionale, conclusosi con voto segreto, ha visto la maggioranza di centrodestra divisa. Sebbene il testo della mozione sia stato approvato, il punto che invitava il Governo a valutare il divieto anche negli ambienti scolastici è stato bocciato, nonostante un emendamento di Fratelli d'Italia, accolto dalla proponente Scurati, tentasse di mediare.

Forza Italia ha rappresentato l'ago della bilancia: i suoi consiglieri non hanno partecipato alla votazione, determinando la mancanza di almeno sei voti fondamentali per la maggioranza. Giulio Gallera (Forza Italia) ha espresso perplessità sull'efficacia di un divieto imposto, sostenendo che l'integrazione e l'autodeterminazione femminile non si ottengono attraverso l'imposizione, ma con politiche inclusive che tengano conto delle complesse dinamiche sociali e culturali delle seconde generazioni.

Giulio Gallera

Il testo della mozione invita i Comuni a garantire l'applicazione delle nuove disposizioni negli edifici di proprietà comunale, con l'obiettivo di assicurare un'applicazione equa e proporzionata, senza discriminazioni e nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea. La Lega ha motivato la proposta con la necessità di garantire la sicurezza, evitando l'impossibilità di identificare le persone, e di promuovere l'autodeterminazione femminile.

Parallelamente, la mozione presentata dal gruppo PD, a firma di Pier Francesco Majorino, è stata respinta: il testo ribadiva il principio che nessuno, nemmeno le istituzioni, può imporre alle donne come vestirsi, sottolineando la centralità dei diritti e delle libertà personali.

Mozione analoga in Veneto

La questione non riguarda solo la Lombardia: in Veneto, la Lega ha presentato una mozione analoga in Consiglio comunale a Venezia, chiedendo un divieto assoluto, con sanzioni, daspo e multe, per chiunque nasconda il volto in luogo pubblico. Il capogruppo Alex Bazzaro ha sottolineato che la fede religiosa non può costituire un motivo valido per eludere le norme di sicurezza pubblica, citando anche una sentenza del 2019 del Tribunale di Milano che legittimava il divieto di ingresso nei luoghi pubblici per chi indossasse burqa o niqāb.

"Chiederemo la discussione al primo consiglio utile", precisa il consigliere del Carroccio. "Solitamente nelle riunioni di capigruppo decidiamo gli ordini del giorno dei consigli con la parte dedicata alle mozioni. Chiederò la inversione per dare precedenza a questa, dato il tema caldo, alla prima data utile".

In Parlamento, intanto, è stata depositata una proposta di legge per modificare l'articolo 5 della legge del 1975, vietando l'uso di indumenti che impediscano l'identificazione nei luoghi pubblici e introducendo il reato di "costrizione all'occultamento del volto", con aggravanti se la vittima è una donna, un minore o una persona disabile.

L'obiettivo dichiarato della Lega è ribaltare il paradigma secondo cui motivi religiosi possano giustificare deroghe alle leggi, affermando che la pubblica sicurezza deve prevalere. La mozione veneziana chiede di applicare in modo restrittivo il divieto di copertura del volto, prevedendo sanzioni non solo per chi lo pratica, ma anche per chi obbliga altri a farlo, estendendo le responsabilità ai genitori in caso di minori.

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