Le (presunte) infiltrazioni mafiose a Bari infiammano la politica. Il Pd: "Siamo in guerra"
Da una vicenda giudiziaria si infiamma lo scontro tra Centrodestra e Centrosinistra. E a giugno si vota...
(De)caro amico ti scrivo. La lettera del ministro degli Interni Piantedosi per comunicare al sindaco Antonio Decaro l'istituzione di una commissione d'inchiesta per verificare l'esistenza di infiltrazioni mafiosi nel Comune di Bari sta provocando un vero e proprio terremoto politico.
Tra grida al complotto, al golpe, passando per la minaccia (dello stesso sindaco barese) di rinunciare alla sua scorta fino addirittura a clamorose rivelazioni di boss pentiti.
Il tutto a poco più di tre mesi dalle prossime Amministrative nel capoluogo pugliese.
Il terremoto a Bari, l'inchieste sui "tentacoli" in Comune
La vicenda è esplosa in tutto il suo clamore in questi giorni. A seguito di un'ondata di arresti in città (130), il 26 febbraio 2024, epilogo dell'inchiesta denominata "Codice interno".
Un filone investigativo che ha portato alla luce un presunto sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019.
Ma non solo. Sotto la lente della magistratura è finita anche l'azienda municipalizzata del trasporto urbano, l'Amtab, che è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria per un anno.
Ora però dopo l'istituzione di una commissione ministeriale per la verifica di infiltrazioni criminali la vicenda è diventata soprattutto politica.
L'accusa: una dichiarazione di guerra
A pochi mesi dal voto, con il rischio dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale, in una città dove il Centrodestra non vince da 30 anni, è l'accusa del Centrosinistra.
E in particolare proprio dal primo cittadino (in carica da 10 anni e in procinto di candidarsi alle Elezioni Europee) che ieri, mercoledì 20 marzo, non è riuscito a trattenere le lacrime durante una conferenza stampa e ha "minacciato" di rinunciare alla sua scorta.
Decaro ha però lanciato un affondo durissimo contro il Governo e il Centrodestra:
"Questa è una dichiarazione di guerra. A Bari perdono da 20 anni e alcuni di loro, come Savastano in Gomorra, dicono 'Andiamo a riprenderci la città'. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno".
La beffa, in carcere c'è una consigliera eletta nel Centrodestra
Quel che suona paradossalmente come una beffa è che in tutta questa vicenda in carcere c'è Carmen Lorusso, una consigliera comunale eletta nel Centrodestra e poi, durante il mandato amministrativo, entrata a far parte, della maggioranza.
Agli arresti è finito anche suo marito, Giacomo Olivieri, anche lui impegnato in politica (prima Forza Italia, poi Italia dei Valori) ed ex consigliere regionale.
In città, esattamente a metà del mandato elettorale, due anni e mezzo fa un'altra consigliera comunale, Francesca Ferri (anche lei eletta nel Centrodestra) fu arrestata per presunto voto di scambio, sempre per le elezioni del 2019.
L'impegno nell'Anci e contro la criminalità, la scorta
Decaro, da ormai 10 anni alla guida di Bari, è anche presidente nazionale dell'Anci, l'associazione dei Comuni.
In Comune per la sua conferenza stampa ad attenderlo c'erano decine e decine di commercianti e imprenditori.
Negli anni infatti Decaro ha portato avanti numerose "battaglie" contro la criminalità organizzata, in particolare contro l'usura. Un impegno che da tempo ha portato il Ministero degli Interni ad assegnargli una scorta.
Proprio per questo il sindaco ha esternato tutta la sua amarezza:
"Se ora c'è il sospetto di infiltrazioni mafiose in Comune, rinuncio alla scorta".
Un caso ormai politico, le reazioni
Ribadendo che il Ministero non ha provveduto allo scioglimento del Consiglio comunale, ma solo a far chiarezza sulla vicenda, il titolare dell'Interno Matteo Piantedosi ha però rilanciato per sgombrare il campo da equivoci:
"Il Governo non fa la guerra agli amministratori locali, ma alla mafia. In poco più di un anno di questo Esecutivo, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose 15 Consigli comunali. E quasi tutti erano a guida Centrodestra".
E proprio sull'aspetto "politico" è arrivato il commento del segretario nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein:
"Una scelta che sembra molto andare in quel senso. Non si era mai visto ed è molto grave". "Il Pd è e sarà sempre impegnato nella lotta contro le mafie e non ha niente a che fare con il grave atto fatto ieri dal ministro Piantedosi".
Decisamente diversa la posizione del Centrodestra con il vicepresidente della Commissione Giustizia alla Camera, l'azzurro Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia:
"I colleghi del Partito democratico conoscono molto bene le procedure, anche perché ministri del Pd, in epoche precedenti, hanno fatto né più né meno quello che ha fatto il ministro Piantedosi. Quello del ministro dell’Interno, dunque, è un atto dovuto e necessario, non di guerra, a prescindere dall’attività della magistratura barese che ha portato alla luce fatti gravissimi che ha determinato addirittura 150 arresti nel capoluogo pugliese".
Ancora più duro pochi minuti fa su La7 ad Omnibus il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri:
"Non fa piacere a nessuno vedere una grande città italiana importante come Bari. La Commissione di accesso, che é stata commentata con un po' di teatralità da Decaro in una conferenza stampa, farà le sue valutazioni e deciderà se sciogliere o meno il Comune. Ma è grave che ieri alcuni funzionari dell'Anci, di cui Decaro è presidente, abbiano chiesto ai sindaci e agli amministratori di firmare un documento di solidarietà nei suoi confronti. Perché anche questo piccolo episodio denota una concezione padronale delle istituzioni. La ribellione preventiva di Decaro è eccessiva.".