"Le contestatrici invocano la libertà per le donne, ma impediscono a una donna di parlare"
La ministra Roccella contestata durante gli "Stati generali della natalità". Dura Meloni, Calenda e Bonaccini prendono le distanze, Avs fuori dal coro
E' il fatto del giorno. Come forse solo un Paese come l'Italia sa creare.
Perché della contestazione al Ministro Eugenia Roccella e alla sua impossibilità a prendere parola durante il Forum della Natalità di ieri, giovedì 9 maggio 2024, a Roma, si continuerà probabilmente a parlare ancora a lungo.
Proprio in un momento storico in cui temi e parole come democrazia, censura, libertà e pari opportunità vanno per la maggiore, ecco che quanto accaduto ieri a Roma rischia di essere un clamoroso autogol.
Oltre che una sconfitta per tutti.
Ministro donna contestata, le picconate della Meloni
Tanto che la premier Giorgia Meloni non ha usato troppi giri di parole per condannare l'accaduto:
"Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta".
La contestazione, cosa è accaduto
I manifestanti, una cinquantina, molte liceali e attivisti dei collettivi studenteschi Collettivo Transfemminista, Assemblea Aracne e Collettivo Artemis, hanno accolto il ministro gridando:
"Del mio corpo decido io".
Poi non appena Roccella ha preso la parola sono partiti i fischi e ricominciate le urla che hanno di fatto impedito che svolgesse il suo intervento.
A quel punto la rappresentante del Governo rivolta ai contestatori ha preso il microfono e ha detto:
"Ragazzi ma noi siamo d'accordo, nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno".
Cambio di scaletta, ma il ministro abbandona
Ma la contestazione è proseguita.
Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall'organizzatore Gigi De Palo che l'ha bacchettata, rimproverandola di non dar vita a un monologo.
Poi il moderatore del dibattito ha deciso di cambiare l'ordine della scaletta, dare la parola ad altri ospiti, posticipando l'intervento del Ministro che però dopo aver abbandonato il palco, ha lasciato anche l'auditorium.
Le altre reazioni, da Calenda a Bonaccini
Evidentemente quanto accaduto ha portato una serie di commenti e reazioni.
Tra i più significativi quelli del leader di Azione, Carlo Calenda e del governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che hanno lasciato intendere come la protesta verso la rappresentante del Governo corra solo il rischio di concretizzarsi in un boomerang per i contestatori.
Calenda ha infatti osservato:
"Non sono d'accordo con quasi nulla di quanto sostenga Roccella. Ma il primo dovere di un liberale è assicurare che chi la pensa diversamente da te possa esprimere la propria opinione. E quanto accaduto oggi alla Ministra Roccella è profondamente illiberale. Da liberale sarei stato molto interessato a quello che avrebbe detto il ministro, di sentire il suo intervento".
Ancor più categorico ed eloquente il presidente del Pd e governatore dell'Emila Romagna, Stefano Bonaccini:
"Alcune delle cose che dice la ministra Roccella per me sono persino inaccettabili però credo che quella manifestazione, che a suo modo è pacifica, rischia di essere non di aiuto alle ragioni per le quali si manifesta. Io penso che non bisogna mai impedire a qualcuno di parlare. È giusto ascoltare le idee di tutti. Quindi, è stato secondo me un errore impedire alla ministra di parlare".
Fuori dal coro, Alleanza Verdi Sinistra sta con la protesta
Fuori dal coro in mezzo a tanta solidarietà il commento di Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra che ha ribattuto al Governo la sua linea d'azione:
"Io non condanno. Contestare è alla base della democrazia. Dopo che avete occupato ogni spazio pubblico dell’informazione con i suoi comizi a reti unificate, dopo che avete consentito l’ingresso delle organizzazioni integraliste religiose nei consultori per sabotare la Legge 194, io sto dalla parte delle studentesse che hanno esposto dei cartelli con scritto “Sul nostro corpo decidiamo noi".