Lavoro e merito come garanzia di futuro ai giovani: Meritocrazia Italia propone azioni mirate
Spesso per i giovani il percorso verso il mondo del lavoro è reso complesso da ostacoli strutturali, disuguaglianze e meccanismi poco meritocratici

Il lavoro rappresenta non solo una fonte di reddito, ma anche uno degli strumenti principali attraverso cui una persona realizza se stessa. Per i giovani, il primo impiego è spesso il passaggio decisivo verso l’autonomia e la costruzione del proprio futuro.
Tuttavia in molti Paesi, tra cui l’Italia, il percorso verso il mondo del lavoro è reso complesso da ostacoli strutturali, disuguaglianze e meccanismi poco meritocratici. In questo contesto diventa fondamentale riflettere su come valorizzare il merito onde costruire reali opportunità occupazionali per le nuove generazioni.
Lavoro e merito come garanzia di futuro ai giovani
"Il principio del merito si fonda sull’idea che impegno, competenze e risultati debbano essere riconosciuti e premiati, anche grazie a un buon orientamento professionale non solo informativo ma trasformativo, aiutando gli studenti e i giovani a conoscere meglio se stessi, comprendere il mercato del lavoro e sviluppare le competenze richieste dalle professioni emergenti - spiega Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia - Spesso i ragazzi non hanno piena consapevolezza delle proprie potenzialità o ignorano le possibilità che il mondo del lavoro offre. Attraverso test attitudinali, consulenze personalizzate e incontri con esperti, le scuole possono fornire gli strumenti necessari per trasformare dubbi e paure in scelte solide e consapevoli".
Le proposte di Meritocrazia Italia
Per valorizzare il merito e costruire opportunità concrete per i giovani servono azioni mirate. Meritocrazia Italia chiede di
- investire maggiormente nell’istruzione pubblica per garantire pari accesso a tutti. In Italia la spesa pubblica per l’istruzione è, in generale, sotto gli standard raccomandati dalle organizzazioni internazionali. Bisogna da subito reperire molte più risorse, destinate spesso ad altri campi secondari rispetto a quello scolastico, per potenziare le strutture e migliorare non solo il numero ma anche la formazione del personale in generale, spesso poco incline ai cambiamenti e alle novità;
- favorire percorsi di orientamento e stage di qualità che permettano di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Spesso, nelle scuole, vengono proposti corsi e stage del tutto inutili e incompatibili con gli studi pregressi. Investire anche in questo campo è fondamentale, bisogna sì guidare gli studenti verso percorsi “multidisciplinari” e a tutto campo, ma in modo centrato;
- premiare l’impegno e l’innovazione con incentivi, borse di studio e percorsi accelerati. Fino a qualche anno fa i ragazzi venivano premiati in denaro per il massimo dei voti alla maturità. Bisognerebbe in primis eliminare, o quantomeno depotenziare, il vincolo Isee familiare: chi studia bene, merita a prescindere dalle sue possibilità economiche. A maggior ragione chi fa ricerca – non per caso tanti cervelli fuggono dove le risorse non mancano o sono assegnate in modo trasparente. Fondamentale investire di più ma soprattutto controllare come tali risorse vengano gestite;
- supportare le start-up giovanili e l’imprenditorialità. Lo stato dovrebbe semplificare tutto l’iter burocratico dietro la nascita di qualsiasi azienda, in primis le queste start up innovative. In aggiunta, si dovrebbe sempre di più puntare verso i finanziamenti agevolati e le detrazioni sull’Irpef.
- Lavoro e merito sono due pilastri fondamentali per garantire un futuro ai giovani. Ma il merito non è mai un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: deve esistere solo se tutti hanno le stesse possibilità di dimostrarlo. Costruire un sistema in cui il talento e l’impegno siano davvero riconosciuti significa non solo creare opportunità individuali, ma anche contribuire al progresso dell’intera società.