"DICHIARAZIONI GRAVI"

L'Anm replica al Governo sul caso Delmastro: "Sconcertati da attacco ai giudici"

"Affermazioni non consone, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri", recita la dura nota dell'Anm

L'Anm replica al Governo sul caso Delmastro: "Sconcertati da attacco ai giudici"
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La giunta dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) ha replicato alle reazioni del governo conseguenti la condanna a otto mesi per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per rivelazione del segreto d'ufficio nell'ambito del caso Cospito.

Le reazioni del Governo e dell'opposizione

In prima battuta era stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a cui poi si è unita anche la premier Giorgia Meloni. Entrambi hanno preso le difese di Delmastro con la presidente del consiglio a definirsi "sconcertata per la sentenza di condanna". In generale per Fratelli d'Italia si tratta di una condanna politica, così come dello stesso avviso è il vicepremier Antonio Tajani e Forza Italia.

Giorgia Meloni

Dall'altra parte invece è stato durissimo l'attacco di Matteo Renzi (Italia Viva) e Elly Schlein (Partito Democratico), ma anche di Giuseppe Conte (M5S). Per questi ultimi due Delmastro dovrebbe dimettersi, per il leader di Italia Viva invece nemmeno "merita di stare al governo per quello che dice".

La replica dell'Anm

"Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza. Siamo disorientati nel constatare che il ministro della giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche".

Scontro tra Governo e magistratura

Questa la nota della giunta dell'Anm con riferimento alle reazioni del governo alla sentenza che ha condannato il sottosegretario Delmastro. Accuse pesanti, di "delegittimazione di una sentenza per attaccare un giudice" e di "aperta violazione del principio di separazione dei poteri".

Prosegue dunque lo scontro tra magistratura e Governo, con le toghe già in protesta contro la riforma della Giustizia voluta dal Governo Meloni. Per giovedì 27 febbraio 2025 è previsto uno sciopero dei magistrati proprio contro questa riforma e in particolare contro la separazione delle carriere.

 

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